Nuova residenza devo cambiare medico di base? Vediamo se è obbligatorio o se c’è la possibilità di mantenere lo stesso medico di famiglia (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
Indice
- Cambiare il medico di base con nuova residenza: differenze
- Cambiare il medico di base con nuova residenza: quando
- Cambiare il medico di base con nuova residenza: comunicazioni
- Cambiare il medico di base con nuova residenza: informare chi?
- Cambiare il medico di base con nuova residenza: ragioni
- Cambiare il medico di base con nuova residenza: il parere del Comitato
- Cambiare il medico di base con nuova residenza: Ufficio revoca
- Cambiare il medico di base con nuova residenza: elenco medici
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Molti cittadini, anche quando trasferiscono la residenza in un altro comune, gradirebbero non cambiare anche il medico di base, perché magari lo conoscono da tempo, sono affezionati e questi conoscono alla perfezione la loro storia clinica.
Verifichiamo se è possibile, come, e anche cosa bisogna invece fare se si vuole cambiare il medico di base (in questo caso a prescindere dalla residenza).
Su invaliditaediritti abbiamo spiegato cosa prevede l’assistenza sanitaria in Italia per le persone con disabilità, come è organizzata l’assistenza domiciliare, quella integrata e come si sceglie una badante competente per prestarla a casa.
Cambiare il medico di base con nuova residenza: differenze
Prima di tutto va fatta una precisazione iniziale. Se il trasferimento nella nuova residenza è in un comune che rientra nella stessa Asl di competenza tutto è più agevole. Se invece l’Asl è diversa, l’iter burocratico è un po’ più complesso.
Vediamo dunque come funziona e se e quando è possibile cambiando residenza avere comunque lo stesso medico di base.
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Cambiare il medico di base con nuova residenza: quando
Quando si cambia residenza? Quando un cittadino decide di trasferire la sua dimora abituale da un Comune a un altro. Rientra in questi casi anche un eventuale trasferimento all’estero.
Possono richiedere il cambio di residenza solo i maggiorenni. Chi ha più di 18 anni può decidere per sé stesso o anche per l’intero nucleo familiare, ma solo – nel secondo caso – se risulta è un genitore o tutore.
Vediamo come si chiede il cambio di residenza. È necessario presentarsi all’Ufficio anagrafe e presentare una dichiarazione nella quale si certifica:
- il Comune in cui era stata stabilita l’ultima residenza;
- l’indirizzo della nuova residenza;
- i dati personali di chi presenta la richiesta e degli eventuali familiari che lo seguono nel trasferimento.
Bisogna anche ricordare che da qualche mese è possibile fare il cambio di residenza anche online in tutta Italia, collegandosi al portale dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente.
Per farlo si accede al portale dell’Anagrafe e poi nell’area riservata ai servizi per il cittadino con la propria identità digitale (Cie, Spid o Cns). Bisogna compilare online la richiesta anagrafica per sé e i componenti eventuali della famiglia e inviarla in automatico al Comune competente (basta seguire le indicazioni che sono pubblicate nell’area del servizio).
Cambiare il medico di base con nuova residenza: comunicazioni
Quando si cambia la residenza è obbligatorio inviare la comunicazione anche a enti e aziende. In determinate occasioni chi non rispetta quest’obbligo può anche ricevere una sanzione.
Il motivo è chiaro: chi si trasferisce senza dire nulla non può ricevere multe, tributi, cartelle esattoriali.
Anche se con l’Anagrafe nazionale online oggi è molto più semplice individuare la nuova residenza dei cittadini. Anche di quelli che non hanno fornito alcuna indicazione.
Cambiare il medico di base con nuova residenza: informare chi?
Ma a chi bisogna farlo sapere quando si cambia la residenza?
Vediamo:
- all’ufficio anagrafe del Comune dove si andrà ad abitare (la nuova residenza);
- alle compagnie che forniscono luce, acqua, gas e telefono: è necessario chiudere i precedenti contratti per non ricevere più le bollette (o disporre le volture a nuovi intestatari, dipende) e aprire posizioni nuove con altri gestori;
- all’ufficio tasse del nuovo Comune di residenza: per evitare sanzioni e interessi di mora per la Tari, la Tasi, ecc.;
- all’Agenzia delle Entrate: per gli stessi motivi dell’ufficio tasse del Comune;
- al datore di lavoro: per le pratiche che l’azienda svolge sempre in materia di tasse e di contributi previdenziali;
- all’Aci se si è proprietari di un’auto;
- alla compagnia di assicurazioni;
- alla banca che gestisce le carta di credito;
- al medico di famiglia.
Veniamo al dunque, il cambio di residenza e il medico di famiglia.
Cambiare il medico di base con nuova residenza: ragioni
Non sempre è necessario cambiarlo, potrebbe essere una scelta opportuna se la distanza tra la nuova residenza e lo studio del medico di base fosse eccessiva.
Le ragioni per le quali un cittadino non vuole cambiare il medico di base possono essere molteplici:
- nel corso degli anni si è instaurato un rapporto di fiducia e non si vuole perdere l’importante continuità nell’assistenza sanitaria personale e della eventuale famiglia;
- si tratta dello stesso medico che ha in cura anche la persona convivente;
- perché il medico ha uno studio a poca distanza da dove il cittadino svolge la sua attività lavorativa o semplicemente perché si trova in una zona comoda da raggiungere per visite o richieste di ricette o impegnative;
- perché ha avviato una terapia per una patologia cronica documentata o per un’invalidità civile e si vuole che sia lui a proseguirla.
Cambiare il medico di base con nuova residenza: il parere del Comitato
Se comunque il trasferimento è in un Comune che si trova in un territorio dove è competente una Asl diversa e non limitrofa, sarà necessario avere il parere del Comitato aziendale dell’Asl.
In pratica funziona così:
- il cittadino riceve l’assegnazione provvisoria del medico scelto;
- poco dopo viene comunicato il parere del Comitato:
- se è negativo il medico viene revocato dalla data in cui il cittadino ha ricevuto la raccomandata.
È pur vero che se si decide di non cambiare il medico di famiglia quando c’è il trasferimento in un Comune diverso, il medico non avrà più l’obbligo delle visite domiciliari.
Cambiare il medico di base con nuova residenza: Ufficio revoca
Se invece si vuole cambiare il medico di famiglia quando si cambia residenza?
La prima cosa da fare è quelle di andare all’Asl competente nella nuova residenza e recarsi all‘Ufficio Scelta e Revoca. Lì si sceglie il medico ed eventualmente il pediatra, oltre ad aggiornare i dati sulla tessera sanitaria con il nuovo indirizzo.
Alla richiesta bisogna allegare:
- l’autocertificazione o il certificato di residenza anagrafica;
- il certificato di avvenuta cancellazione dagli elenchi dell’Asl precedente;
- la tessera sanitaria;
- un documento di identità.

Cambiare il medico di base con nuova residenza: elenco medici
A questo punto l’Asl mette a disposizione dei cittadini un elenco di medici che operano sul territorio.
Le Asl per ogni medico dovranno anche fornire:
- il curriculum;
- gli orari di ricevimento dell’ambulatorio;
- le caratteristiche strutturali e strumentali di ogni studio medico.
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