Badante per malati di Alzheimer e Parkinson: come sceglierla

La badante per malati di Alzheimer e Parkinson deve svolgere dei compiti specifici in base alla malattia dell’assistito.
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9/6/23

Una badante per malati di Alzheimer e Parkinson deve essere scelta con criterio, poiché avrà un ruolo e dei compiti specifici da assumere in base al tipo di malattia neuro-degenerativa considerata. In questo articolo vediamo come scegliere la badante in questa situazione (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le altre guide complete di IED. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

INDICE

Badante per malati di Alzheimer e Parkinson: le patologie

Prima di addentrarci nella scelta della badante per malati di Alzheimer e Parkinson, definiamo brevemente di quali patologie stiamo parlando.

Premettiamo, innanzitutto, che sia l’Alzheimer sia il Parkinson sono malattie neuro-degenerative, cioè che non migliorano con il tempo (anzi, al contrario peggiorano) e fanno sì che la persona che ne è affetta sia sempre meno autosufficiente. Ecco perché, in casi come questi non basta il supporto della famiglia, ma c’è bisogno di una figura professionale accanto al malato.

L’Alzheimer è una sindrome degenerativa che danneggia le capacità intellettive e cognitive di chi ne è affetto. Si tratta di una delle demenze senili più diffuse tra le persone anziane, ma può colpire anche tra i 40 e i 50 anni.

Tra le conseguenze della malattia, ricordiamo per esempio:

  • difficoltà a ricordare eventi e persone;
  • difficoltà ad apprendere nuove informazioni;
  • difficoltà nello svolgere anche le cose più banali della vita quotidiana;
  • difficoltà con l’orientamento.

Con il passare del tempo, l’Alzheimer porta a una perdita della memoria progressiva e al peggioramento delle capacità cognitive.

Scopri i sintomi che annunciano l’Alzheimer.

Il morbo di Parkinson è un’altra patologia neurologica che colpisce direttamente il cervello, manifestando nella persona malata mancanza di equilibrio, difficoltà con il movimento e la comunicazione. Nel suo stadio avanzato, rende impossibile l’autonomia del paziente.

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Badante per malati di Alzheimer e Parkinson: il ruolo di badante

Come si può immaginare, per entrambe le patologie descritte nel paragrafo precedente è impensabile contare solo sul supporto della famiglia. Non tanto perché i familiari non si metterebbero a disposizione del parente malato, quanto per l’assistenza specifica di cui avrebbe bisogno il paziente.

Inoltre, in caso di malattie neuro-degenerative, è spesso sconsigliabile addossare il peso dell’assistenza sulle spalle dei familiari, poiché questo potrebbe avere delle conseguenze anche dal punto di vista psicologico di chi assiste.

Ecco perché la soluzione ideale sarebbe assumere una figura professionale, che sa come comportarsi quando si ha a che fare con malattie come l’Alzheimer e il Parkinson.

Ricordiamo che badanti e colf rientrano nella figura professionale del collaboratore domestico e sono assunti come tali da una persona fisica o da una famiglia per far fronte alle proprie esigenze di cura della casa o per assistere una persona non autosufficiente.

In particolare, il ruolo di badante si concentra nell’assistenza di una o più persone disabili o anziane e non autosufficienti.

Tutti i diritti e i doveri dei collaboratori domestici, siano questi badanti o colf, fanno riferimento al contratto collettivo nazionale del lavoro domestico, in cui è indicato come comportarsi in casi particolari, per esempio in caso di malattia o di viaggio con la persona da assistere.

Badante per malati di Alzheimer e Parkinson. Leggi anche come assumere un parente come badante.

Badante per malati di Alzheimer e Parkinson: cosa fa in caso di Alzheimer

Ora che abbiamo fornito un’idea generale sulle due patologie neuro-degenerative e sul ruolo di badante in generale, vediamo insieme come scegliere una badante per malati di Alzheimer e Parkinson. Cominciamo dalla prima.

Dunque, nella maggior parte dei casi e a seconda dello stadio di progressione della malattia, per assistere una persona con Alzheimer si assume una badante a tempo pieno, poiché prendersi cura di un malato di Alzheimer richiede non solo un impegno costante, ma anche una grande empatia e delle ottime capacità organizzative.

Il motivo risiede nel fatto che oltre alla perdita della memoria, il morbo di Alzheimer può portare anche a frequenti episodi di aggressività e allucinazioni. Di conseguenza, se da un lato per una famiglia potrebbe essere estremamente difficile gestire una tale patologia, dall’altro è necessario che a prendersi cura della persona malata sia qualcuno con esperienza in questo ambito.

Una badante che già conosce questo tipo di demenza senile saprà gestire sia gli episodi imprevedibili legati alla malattia, sia l’assistenza ordinaria da dedicare al paziente. In particolare, una badante per malati di Alzheimer dovrà:

  • essere paziente e adeguarsi allo stato d’animo dell’anziano o dell’anziana per svolgere le attività quotidiane;
  • tenere allenata la mente dell’assistito per evitare che la malattia degeneri in modo più veloce e mantenere una sana routine per il paziente;
  • mantenere la memoria residua del malato con l’utilizzo di alcuni supporti visivi;
  • dialogare quotidianamente per aiutare la memoria a breve termine del malato;
  • prendersi cura dell’igiene e visionare l’abbigliamento corretto della persona da assistere.

Badante per malati di Alzheimer e Parkinson. Ecco un elenco dettagliate con le patologie invalidanti definite dall’INPS.

Badante per malati di Alzheimer e Parkinson

Badante per malati di Alzheimer e Parkinson: cosa fa in caso di Parkinson

Come per l’Alzheimer, anche per il morbo di Parkinson è necessaria un’assistenza a tempo pieno ed è impensabile affidare tutta la cura ai familiari della persona affetta da questa patologia.

Come anticipato, il Parkinson si manifesta con tremori (inizialmente lievi, ma che diventano man mano più evidenti), difficoltà di movimento, rigidità e difficoltà di equilibrio. Generalmente colpisce intorno ai 60 anni, ma può manifestarsi anche in età più giovane.

Il morbo di Parkinson, forse più dell’Alzheimer, rende molto difficile la convivenza con i familiari, che devono adattarsi alle dinamiche della malattia progressiva, cercando allo stesso tempo di mantenere un certo equilibrio psicologico nel contesto familiare.

Proprio per questo motivo, la presenza di una badante può allievare di molto non solo le responsabilità dei singoli membri della famiglia, ma soprattutto la sensazione di stanchezza psicologica che la patologia può provocare a chi ne è affetto e a chi lo circonda.

Anche in questo caso, è necessario scegliere come badante qualcuno che abbia già esperienza nell’assistenza di persone con Parkinson o altre malattie neuro-degenerative e che sappia gestire ogni situazione, anche imprevista. In particolare, la badante dovrà assistere il malato in questi spetti della vita quotidiana:

  • corretta nutrizione;
  • cure igieniche;
  • compagnia diurna e notturna;
  • socializzazione;
  • somministrazioni di terapie;
  • flebo a domicilio;
  • iniezioni e prelievi del sangue e delle urine;
  • medicazioni semplici e complesse;
  • trattamento di piaghe da decubito e cateterismi vescicali e venosi.

Badante per malati di Alzheimer e Parkinson e non solo. Ecco le 5 guide preferite dagli utenti:

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