Quanto costa una badante: fino a 2.500 euro al mese

Quanto costa una badante: il prezzo massimo mensile supera i 2.500 euro, troppo per quasi tutte le famiglie. Ma non solo: deduzioni e detrazioni sono irrisorie. L’analisi e le proposte dell’associazione di categoria Assindarcolf: agevolazioni fiscali al 100%, così si combatte anche il lavoro nero.
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6/12/23

Quanto costa una badante: fino a 2.500 euro al mese, una cifra che decisamente non è per tutti, fuori dalla portata di tante famiglie. A calcolare il prezzo è stato uno studio effettuato da Assindatcolf, l’associazione nazionale datori di lavoro domestico. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

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In realtà la cifra massima determinata con questa elaborazione è anche più alta: 2.641,61 euro. Ma cambia poco: sono somme insostenibili per gran parte delle persone e dei nuclei familiari che avrebbero bisogno di una collaboratrice per accudire pazienti anziani o affetti da gravi patologie. 

Lo Stato non offre alcun tipo di sostegno e le detrazioni e deduzioni fiscali sono irrisorie. Senza contare che il governo sta per approntare una serie di tagli ulteriori alle detrazioni.

Su questo argomento potrebbe interessarti un articolo che spiega come funziona la badante con resistenza a casa dell’assistito; o anche quanto dura il periodo di prova di una badante; c’è anche un post interessante che spiega come e quando è possibile assumere una badante per un solo mese.

Quanto costa una badante: la cifra massima

Ovviamente quei 2.641 euro è la cifra massima (che in un anno comporterebbe una spesa di 29.783,14 euro). E che prevede:

  • l’assunzione della collaboratrice a tempo pieno;
  • il regime della convivenza;
  • la sostituta per coprire i giorni di riposo e le ore di permesso che sono previsti dal contratto nazionale di lavoro.

A dire il vero, non è che le cose cambierebbero molto se pure si rinunciasse alla sostituta. Il costo resterebbe troppo alto per tante famiglie.

L’associazione di categorie nel suo studio ha effettuato diverse proiezioni. I costi cambiano a seconda delle mansioni e della tipologia di contratto. Vediamo nel dettaglio.

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Quanto costa una badante a tempo pieno (54 ore a settimana)

Iniziano dalla badante a tempo pieno impegnata per 54 ore settimanali. Per queste mansioni la collaboratrice deve essere inquadrata con il livello Cs (quello che si applica per l’assistenza a persone non autosufficienti). 

Il costo mensile è di 1.516,98 euro (17.117,46 euro l’anno).

All’interno di quella cifra sono anche comprese:

  • la retribuzione della badante;
  • il rateo della tredicesima;
  • le ferie e i contributi trimestrali Inps e Cassacolf.

Quanto costa una badante non convivente (40 ore settimanali)

In questo caso il costo complessivo aumenta. E infatti se l’assistente è impegnata per 8 ore al giorno (5 giorni la settimana), l’esborso complessivo sarà di 1.695,71 euro (19.112,65 euro l’anno).

Quanto costa una badante in sostituzione (h24 l’intera settimana)

Ci sono casi, e non sono molti, in cui la persona da assistere ha bisogno di essere accudita costantemente. E quindi anche nei giorni e nelle ore che la badante assunta deve assentarsi per riposo e giorno libero.

In genere le badanti sostitute possono  essere assunte in due diverse modalità:

  • per 15 ore settimanali: così da coprire la mezza giornata di riposo e la domenica, quando di assenta la “titolare”;
  • per 25 ore settimanali: così da coprire oltre alla mezza giornata e alla domenica anche le due ore giornaliere di riposo.

Con questi costi mensili (e annuali):

  • per le 15 ore settimanali il costo sarà di 704,03 euro al mese (7.95,41 euro l’anno);
  • per le 25 ore settimanali il costo sarà di 1.124,63 euro al mese (12.665,68 euro l’anno).

Quanto costa una badante con una sostituta

Come si arriva alla cifra che abbiamo indicato nel titolo, oltre 2.500 euro?

Basta sommare il costo della badante titolare con quello della sostituta:

  • se la badante a tempo pieno viene associata a una sostituta per 15 ore, si arriva alla somma di 2.221,01 euro al mese (25.067,87 euro l’anno);
  • se la badante convivente fosse invece associata a una sostituta a 25 ore, si arriverebbe appunto a 2.641,61 euro al mese (29.783,14 euro l’anno).

Quanto costa una badante e cosa prevede lo Stato

I costi sono elevatissimi dunque. Soprattutto per accudire delle persone non autosufficienti. Lo Stato non fa molto per alleviare queste spese. Anche per questo molti familiari preferiscono lasciare il lavoro piuttosto che accollarsi l’onere insostenibile di assumere una collaboratrice domestica (che ha un costo complessivo superiore alla gran parte degli stipendi).

Come accennato le deduzioni e detrazioni fiscali sono irrisorie, lo vedremo nel prossimo paragrafo.

Quanto costa una badante: fino a 2.500 euro al mese

Quanto costa una badante, detrazioni e deduzioni

L’attuale sistema fiscale permette ai datori di lavoro domestico di portare in deduzione solo una quota dei contributi versati all’Inps (per un massimo di 1.549,37 euro l’anno) e di detrarre una piccola parte dello stipendio (399 euro l’anno). E questo è possibile solo se si ha un reddito inferiore a 40mila euro.

Cifre che dopo aver visto i costi sono al limite del ridicolo. E non consentono alle famiglie di avere un reale beneficio.

Come abbiamo detto il governo sta anche studiando una riduzione delle detrazioni…

Quanto costa una badante, la richiesta al governo

Il presidente di Assindatcolf, Andrea Zini, propone la «totale deduzione del costo domestico», che sarebbe anche un’arma formidabile contro il lavoro nero (che per certe famiglie, visti i prezzi, sembra una soluzione senza alternativa).

«Confidiamo – ha aggiunto Zini –  nel cammino istituzionale del Disegno di Legge Delega che, nel testo recentemente approvato, prevede una Prestazione Universale per la Non Autosufficienza. Un’indennità alternativa a quella di accompagnamento, con un ammontare graduato in base al fabbisogno assistenziale dell’anziano, senza vincoli d’uso, quindi utilizzabile anche per i servizi alla persona e maggiorabile nel caso di una fruizione tracciata: un modo questo per disincentivare l’utilizzo dei sostegni statali per pagare il ‘nero’». 

«L’appello che rivolgiamo al Governo – ha concluso il presidente di Assindatcolf – è quello di valorizzare sempre più, all’interno del processo di riforma, il ruolo delle famiglie e la professionalità delle assistenti familiari, le ‘badanti’, figure ormai fondamentali nell’organizzazione della domiciliarità e quindi nel sistema di welfare di questo Paese».

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