Perché solo gli invalidi totali hanno beneficiato dell’incremento al milione e quindi hanno ottenuto l’invalidità civile e aumento? Qual è l’attuale situazione degli invalidi civili parziali? Cosa si deve ancora fare? Parliamo di invalidità civile e aumento (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico).
Quello degli aumenti delle pensioni di invalidità è un tema molto caldo. Non parliamo degli aumenti relativi alle rivalutazioni annuali, ovvero dei pochi spiccioli in più che ogni anno il Governo concede in modo da adattare gli importi delle pensioni al costo della vita.
Parliamo di aumenti alla base, di riforme strutturali nell’intero sistema previdenziale e assistenziale, che tardano ad arrivare.
Ma non puntiamo così in alto, in questo articolo (anche se spesso lo facciamo, sulle nostre pagine). Vogliamo concentrarci su un problema che è solo uno dei tanti strappi su un abito ormai così vecchio come il sistema assistenziale italiano.
Parliamo di aumenti delle pensioni per invalidi civili parziali: perché non ci sono stati? Perché gli aumenti del 2020 hanno riguardato solo gli invalidi totali? Perché questa discriminazione? Facciamo il punto della situazione su invalidità civile e aumento delle pensioni.
Indice
- Invalidità civile e aumento: perché sono aumentati solo gli assegni per invalidi civili totali?
- Invalidità civile e aumento: cos’è l’incremento al milione?
- Invalidità civile e aumento: quali sono gli importi spettanti con l’incremento al milione?
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Invalidità civile aumento: perché sono aumentati solo gli assegni per invalidi civili totali?
Correva l’anno 2020. Insomma, nemmeno così tanto tempo fa, ma per chi subisce un’ingiustizia, anche solo un giorno è troppo.
Nel 2020, in pratica, succede questo: la Corte Costituzionale interviene sull’articolo 38 della Legge 448 del 2001 e con la sentenza n. 152 del 23 giugno 2020, riconosce ai pensionati over 70 e agli invalidi civili totali, con un’età minima di 18 anni, un aumento considerevole della pensione INPS.
Agli invalidi civili totali. Vuol dire che tutte le persone con un’invalidità al 100%, a partire dai 18 anni di età, hanno ottenuto degli aumenti sull’importo della pensione (tra poco vedremo di cosa si tratta) a partire dal 20 luglio 2020.
Sono stati esclusi da questi aumenti gli invalidi civili parziali (con invalidità dal 74% al 99%), i quali, da decenni e fino ad oggi, hanno beneficiato solo delle piccole briciole in più dovute con le rivalutazioni annuali delle pensioni.
L’ultima, come probabilmente saprai, è quella che è stata applicata a partire dal 1° gennaio 2023 e che ha portato l’importo della pensione per invalidi civili parziali da 292,55 euro (2022) a 313,91 euro, ovvero 21,36 euro al mese (circa 256 euro all’anno).
Può una persona invalida vivere dignitosamente con questa somma? Può farlo se, una delle condizioni per ottenere il trattamento assistenziale è quello di non lavorare o di lavorare ma non percepire redditi superiori 5.391,88 euro?
La risposta è nella stessa domanda: non si può vivere dignitosamente con questi importi. Ecco perché è necessario che il Governo intervenga il prima possibile sull’aumento delle pensioni di invalidità in generale, e ancor prima su quelle di invalidità parziale, per porre fine alla discriminazione che è stata messa in atto con la stessa sentenza della Corte Costituzionale.
Vediamo a questo punto cosa riguardano gli aumenti sulle pensioni agli invalidi civili totali.
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Invalidità civile e aumento: cos’è l’incremento al milione?
L’incremento al milione è una maggiorazione sociale, introdotta con l’articolo 38 delle Legge 448/2001.
Come abbiamo visto, a partire dal 20 luglio 2020 e in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale, la maggiorazione sociale, oltre che ai pensionati con età minima di 70 anni compiuti, spetta anche:
- agli invalidi civili totali, con una percentuale di invalidità pari al 100%, già accertata dalla Commissione medica invalidi civili;
- ai ciechi assoluti;
- ai sordi titolari di pensione di inabilità.
L’incremento al milione spetta ai percettori di pensioni AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria dell’Inps), ai titolari di pensione superstite (di reversibilità) ed ai titolari di assegno e pensione sociale, con un’età minima, questa volta, di 70 anni.
Il requisito dell’età di 70 anni, può essere ridotto in base alla contribuzione versata:
- di 1 anno (69 anni) con almeno 2 anni e 6 mesi di contributi, (da 130 fino a 389 settimane contributive);
- di 2 anni (68 anni) con almeno 7 anni e 6 mesi di contributi, (da 390 fino a 649 settimane contributive);
- 3 anni (67 anni) con almeno 12 anni e 6 mesi di contributi, (da 650 fino a 909 settimane contributive);
- di 4 anni (66 anni) con almeno 17 anni e 6 mesi di contributi, (da 910 fino a 1169 settimane contributive);
- di 5 anni (65 anni) oltre 17 anni e 6 mesi di contributi, (da 1170 in poi settimane contributive);
- a 67 anni, per i titolari di assegno sociale e pensione sociale anche invalidi, sordomuti, ciechi assoluti.
Invalidità civile e aumento. Maggiorazioni sociali 2023 per persone con disabilità: importi e limiti di reddito. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Invalidità civile e aumento: quali sono gli importi spettanti con l’incremento al milione?
Gli importi delle cosiddette maggiorazioni sociali per l’incremento al milione sono pari a:
- 136,44 euro al mese (per 13 mensilità) per i titolari di pensioni minime;
- 136,44 euro mensili, per i titolari di assegno di inabilità (da 18 a 60 anni di età);
- 196,91 euro al mese per 13 mensilità per i soggetti titolari di assegno sociale;
- 285,42 euro al mese per i soggetti titolari di pensione sociale;
- 386,27 euro per gli invalidi civili totali.
Per ottenere la maggiorazione, anche parziale, bisogna rispettare alcuni limiti di reddito:
- 9.102,34 euro, se il pensionato è solo,
- se il pensionato è coniugato, i redditi personali non devono essere superiori a 9.102,34 euro e i redditi complessivi con il coniuge, non superiori a 15.644,85 euro.
Più alto sarà il reddito, meno sarà l’importo della maggiorazione sociale.
Ai fini del calcolo del reddito si tiene conto anche:
- dei redditi assoggettabili ad IRPEF, (reddito di lavoro dipendente);
- redditi assoggettabili a tassazione separata (tfr e indennità di mancato preavviso);
- i redditi esenti da tassazione ordinaria Irpef, come la stessa pensione di invalidità.
Al contrario, per calcolare l’aumento mensile della pensione, non si considerano i seguenti redditi:
- la casa di abitazione e la pertinenza;
- i trattamenti di famiglia;
- le pensioni di guerra;
- redditi soggetti a tassazione separata;
- redditi tassati alla fonte sia del titolare della pensione, che dell’eventuale coniuge.
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