La Legge 104 è stata modificata a partire dal 13 agosto del 2022, in particolare per quanto riguarda la fruizione dei permessi: tramonta il referente unico, più familiari possono accudire la stessa persona disabile. In questo post ci chiediamo se tutti i familiari che godono dei permessi possono accedere anche alle agevolazioni sul lavoro. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sulla Legge 104. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
INDICE
- Cosa dice l’Inps
- Nessun riferimento
- E le altre agevolazioni?
- A chi le tutele sul lavoro?
- Moltiplicazione dei benefici
- Permesso condiviso: la soluzione
- Permesso condiviso: e i congedi?
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Ovvero: se due persone usufruiscono alternativamente dei permessi hanno diritto entrambi all’avvicinamento (ove possibile) in una sede più vicina all’abitazione della persona da assistere, a rifiutare un trasferimento e a sottrarsi dalla turnazione notturna?
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La questione ci è stata posta nel canale Telegram su Invalidità e Legge 104, ed è un quesito interessante. Diciamo subito: sul punto non c’è una circolare di chiarimenti nè del ministero e neppure dell’Inps.
Su questo argomento c’è un post che spiega come acquistare un camper con le agevolazioni 104; c’è anche un articolo che ti informa come segnalare all’Inps la rinuncia ai permessi legge 104; e infine abbiamo verificato quali sono le agevolazioni per i lavoratori autonomi con la legge 104.
Legge 104, permesso condiviso: cosa dice l’Inps
Nel messaggio numero 3096 del 5 agosto 2022 l’ente previdenziale annuncia le modifiche che sono state imposte alla legge 104 in attuazione della direttiva Ue numero 1158 del 2019, quella che riguarda l’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per genitori e caregiver.
Ebbene l’Inps comunica che è stato riformulato il comma 3, articolo 33, della Legge 104 del 1992. La nuova normativa ha eliminato il principio del referente unico dell’assistenza. Lo stesso, a esclusione dei genitori di figli con disabilità grave, «non riconosceva a più di un lavoratore dipendente la possibilità di fruire dei giorni di permesso per l’assistenza della stessa persona con disabilità grave».
La nuova norma stabilisce invece che «fermo restando il limite complessivo di tre giorni, per l’assistenza allo stesso individuo con disabilità in situazione di gravità, il diritto può essere riconosciuto, su richiesta, a più soggetti tra quelli aventi diritto, che possono fruirne in via alternativa tra loro».
L’Inps ha poi concluso stabilendo che più lavoratori per lo stesso familiare disabile potevano chiedere alternativamente tra loro, la fruizione dei permessi retribuiti.
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Legge 104, permesso condiviso: nessun riferimento
Come avete potuto leggere non c’è nessun riferimento alle altre agevolazioni. In particolare quelle che vengono concesse sul lavoro ai dipendenti che assistono un familiare con disabilità e hanno diritto ai permessi legge 104.
Non si chiarisce cioè se il diritto a chiedere l’avvicinamento, il rifiuto al trasferimento e alla turnazione notturna (per citare i più comuni) siano estesi a tutti i lavoratori che si alternano nell’assistenza di un familiare usufruendo dei permessi retribuiti.
Legge 104, permesso condiviso: e le altre agevolazioni?
Ogni volta che ci sono delle modifiche normative importanti, come quella che riguarda la fine del referente unico, ci vuole del tempo per armonizzare l’intero impianto legislativo.
La legge 104 è stata immaginata intorno alla persona con disabilità e al suo unico caregiver. Per cui si sono pensate agevolazioni sul lavoro dipendente parametrate su quell’unico referente. Compresa la complessa normativa (complessa perché si è prestata negli anni a mutevoli interpretazioni) che è cresciuta intorno alla fruizione dei permessi retribuiti.
Ora per i permessi la soluzione è stata semplice: in tutto restano i tre giorni, li può utilizzare una sola persona o anche tre (un giorno a testa), ma la questione non cambia. Diversa e più delicata è la questione che riguarda le agevolazioni sul lavoro.
Legge 104, permesso condiviso: a chi le tutele sul lavoro?
Per le tutele sul posto di lavoro tutto cambia. Perché, nel caso di due caregiver che si alternano nella cura del familiare con disabilità grave, la più ovvia delle conclusioni sarebbe questa: entrambi hanno diritto alle stesse agevolazioni, anche perché chi dovrebbe stabilire e su quali basi chi ne ha diritto e chi no?
Ovvero se uno dei due può essere esonerato dai turni notturni o può rifiutare un trasferimento a un’altra sede perché non potrebbe farlo anche l’altro?
Legge 104, permesso condiviso: moltiplicazione dei benefici
L’altra faccia della medaglia riguarda però l’eventuale moltiplicazione dei benefici. In Italia sono 530mila i lavoratori che beneficiano della Legge 104. In linea teorica ogni persona con disabilità potrebbe essere assistita da tre caregiver familiari. Quei 530mila diventerebbero più di un milione e mezzo. E quindi una cifra enorme di dipendenti che avrebbe diritto a rifiutare un trasferimento e sottrarsi dai turni notturni. Le ricadute potrebbero essere notevoli sul mondo del lavoro.
Legge 104, permesso condiviso: la soluzione
E dunque, cosa deciderà il ministero? La risposta arriverà evidentemente al primo interpello, quando cioè la questione sarà posta in maniera ufficiale. Quale sarà la decisione è difficile stabilirlo. In linea di massima potrebbe essere di buon senso la scelta di concedere le agevolazioni sul lavoro al referente principale (magari quello che ha due permessi su tre, o quello che ha un legame di parentela con la persona disabile più diretto), che però continua a non essere più unico.
Ma nessuno può escludere anche l’altra ipotesi: che ci sia una estensione dei privilegi (sembra improbabile, altrimenti avrebbero potuto anche aumentare i giorni complessivi di permesso retribuito).

Legge 104, permesso condiviso: e i congedi?
Per il congedo straordinario biennale la questione è molto più semplice. Il principio base è questo: per una persona con disabilità si possono avere al massimo due anni di congedo. Che sia uno o più caregiver a utilizzare quel periodo poco cambia. Un po’ come per i permessi: restano tre giorni al mese, anche con più caregiver familiari.
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