Lo smart working sarà rinnovato dopo il 30 giugno? Cosa intende fare il governo per i lavoratori fragili e i genitori di figli con meno di 14 anni? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).
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La scadenza di giugno è ormai prossima e l’esecutivo è chiamato a trovare in tempi rapidi una soluzione. A marzo il lavoro agile è stato prorogato per i fragili (nel pubblico e nel privato) e per i genitori con figli under 14 (solo nel settore privato).
Dalle notizie che filtrano dall’esecutivo la questione è sul tavolo del ministro del Lavoro, Marina Calderone.
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Poco prima dell’ultima scadenza (il 31 marzo) il governo ha deciso quasi in extremis. L’indecisione era motivata dai costi: erano necessari per finanziare la proroga 16 milioni di euro. Sono stati trovati quando sembrava quasi inevitabile la rinuncia a una nuova proroga del provvedimento.
Per ora non ci sono certezze. Lo smart working è legato ancora all’emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del Covid negli anni scorsi, ora che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato ufficialmente la fine della pandemia, un eventuale provvedimento di proroga, magari esteso solo ai lavoratori più fragili, non potrebbe essere adottato con le stesse motivazioni.
Vediamo in questo post con quali patologia si ha diritto allo smart working; c’è un articolo che spiega a chi spettano gli sconti per la telefonia con disabilità motoria.
Smart working, gli scenari
Al momento la situazione è questa: dal primo luglio sia i lavoratori fragili, sia i genitori con figli under 14 dovranno tornare in presenza. Ovviamente nel caso l’esecutivo non decidesse di attivare un’ulteriore proroga del provvedimento.
Una soluzione alternativa potrebbe arrivare dalla contrattazione collettiva che oggi ha disciplinato la materia dello smart working. In quel caso si potrebbe continuare a lavorare da casa. Del resto proprio durante la pandemia sono molte le aziende che hanno verificato gli effetti positivi del lavoro agile, che non solo non pregiudica le prestazioni del lavoratore, ma ne migliora la produttività (riducendo le spese per l’impresa).
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Smart working, nel settore pubblico
Nel settore pubblico l’accordo per continuare a lavorare da casa deve contenere almeno questi elementi:
- durata dell’accordo (che può essere a termine o a tempo determinato);
- modalità di svolgimento della prestazione lavorativa (giornate di lavoro da svolgere in sede e quelle da svolgere a distanza);
- modalità di recesso;
- ipotesi di giustificato recesso;
- tempi di riposo (su base giornaliera e settimanale, periodi di disconnessione);
- modalità di controllo della prestazione lavorativa.
Queste regole sono più o meno le stesse che si applicano anche per il settore privato.
Smart working, fragili, caregiver, genitori con figli under 14
Ci sono comunque delle priorità da rispettare quando i datori di lavoro (sia pubblici, sia privati) stipulano accordi per la prestazione dell’attività lavorativa in modalità agile (giorni in presenza e giorni da casa) o di smart working.
Ovvero, bisogna dare precedenza alle richieste che vengono avanzate da lavoratori con disabilità accertata, da caregiver che devono assistere familiari con disabilità grave (legge 104, comma 3) e dai genitori che hanno figli con meno di 12 anni (e senza alcun limite di età se i figli hanno una disabilità – articolo 3, comma 3 della legge 104)).
Questo diritto di precedenza è previsto dall’articolo 18 della legge 81 del 2017 e dal decreto legislativo numero 105 del 2022 (articolo 4, lettera b).
Cosa significa? Se queste categorie chiedono di essere adibite al lavoro agile dovranno avere la precedenza rispetto ad altri lavoratori e non potranno in alcun modo essere sanzionate, demansionate, licenziate o trasferite.
Smart working, le due interpretazioni
Sul diritto allo smart working sono emerse negli ultimi mesi due diverse interpretazioni della normativa, riguardano in particolare i lavoratori fragili e i genitori con figli che hanno meno di 14 anni:
- il diritto al lavoro da casa al 100 per cento, anche se non era stato previsto dalla normativa in modo esplicito;
- il diritto al 100 per cento di svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile, e quindi in parte da remoto e in parte in presenza.

Smart working, le proposte
Prima dell’ultima proroga (quella del 31 marzo), il Movimento 5 Stelle (e in parte anche il Pd) aveva proposto di estendere la possibilità di svolgere il lavoro in modalità agile a tutti i lavoratori fragili fino al 31 dicembre, consentendo a chi svolge attività non compatibili con il lavoro da remoto, di poter equiparare le assenze ai periodi di malattia (o, in caso contrario, di assegnare al dipendente altre mansioni compatibili con lo smart working senza prevedere una decurtazione dello stipendio).
È probabile che quelle proposte vengano riformulate, ma all’epoca il punto di partenza era la convinzione che «il Covid non era stato sconfitto definitivamente», una tesi che oggi non potrebbe più essere sostenuta.
E infatti, lo ripetiamo, il 5 maggio scorso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha dichiarato dopo poco più di 3 anni la fine della pandemia.
In pratica il Covid continuerà a essere considerata una patologia da controllare e gestire, come tutte le altre malattie infettive.
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