IA, l’assistente digitale Inps non è molto intelligente

IA, l'assistente digitale Inps non è molto intelligente: gli utenti segnalano le imprecisioni del nuovo consulente digitale. L'attivazione è recente, ci può stare, nonostante gli annunci in pompa magna. Preoccupa però la possibilità mai smentita che a stabilire le percentuali di invalidità sia una intelligenza artificiale.
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2/12/23

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La rivoluzione digitale dell’istituto di previdenza non funziona bene. L’innovazione stata presentata in pompa magna: una rivoluzione epocale. L’intelligenza artificiale entra nella previdenza: tutto sarà più semplice per i cittadini. E invece…

INDICE:

L’assistente Inps e il consulente digitale sono stati provati dagli assistiti, ci hanno segnalato delle incongruenze, ovvero risposte sbagliate a quesiti precisi. Siamo andati a verificare, per capire se l’intelligenza artificiale che avrebbe dovuto migliorare il rapporto tra i cittadini e la previdenza, accorciare le distanze e contribuire a chiarire dubbi e incertezze, davvero non funziona come dovrebbe.

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Assistente digitale Inps: consulenza e notizie

Parliamo, lo avrete capito, dei servizi attivati nel giugno scorso: il consulente digitale delle pensioni e Inps Notizie.

Il primo è lo strumento informativo che consente di conoscere il percorso più semplice per la verifica dei requisiti prima presentare le istanze; il secondo permette di consultare tutte le news e i comunicati stampa emessi dall’istituto, una sorta di notiziario della previdenza. La funzione sfrutta gli assistenti vocali Alexa e Google Assistant.

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Assistente digitale Inps: la rivoluzione (all’inizio)

Il progetto fa parte di una più vasta operazione di digitalizzazione dell’istituto finanziata nell’ambito dei progetti del Pnrr. Insomma l’intelligenza artificiale al servizio dei cittadini.

Ebbene siamo andati a verificare il funzionamento di questi servizi. E non sono molto precisi, anzi. Eppure da funzioni del genere ci aspettiamo velocità, precisione, informazioni dettagliate.

Assistente digitale Inps: non funziona

Quando abbiamo chiesto all’assistente vocale Inps di leggere in ordine cronologico le ultime notizie dell’ente, ok, funziona. Anche se i testi a volte un po’ troppo tecnici dell’Istituto non sono così comprensibili, e quindi è meglio leggerli sul monitor.

Le cose si complicano quando si attiva il tasto ricerca per filtrare le notizie. Lì l’intelligenza artificiale Inps va un po’ nel pallone.

Non risulta troppo precisa neppure con le informazioni rispetto ai requisiti pensionistici. O meglio, non sempre.

Assistente digitale Inps: fase iniziale

Possiamo dire che si è ancora nella fase iniziale, quasi sperimentale, e serve un po’ di tempo per tarare al meglio le funzioni e le capacità del nostro assistente digitale. Tutto vero, o meglio: tutto può starci.

Nessuno è perfetto, nemmeno l’Inps. Evidentemente neppure l’intelligenza artificiale, che avrà bisogno di essere “allenata” per rendere più efficiente un ente di previdenza sociale.

Assistente digitale Inps: la preoccupazione

Ma il dubbio che ci suscita questa banale defaillance è purtroppo un altro, ed è molto più preoccupante. Ci spieghiamo.

Siamo convinti che la digitalizzazione possa migliorare e di molto il servizio previdenziale, che possa cioè renderlo più semplice, comprensibile e a portata di mano dei cittadini.

Anzi, speriamo vengano implementati i sistemi di intelligenza artificiale, migliorata l’esperienza online e adottata la blockchain, così da rendere possibile l’accesso a misure previdenziali o assistenziali senza dover attendere mesi e con la facilità di un click.

Ma ora siamo lontani da quella fase. Diciamo che tutte quelle possibilità sono al momento poco più che embrionali: per l’assistente e il consulente digitale delle pensioni, che sono solo il primo passo di una vera rivoluzione, bisognerà dunque aspettare un po’ per vederli al meglio dell’operatività.

Ne siamo consapevoli, possiamo scherzarci su, magari sicuri che da qui a qualche mese (speriamo) la situazione sarà molto migliorata.

Assistente digitale Inps: decide l’invalidità?

Ma – e qui veniamo al punto – se la fase è ancora embrionale, come fa l’Inps a lasciar intendere che presto sarà l’intelligenza artificiale e sulla base della documentazione medica inviata dagli assistiti a stabilire la percentuale di invalidità? A decidere in pratica se una persona ha diritto o meno a determinati benefici anche economici?

Su questi aspetti non c’è da scherzare. Che non funzioni a dovere l’assistente che legge le news, poco importa. Che il consulente digitale delle pensioni capisca a volte fischi per fischi ci può irritare, ma non danneggiare.

Ma lasciare che stringhe di codice stabiliscano se una persona abbia diritto o meno al riconoscimento della pensione di inabilità o all’indennità di accompagnamento ci sembra davvero preoccupante.

Assistente digitale Inps: uno scenario improbabile

Soprattutto se il sistema non è ancora perfezionato. Può essere uno strumento semplice quando l’invalidità di una persona è acclarata per una palese menomazione o una patologia estremamente grave.

O al contrario quando il cittadino ha chiesto il riconoscimento dell’invalidità civile per una malattia che incide poco o nulla sua sua capacità di lavoro. Il problema è per tutto quello che c’è tra questi due casi opposti.

Ovvero la maggior parte dei pazienti che viene sottoposta a visita dalle commissione mediche.

Assistente digitale Inps: non è molto intelligente…

Assistente digitale Inps: solo consultivo?

Ora, vogliamo immaginare che il parere della macchina sia solo consultivo per i medici delle commissioni integrate. Che dia cioè una indicazione di massima che verrà poi arricchita e analizzata da esperti in carne e ossa. Ma andrà davvero così? O con il tempo e per velocizzare il disbrigo delle pratiche il nostro cervellone digitale diventi l’attore principale e insindacabile, quello che stabilisce chi ha diritto e a cosa?

Su questo non si sa nulla. Dopo quell’annuncio l’Inps non ha più scritto una riga. Le associazioni di categorie si sono dette pronte a tutto per impedire la realizzazione di questo scenario. Già all’epoca avevano ragione. Ora, dopo l’incerto avvio della consulenza digitale, ancora di più.

Speriamo che l’Inps ci abbia ripensato.

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