Pensione di invalidità, vediamo con quali redditi è possibile cumularla e quali sono i limiti da non superare.(entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
Indice
- Pensione di invalidità: due requisiti
- Pensione di invalidità: differenze
- Pensione di invalidità: redditi che rientrano
- Pensione di invalidità: redditi da escludere
- Pensione di invalidità: a chi spetta, importo e requisiti
- Pensione di invalidità: incompatibilità
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La questione della cumulabilità dei redditi per la pensione di invalidità civile si presenta in maniera costante. Si tratta infatti di una prestazione che viene riconosciuta se si rispettano determinati requisiti.
Pensione di invalidità: due requisiti
Il primo è quello sanitario (una invalidità superiore al 74%). Il secondo, appunto, è quello reddituale: bisogna dimostrare di essere in uno stato di bisogno economico e non aver quindi un reddito superiore a 5.010,20 euro.
Sul requisito sanitario c’è poco da aggiungere: chi ha quella determinata percentuale di riduzione della capacità lavorativa rientra, chi è al di sotto di quella soglia no.
Il requisito reddituale, con la possibilità di cumulo, risponde invece a una serie più estesa di variabili. Per questo motivo riteniamo sia importante fornire chiarimenti e un quadro che sia il più possibile definitivo.
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Pensione di invalidità: differenze
Per ulteriore chiarezza: stiamo parlando – lo avrete capito dalla percentuale richiesta di invalidità – degli invalidi civili parziali. L’importo previsto per questa prestazione è di 291,69 euro (per il 2022, in attesa della rivalutazione dei prossimi mesi). La confusione potrebbe crearsi con la pensione agli invalidi civili totali (100%), che però ha differenti requisiti sanitari e di reddito. O con la pensione di inabilità lavorativa, che è una misura previdenziale (legata quindi ai versamenti contributivi).
C’è differenza anche con l’assegno ordinario di invalidità, che è un trattamento previdenziale e non assistenziale. E oltre al requisito sanitario ne prevede anche uno previdenziale (versamento di contributi, almeno 5 anni).
Cosa ancora diversa è l’indennità di accompagnamento, che non è un trattamento pensionistico ma un sostegno a chi non è in grado di deambulare o di occuparsi delle cose quotidiane della vita. In questi caso conta il requisito sanitario, ma non ha rilevanza quello di reddito.
Pensione di invalidità: redditi che rientrano
Dunque, il limite di reddito è di 5.010,20. Per arrivare a quella soglia vengono calcolati i redditi di qualsiasi natura ai fine dell’imposta (ovviamente al lordo degli oneri deducibili e delle ritenute fiscali).
Cerchiamo di essere più chiari. Questi sono i redditi devono essere sommati per determinare il limite di reddito:
- stipendi e pensioni (sono compresi anche i redditi da lavoro le pensioni concesse da enti internazionali);
- i redditi che provengono da terreni e fabbricati (si escluse solo l’abitazione);
- i redditi di impresa e di lavoro autonomo;
- gli arretrati che sono soggetti a tassazione separata (in pratica quelli che sono riferiti ad anni che sono precedenti a quelli in cui sono stati effettivamente corrisposti);
- i redditi che sono soggetti a titolo di imposta o imposta sostitutiva;
- i trattamenti di fine rapporto (Tfr) o di fine servizio (Tfs);
- o redditi prodotti all’estero che sono assoggettati all’imposizione fiscale;
- l’assegno di mantenimento pagato all’ex coniuge (che per ovvie ragioni può invece essere dedotto da chi lo versa).
Sono inclusi tra i redditi anche quelli soggetti a cedolare secca (anche se non entrano nell’imponibile Irpef).
Pensione di invalidità: redditi da escludere
Vediamo invece quali sono le entrate che non partecipano alla formazione del reddito (e quindi non incidono sul limite per avere diritto alla pensione di invalidità civile):
- rendite infortunistiche Inail;
- assegni per l’assistenza personale continuativa;
- rendita Inail ai superstiti per morte del lavoratore;
- assegno funerario;
- rendite di passaggio per silicosi e asbestosi;
- pensioni di guerra e relative indennità;
- assegni annessi alle pensioni privilegiate ordinarie;
- sussidi e prestazioni assistenziali.
Pensione di invalidità: a chi spetta, importo e requisiti
Vediamo in breve cos’è e a chi spetta la pensione di invalidità civile (detto anche assegno mensile agli invalidi civili).
La pensione di invalidità civile viene erogata su richiesta alle persone che hanno avuto una riduzione parziale della capacità lavorativa (tra il 74 e il 99%), con un reddito che è inferiore a 5.010.29 euro l’anno.
Questo trattamento spetta agli invalidi parziali che hanno un’età compresa tra 18 e 67 anni.
L’importo attuale (agosto 2022) è di 291,62 euro per 13 mensilità.
In casi particolari l’assegno può essere incrementato su base mensile con la maggiorazione sociale.
Al compimento dei 67 anni l’assegno mensile di invalidità diventa assegno sociale sostitutivo.

Pensione di invalidità: incompatibilità
La pensione di invalidità civile è incompatibile con prestazioni dirette che sono state concesse a causa di invalidità contratte a causa di guerra, lavoro o servizio. Oltre alle pensioni di invalidità erogate all’Assicurazione Generale Obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia, i superstiti dei lavoratori dipendenti, le gestioni pensionistiche di lavoratori dipendenti con carattere obbligatorio.
Nel caso la persona interessata può scegliere il trattamento economico più favorevole.
Se l’incompatibilità si manifesta dopo la concessione della pensione di invalidità civile, l’assistito ha l’obbligo di comunicarlo all’Inps entro 30 giorni.
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