Cosa sono i gruppi per l’inclusione territoriale

Gruppi per l’inclusione territoriale: cosa sono, a cosa servono e perché sono importanti per i bambini con disabilità.
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6/12/23

Cosa sono i gruppi per l’inclusione territoriale? Chi li supervisiona e come possono essere utili ai bambini con disabilità? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

La scuola italiana, per garantire a tutti gli alunni un ambiente accogliente in cui realizzare il proprio percorso formativo e didattico a prescindere dalle diversità funzionali e da bisogni specifici, è una scuola inclusiva che accompagna gli studenti nella crescita personale, sociale e formativa.

Le istituzioni scolastiche, per realizzare un’efficiente inclusione, hanno a disposizione una rete di supporto territoriale, allo scopo di condividere le problematiche e gestire le risorse disponibili.

I gruppi per l’inclusione territoriale si propongono come obiettivo principale il soddisfacimento dei bisogni educativi cosiddetti “speciali”. Vediamo chi supervisiona questi gruppi, come funzionano e come possono essere di aiuto ai bambini con disabilità.

INDICE

Cosa sono i gruppi per l’inclusione territoriale

I gruppi per l’inclusione territoriale (GIT) sono il prodotto dell’esperienza maturata nelle scuole dal lavoro quotidiano con i bambini diversamente abili.

Si tratta, in sostanza, di un’associazione territoriale costituita da una rete mista di scuole, enti locali e associazioni, che rappresentano l’interfaccia fra l’Amministrazione (che li supervisiona) e le scuole stesse, coordinando le proprie attività con Province, Comuni, Municipi, Servizi Sanitari, Associazioni delle persone con disabilità, centri di ricerca, di formazione e di documentazione in tema di bisogni educativi speciali (Direttiva 27/12/2012) e coordinando le iniziative finalizzate all’integrazione di queste persone.

I rappresentanti di tutte queste istituzioni collaborano fra di loro, programmando interventi di sensibilizzazione e formazione destinati a tutti coloro che operano a contatto con i bambini diversamente abili.

Tutte le azioni sono supervisionate dall’Ufficio Scolastico Regionale, ma ogni scuola mantiene la propria libertà di azione per quanto riguarda la formazione, la relazione di rete, le attività di promozione, l’acquisto e l’utilizzo di attrezzature e sussidi didattici specifici da offrire in comodato d’uso alle scuole che ne fanno richiesta.

Andiamo a vedere la normativa di riferimento per i gruppi per l’inclusione territoriale, come sono composti e quali sono le loro funzioni nel dettaglio.

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Cosa sono i gruppi per l’inclusione territoriale: la normativa

I gruppi per l’inclusione territoriale permettono la formazione dei gruppi di Lavoro per l’Inclusione (GLI) presenti in ogni istituzione scolastica, che si occupano di collaborare alle iniziative educative e di inclusione predisposte dal Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF).

I GLI nascono con la legge 104/1992, all’art. 15 comma 2, reiterato dall’articolo 317 comma 2 del DPR 297/94, dove è stabilito che in ogni istituzione scolastica debba essere attivato un gruppo di lavoro per l’integrazione scolastica, che si deve occupare esclusivamente di alunni con disabilità certificata.

Con la Direttiva ministeriale 27 dicembre 2012 e la successiva Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013 avente a oggetto “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”, la funzione del gruppo di lavoro viene estesa a tutte le problematiche relative ad alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES).

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Quali sono gli obiettivi dei gruppi per l’inclusione territoriale               

Gli obiettivi dei gruppi per l’inclusione territoriale sono:

  • favorire un clima di accoglienza e inclusione nei confronti dei nuovi studenti e delle loro famiglie;
  • promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola, famiglie ed enti territoriali coinvolti;
  • promuovere iniziative di formazione e informazione sui BES rivolte al corpo docente e ai genitori di alunni con BES;
  • favorire il successo scolastico e formativo e prevenire blocchi nell’apprendimento, agevolando la piena inclusione sociale.

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Da chi sono composti i gruppi per l’inclusione territoriale

I gruppi per l’inclusione territoriale sono composti da:

  • un dirigente tecnico o un dirigente scolastico che li presiede;
  • tre dirigenti scolastici dell’ambito territoriale;
  • due docenti, uno per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione scolastica e uno per il secondo ciclo di istruzione, nominati con decreto del dirigente preposto all’USR o di un suo delegato.

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Gruppi per l’inclusione territoriale
Cosa sono i gruppi per l’inclusione territoriale

Quando si riuniscono i gruppi per l’inclusione territoriale

I gruppi per l’inclusione territoriale si riuniscono in media due volte l’anno. I Dirigenti Scolastici, provvedono alla programmazione generale dell’inclusione scolastica nelle scuole e hanno il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione previste dal piano educativo individualizzato (PEI) dei singoli alunni con disabilità e dal Piano Didattico Personalizzato dei singoli alunni con altri BES.

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Quali funzioni svolgono i gruppi per l’inclusione territoriale

I gruppi per l’inclusione territoriale svolgono le seguenti funzioni:

  • analizzare la situazione complessiva nell’ambito delle Istituzioni scolastiche: numero degli alunni in situazione di disabilità (DSA o BES);
  • analizzare le risorse degli istituti, sia umane che materiali (locali, ausili);
  • verificare la periodicità degli interventi a livello di Istituti, evidenziando le criticità;
  • formulare proposte per la formazione e l’aggiornamento dei docenti e del personale ATA, in concerto con le Asl e gli enti locali o reti di scuole.

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