Le persone disabili hanno più opportunità di lavoro all’estero? I lavoratori disabili come sono tutelati Europa? Qual è la situazione delle persone con disabilità e lavoro all’estero? (scopri le ultime notizie su categorie protette, Legge 104, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Le persone con disabilità trovano meno lavoro, ma vengono anche pagate di meno rispetto ai lavoratori senza disabilità.
I dati provengono dal rapporto sui diritti umani del Forum europeo della Disabilità. In questo approfondimento parliamo di persone con disabilità e lavoro all’estero.
Indice
Persone con disabilità e lavoro all’estero: i dati del Forum europeo della Disabilità
Riguardo alle persone con disabilità e lavoro all’estero, il rapporto sui diritti umani del Forum europeo della Disabilità restituisce un’immagine desolante.
Il dato principale è quello della totalità degli occupati. Il rapporto ci mostra che solo il 51,3% delle persone attive con disabilità in età lavorativa nell’Unione Europea ha un lavoro retribuito.
Ancora una volta, inoltre, le donne e i giovani risultano i gruppi più svantaggiati: solo il 49% delle donne e il 47% dei giovani con disabilità hanno un lavoro retribuito.
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Persone con disabilità e lavoro all’estero: i Paesi peggiori e migliori
In merito alle persone con disabilità e lavoro all’estero, il rapporto sui diritti umani indaga sui singoli Paesi dell’Unione Europea, tracciando una mappa degli Stati dove la realtà occupazionale delle persone con disabilità è migliore o peggiore.
Secondo i dati, la situazione è particolarmente grave in 4 paesi dell’UE: Grecia, Irlanda, Croazia e Spagna.
L’Italia è nel gruppo più “di mezzo”, con il 51,6% degli occupati. Questo, nonostante sia l’unico Paese ad avere una legge (Legge 68/1999) che favorisce l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità. Questo ci fa capire maggiormente quanto sia utile intervenire sulla stessa Legge per modificarla e migliorarla.
Meglio di tutti fanno la Danimarca (60,1%), Estonia (64,9%) e Lettonia (60,8%).
Sempre sul tema del lavoro, l’Italia ha un enorme problema legato al numero di giovani che, dopo la scuola “dell’obbligo” scelgono di non studiare e di non lavorare rientrando così nella categoria dei NEET, i giovani inattivi.
Persone disabili e categorie protette: chi è considerata persona disabile, chi può rientrare nelle categorie, quando entrambe le figure corrispondono e danno accesso alle agevolazioni in ambito di inserimento lavorativo.
Differenza tra persone con disabilità e lavoro all’estero e persone senza disabilità
Le persone con disabilità e lavoro all’estero, quindi, sono svantaggiate dalla loro stessa disabilità e hanno difficoltà a trovare un’occupazione.
Lo dimostrano anche i numeri a confronto tra persone occupate, con o senza disabilità. I dati del 2022 della Commissione Europea dimostrano come in Europa le persone con un lavoro siano il 75,6%, mentre quelle occupate con disabilità sono il 51,3% (con un divario di 24,4 punti percentuali).
Un dato sconfortante è quello che ci dice come anche nei Paesi in cui il tasso di occupazione generale è elevato, il dato relativo alla situazione occupazionale delle persone con disabilità non risulti in tutti i casi migliore che in altri Stati dell’Unione Europea, come ad esempio in Svezia, in Germania e in Italia.
Scopri cosa è previsto per le persone con disabilità e lavoro all’estero, ovvero se il riconoscimento dell’invalidità in Italia vale anche per lavorare in un’altra Nazione o se è necessario procedere in altri modi.
Persone con disabilità e lavoro all’estero: perché la situazione è così desolante?
Il rapporto ha individuato diverse ragioni per cui lo scenario delle persone con disabilità e lavoro all’estero è così desolante.
Innanzitutto, il divario di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente sarebbe causato dalla mancanza di accomodamenti ragionevoli, ovvero di tutte quelle soluzioni messe in atto per permettere di al lavoratore disabile di svolgere al meglio il proprio lavoro in base alle sue capacità residue e alla tipologia di disabilità.
Abbiamo parlato di accomodamento ragionevole in questo approfondimento: Accomodamento ragionevole disabili, esempi per capirlo.
Altre ragioni riedono nella discriminazione strutturale, nel pregiudizio subito dalle persone con disabilità e nella mancanza di accesso a un’istruzione inclusiva e di qualità.
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Persone con disabilità e lavoro all’estero: donne più svantaggiate degli uomini
Tra le persone con disabilità e lavoro all’estero, come abbiamo accennato, le donne sono più svantaggiate rispetto agli uomini.
I numeri dell’occupazione femminile sono peggiori, nonostante le donne con disabilità siano, in media, più istruite degli uomini con disabilità.
Secondo una relazione della Commissione del 2022, che analizza i dati comparativi per persone con disabilità nel mondo del lavoro, nel 2019 il 49% delle donne dai 20 ai 64 anni con disabilità erano occupate, rispetto al 53,9% degli uomini con disabilità.
Le donne senza disabilità, inoltre, erano sempre occupate in percentuale minore rispetto agli uomini.
Inoltre, in tutta Europa, le donne con disabilità hanno tassi di occupazione a tempo pieno inferiori rispetto a donne senza disabilità.
Ancora, le donne con disabilità vengono pagate meno non solo rispetto agli uomini con disabilità ma anche rispetto alle donne senza disabilità.
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Persone con disabilità e lavoro all’estero: gli assegni di invalidità sono necessari anche in caso di occupazione
Anche nei casi in cui le persone con disabilità e lavoro all’estero abbiano un’occupazione a tempo pieno, il rapporto sui diritti umani invita i Paesi dell’Unione Europea a continuare a fornire assegni di invalidità come mezzo per compensare le numerose spese dovute a bisogni maggiori.
Le persone con disabilità, infatti, devono far fronte a costi aggiuntivi dovuti a farmaci, assistenza, ma anche alla vita in una società spesso inaccessibile. Proprio per questo sono più a rischio di povertà e hanno diritto a sostegni economici statali.
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