Più farmaci generici in vendita, cosa significa?

Più farmaci generici in vendita, cosa significa e quali conseguenze ci saranno per i cittadini. L’Ue ha intenzione di ridurre la durata dei brevetti: avremo prima i farmaci equivalenti a un costo notevolmente ridotto. I tempi e la strategia. L’opposizione delle case farmaceutiche, costrette a ridurre una parte degli introiti.
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28/5/23

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INDICE

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L’Unione Europea ha intenzione di lanciare il mercato unico dei medicinali. L’obiettivo è quello di evitare la carenza di farmaci che si è verificata nei mesi scorsi, quando molti scaffali delle farmacie sono rimasti desolatamente vuoti.

La riforma farmaceutica voluta dall’esecutivo Ue rischia di andare in aperta collisione con gli interessi delle grandi aziende, in particolare cinesi e statunitensi. Il motivo è chiaro: per facilitare l’uso e la diffusione dei farmaci generici i brevetti saranno più brevi, dureranno otto anni invece di dieci.

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Più farmaci generici in vendita, la riforma

L’Unione Europea sta lavorando da tre anni sulla riforma del mercato comunitario dei farmaci. Sono state previste le rimostranze delle case farmaceutiche e proprio per questo insieme alla “penalizzazione” per le aziende è stata offerta la possibilità di lasciare la scadenza dei brevetti a dieci anni, ma solo se il produttore si impegna a garantire un accesso uniforme al farmaco entro due anni dall’immissione sul mercato.

Comunque vada, l’Ue ha deciso che sugli scaffali delle farmacie europee ci dovrà essere sempre più spazio per i farmaci generici.

Prima di continuare è forse meglio spiegare cosa sono i farmaci generici, che una normativa italiana ha previsto di chiamare, per evitare confusione, equivalenti.

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Più farmaci generici in vendita, di cosa parliamo

Un farmaco generico (o equivalente) è un medicinale che ha la stessa quantità di principio attivo e la stessa biodisponibilità (la velocità con la quale diventa efficace) di un farmaco di marca che ha il brevetto scaduto.

In pratica: un farmaco costoso, che è stato immesso sul mercato da più di dieci anni (con la riforma gli anni si riducono a otto), potrà essere realizzato e messo in vendita da altre aziende a prezzi significativamente più ridotti. E il “nuovo” un medicinale funzionerà allo stesso modo di quello originale.

Risparmio per gli utenti e per i servizi sanitari.

Oltretutto, con l’aumento della vita media dei cittadini (82 anni le donne e 78 gli uomini) e l’invecchiamento della popolazione, sono aumentate anche le esigenze sanitarie.

Più farmaci generici in vendita, perché costano meno

Il farmaco generico costa meno rispetto a quello originale perché non devono più essere recuperati gli investimenti che sono stati stanziati per la ricerca (e che sono rientrati negli otto/dieci anni di vendita in regime di monopolio).

Del resto prima di immettere sul mercato un farmaco le aziende hanno la necessità di sperimentarlo su centinaia o migliaia di persone. Operazione che dura mesi ed ha costo elevati.

Se una casa farmaceutica immette sul mercato un farmaco generico non ha la stessa necessità di dimostrarne l’efficacia terapeutica. Basta che il principio attivo raggiunga gli stessi livelli e la stessa efficienza ottenuti dal medicinale originario. Dimostrare questa “equivalenza” ha costi molto più bassi, e per questo il medicinale può essere immesso sul mercato a un prezzo contenuto.

Più farmaci generici in vendita, l’esclusione

Non rientrano nella riduzione della durata dei brevetti le terapie innovative che rispondono a esigenze mediche che prima di allora non avevano avuto soluzione e gli studi che producono dati clinici comparativi.

Per questi farmaci l’Unione europea consente di prolungare la durata del brevetto fino a 12 anni.

Più farmaci generici in vendita, la strategia

Quindi se da una parte l’Unione Europea colpisce gli interessi delle case farmaceutiche, dall’altro attiva dei sistemi di incentivi per trattenere le industrie nel vecchio continente.

L’Ue è ottimista, anche perché consapevole che l’Europa «continuerà comunque ad offrire uno dei contesti regolamentari più attrattivi al mondo», con livelli di protezione uguali o superiori a quelli offerti da Giappone, Canada, Israele e Cina.

Più farmaci generici in vendita, l’obiettivo

L’obiettivo finale è la costruzione del mercato unico dei medicinali. L’Europa viaggia ancora a due velocità nella distribuzione dei farmaci. Nei Paesi più ricchi l’accesso ai nuovi farmaci raggiunge il 90 per cento della popolazione, nei Paesi dell’Est la percentuale si riduce al 10 per cento, con tempi di attesa che possono arrivare a due anni.

Con questa soluzione i nuovi medicinali raggiungeranno 70 milioni di persone in più rispetto a oggi.

Ma non solo, l’Ue ha anche intenzione di semplificare e accelerare le procedure per garantire una diffusione più rapida dei farmaci generici. Saranno poi previsti dei foglietti illustrativi elettronici che affiancheranno i bugiardini cartacei.

Sarà inoltre prevista una lista di medicinali critici per i quali è necessario creare degli stock per prevenire eventuali situazioni di crisi (cosa che non è accaduta nei mesi scorsi).

Più farmaci generici in vendita, cosa significa?
Nella foto molte confezioni di farmaci

Più farmaci generici in vendita, lo scenario

Sarà comunque un braccio di ferro tra l’Ue e le case farmaceutiche. La riduzione di due anni della durata di un brevetto significa una consistente riduzione dei guadagni. La proposta dovrà essere negoziata nel parlamento Ue e dai singoli governi prima di entrare definitivamente in vigore.

Intanto, come era prevedibile, la Federazione europea della farmaceutica ha già comunicato che la decisione dell’Ue «rischia di sabotare la nostra industria». 

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