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Secondo il Ministero del Lavoro, i dipendenti che hanno diritto ai giorni di permesso 104 non sono tenuti a consumare i giorni di malattia retribuiti prima di usufruirne.
Inoltre, non sono tenuti a rientrare al lavoro dopo aver usufruito del congedo per malattia: possono passare direttamente dal congedo per malattia al congedo della Legge 104, senza utilizzare alcun giorno di congedo retribuito.
Questa è una buona notizia per i dipendenti che hanno familiari gravemente disabili, perché significa che possono prendersi il tempo necessario per prendersi cura di loro senza doversi preoccupare che il loro congedo retribuito venga ridotto o annullato.
INDICE:
- Permesso 104: chi ne ha diritto?
- Permesso 104: quanti giorni spettano?
- Permesso 104: quanti giorni spettano a chi lavora part time?
- Permesso 104: i giorni vengono ridotti in caso di malattia?
- Permesso 104: quando i giorni possono essere ridotti?
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Permesso 104: chi ne ha diritto?
I permessi della Legge 104 sono pensati per aiutare i lavoratori che hanno bisogno di assentarsi per assistere un familiare con grave handicap. Per poterne usufruire, il familiare con disabilità deve essere riconosciuto da un’apposita commissione medica dell’ASL.
Questi permessi possono essere estremamente utili per i lavoratori che devono prendersi cura di un familiare malato o disabile, ma sono anche soggetti ad alcune restrizioni. Ad esempio, i permessi sono validi solo per un certo periodo di tempo e non possono essere rinnovati.
Nel dettaglio, i permessi spettano per i seguenti familiari:
- Ai genitori;
- Al coniuge;
- Al convivente more uxorio;
- Al partner unito civilmente;
- Ai parenti e affini entro il 2° grado;
- Ai parenti e affini entro il 3° grado (solo in casi particolari).
I familiari eleggibili entro il 3° grado hanno diritto al congedo se il genitore o il coniuge (o il partner domestico) della persona disabile: hanno 65 anni o più; sono permanentemente disabili; sono deceduti o mancanti (assenza naturale o legale).
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Permesso 104: quanti giorni spettano?
In Italia, i lavoratori hanno diritto a 3 giorni al mese di permesso retribuito per assistere un familiare con disabilità riconosciuta.
Questo congedo è noto come “permesso 104“ e ha lo scopo di aiutare chi ha una persona cara con una grave disabilità.
Se un dipendente utilizza questo congedo per qualsiasi altro scopo, può essere soggetto ad azioni disciplinari, compreso il licenziamento.
Si tratta di un beneficio importante per i lavoratori in Italia e contribuisce a garantire che le famiglie possano prendersi cura dei loro cari senza doversi preoccupare di perdere il lavoro.
I permessi spettanti possono essere usufruiti per giornate intere oppure frazionati anche a ore.
Permesso 104: quanti giorni spettano a chi lavora part time?
I lavoratori con part time orizzontale (lavoro tutti i giorni, ma con un numero di ore inferiori all’orario ordinario) hanno ugualmente diritto a 3 giorni di permesso 104 al mese.
Per chi, invece, ha un part time verticale (lavoro prestato solo in alcuni giorni della settimana), il calcolo dei giorni di permesso 104 spettanti ogni mese è differente. Esso, infatti, viene parametro sulla base dei giorni lavorati.
Se, però, il dipendente part time presta servizio per oltre la metà delle giornate lavorative settimanali, ad esempio se lavora almeno 4 giorni su 6, i 3 giorni di permesso 104 spettano per intero e non devono essere riproporzionati.
Quest’ultimo vincolo è stato chiarito la corte di Cassazione, con una recente sentenza.
Permesso 104: i giorni vengono ridotti in caso di malattia?
Come chiarito dal Ministero del Lavoro, i giorni di malattia non riducono il numero di giorni permesso 104 spettanti ogni mese al lavoratore.
Questo perché le motivazioni alla base delle assenze rispondono a esigenze di tutela diverse.
Lo stesso principio vale per le altre assenze tutelate, come quelle per maternità obbligatoria o facoltativa, o per la fruizione di altri permessi o congedi come quelli sindacali.
Si tratta di istituti con finalità diverse, in pratica di diritti diversi spettanti al lavoratore, che non possono essere limitati perché il dipendente decide di usufruirne nello stesso mese.
Di conseguenza, i giorni di permesso previsti dalla Legge 104 non vengono ridotti in caso di assenze per malattia o altri motivi protetti. Si tratta di un chiarimento importante che contribuirà a garantire ai lavoratori la possibilità di usufruire di tutti i loro diritti.

Permesso 104: quando i giorni possono essere ridotti?
A prescindere dai periodi di malattia, esistono delle situazioni in cui i permessi 104 possono essere riproporzionati.
Nei casi in cui il lavoratore non sia l’unico referente per l’assistenza del familiare con handicap grave e il lavoratore che presta assistenza lo faccia in modo sporadico o solo per alcuni periodi, si ha diritto a solo un giorno di permesso per ogni 10 giorni di assistenza continuativa.
Inoltre, il lavoratore “sostituto dell’assistenza” deve presentare all’INPS e al proprio datore di lavoro una richiesta scritta contenente una dichiarazione di responsabilità che specifichi:
- L’assistenza prestata alla persona disabile;
- Il rapporto di parentela con la persona disabile;
- I periodi in cui è stata prestata l’assistenza;
- I motivi che hanno imposto la sostituzione del familiare che presta assistenza abitualmente.
Un’altra situazione in cui il numero di giorni di permesso 104 può essere riproporzionato è in occasione della prima richiesta avvenuta nel corso del mese. Per esempio, se il lavoratore richiede per la prima volta i permessi il 17 ottobre 2022, i permessi Legge 104 devono essere ridotti, ma solo in relazione al mese di ottobre 2022.
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