Invalidità civile con la trombosi venosa

Invalidità civile con la trombosi venosa o arteriosa: vediamo a cosa hanno i diritti i pazienti con questa patologia. Come si origina la trombosi, i diversi tipi e i fattori di rischio. Quali sono le età più esposte. Come si valuta l'invalidità civile da riconoscere a questi pazienti.
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22/3/23

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Non si tratta ovviamente di una malattia rara (ma vedremo che non può essere ritenuta una malattia), infatti in Italia ci sono 100 nuovi casi di trombosi venosa ogni 100mila abitanti. I due terzi sono trombosi venose profonde, mentre per un terzo si tratta di embolie polmonari associate a trombosi venose.

I numeri crescono in modo esponenziale con l’aumentare dell’età.

E infatti:

  • l’incidenza tra i ragazzi al di sotto dei 15 anni è di 5 casi l’anno ogni 100mila abitanti;
  • l’incidenza sopra gli 80 anni è di 550/600 casi ogni 100mila abitanti.

L’età critica è intorno ai 60 anni, quando si registra una forte impennata dell’incidenza.

Invalidità civile con la trombosi venosa: il coagulo

La trombosi si origina dalla formazione di un coagulo in una vena o in una arteria. Questo coagulo ostacola il flusso del sangue e quindi anche dell’ossigeno necessario alle cellule. Non è una malattia in sé, ma una causa che determina una serie di patologie che prendono il nome dall’organo colpito. E possono essere così classificate:

  • cardiovascolari;
  • cerebrovascolari.

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Invalidità civile con la trombosi venosa: arteriosa o sistemica

Dunque la trombosi può essere venosa o arteriosa. Un terzo gruppo è costituito dalla trombosi sistemica.

La trombosi venosa può essere superficiale o profonda. Una delle conseguenze più gravi si verificano quando genera una embolia polmonare. Senza dimenticare ovviamente l’ictus.

La trombosi può avere conseguenze letali: il 6% dei pazienti con trombosi venose acute e il 10% con embolia polmonare muore entro un mese dall’evento.

Questa patologia è leggermente più frequente tra gli uomini.

Invalidità civile con la trombosi venosa: fattori di rischio

I fattori di rischio possono aumentare le possibilità di avere una trombosi. Sono rilevanti sia i fattori ambientali, sia i fattori genetici. In genere però è l’interazione tra questi due a causare l’insorgere della patologia. Ed è proprio dalla corretta valutazione di questi due fattori che avviando una specifica profilassi si può prevenire la trombosi.

Ad aumentare il rischio ci sono soprattutto queste tre condizioni:

  • il fumo;
  • l’obesità;
  • la sedentarietà.

In particolare se queste tre componenti sono presenti in contemporanea.

Per le donne che hanno già precedenti casi in famiglia la gravidanza può essere un fattore di rischio fino a sei settimane dopo il parto. Il motivo è da ricercare nella pressione che proprio la gravidanza esercita sulle vene del bacino e delle gambe.

Anche l’uso della pillola e il trattamento ormonale sostitutivo possono predisporre alla trombosi venosa, in particolare nelle donne sovrappeso, fumatrici o che hanno un difetto congenito nella coagulazione.

La metà delle trombosi venose si manifesta con queste condizioni scatenanti:

  • immobilità prolungata;
  • chirurgia ortopedica e addominale;
  • traumi.

Ma ci sono anche persone che ereditano un disturbo che rende il loro sangue più facilmente coagulabile. In questi casi la condizione spesso si associa ad altri fattori di rischio.

Il 60, 70% dei pazienti colpiti da trombosi venosa profonda non sviluppa dei segni premonitori.

Invalidità civile con la trombosi venosa: l’origine

Vediamo come si forma un trombo. Le vene e le arterie sono dei tubi elastici rivestiti all’interno da endotelio. Quando una ferita o un virus interrompe l’endotelio, intervengono subito le piastrine. Si tratta di cellule che si attivano per bloccare la fuoriuscita di sangue e riparare la ferita o le conseguenze dell’infiammazione.

Quando queste piastrine si aggregano cambiano forma e liberano nel sangue delle sostanze che riparano il vaso ferito, ma che hanno anche il compito di stabilizzare il coagulo, che è appunto il trombo.

In realtà il corpo è capace di regolare questo sistema con dei fattori anticoagulanti. Ma non sempre.

Invalidità civile con la trombosi venosa: infarto o edema

Il trombo che si forma in una arteria, impedisce l’arrivo di sangue alle cellule (che muoiono), e la conseguenza è un infarto.

Il trombo che si forma in una vena può invece causa edema o gonfiore.

Ovviamente la trombosi arteriosa è più pericolosa e grave di quella venosa, perché causa una sofferenza istantanea all’organo interessato.

Ma anche la trombosi venosa può essere rischiosa, in particolare se libera dei frammenti, gli emboli, che arrivano al cuore e vengono poi spinti nel polmone, in quel caso si verifica una embolia polmonare che causa l’asfissia e la morte del paziente.

I danni provocati da una trombosi dipendono da queste caratteristiche:

  • se si forma in una vena o una arteria;
  • le dimensioni del caso (grande, piccolo, microscopico);
  • l’importanza delle cellule che restano senza ossigeno.

Invalidità civile con la trombosi venosa: conseguenze

Il trombo che causa gravi conseguenze è in genere di grandi dimensioni. Ma un trombo piccolo che ostruisce una arteria altrettanto piccola, come quella della retina, può essere molto pericoloso allo stesso modo. (Cosa fare se ti revocano l’invalidità?)

La gravità di una trombosi si valuta anche da altri aspetti:

  • se è completa;
  • se è parziale;
  • la rapidità con la quale il trombo si scioglie;
  • se lascia partire emboli che causano ischemia o embolia.

Invalidità civile con la cefalea

Invalidità civile con la trombosi venosa: rischi

Come abbiamo visto si tratta di una condizione molto rischiosa, ma come accennato è difficile catalogarla come una malattia a se stante. Per questo motivo non è stata inserita nell’elenco delle patologie per le quali è previsto il riconoscimento di un determinato grado di invalidità.

Invalidità civile con la trombosi venosa: invalidità civile

Ciò non significa che chi è stato colpito da una trombosi, venosa o arteriosa o da una embolia, non abbia diritto all’invalidità civile, anzi.

Invalidità civile con la bronchite cronica

Solo che la percentuale di invalidità riconosciuta dalle commissioni medico legali dell’Inps dipende dalle conseguenze o dalle altre patologie che ha generato.

Facciamo un esempio: un lavoratore che dopo una trombosi venosa profonda non riesce più a deambulare bene e ha difficoltà a restare in piedi, ha subito una evidente riduzione della sua capacità di lavoro. In pratica, come detto, la valutazione è sulle conseguenze, non sulla patologia.

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