Invalidi a rischio licenziamento: interviene il governo

Invalidi a rischio licenziamento: interviene il governo per sanare l'errore commesso nel decreto legge Trasparenza. Erano a rischio i caregiver con la Legge 104 e di riflesso anche i familiari che avrebbero dovuto accudire. Il ministero del Lavoro invia un chiarimento.
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21/3/23

Invalidi a rischio licenziamento dopo l’approvazione di una norma sugli obblighi del datore di lavoro, ora si corre ai ripari. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sulla Legge 104. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

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La questione ha fatto molto discutere nei giorni scorsi (qui trovi l’articolo completo) perché ha esposto al rischio di perdere il posto di lavoro i dipendenti con disabilità e in particolare i caregiver.

Ebbene, sono arrivare le rassicurazioni del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali: la falla nel Decreto Trasparenza sarà “riparata”. La questione riguardava i contratti di lavoro.

Per conoscere come richiedere i permessi 104 per te stessi leggi la guida dedicata su invaliditaediritti.it. Inoltre, in questo articolo su Thewam.net ti spieghiamo anche quanto tempo prima devi comunicare i permessi 104.

Invalidi a rischio licenziamento: il decreto sotto accusa

Sotto accusa c’è l’articolo 7, comma 3 del decreto. Nella parte in cui si fa riferimento ai motivi per i quali il periodo di prova di sei mesi può essere interrotto senza che ci siano delle conseguenze per il lavoratore (appunto, il licenziamento).

Ebbene, nel decreto legge venivano indicate queste circostanze:

  • malattia;
  • infortunio;
  • congedo di maternità o paternità obbligatori.

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Invalidi a rischio licenziamento: caregiver lasciati soli

È facile intuire cosa mancava da questo elenco: il congedo straordinario per assistere delle persone con disabilità grave. Ovvero i fruitori della Legge 104.

In pratica – come scrive l’associazione Luca Coscioni, che insieme ad altre ha sollevato la questione al ministero – i caregiver sono stati lasciati senza alcuna tutela ed esposti al licenziamento se durante i sei mesi di prova usufruiscono dei permessi e dei benefici connessi alla Legge 104 per assistere un familiare con disabilità.

Invalidi a rischio licenziamento: direttiva europea

La direttiva europea era stata emanata per due motivi:

  • rendere chiari e trasparenti i contratti di lavoro firmati all’atto dell’assunzione (e in Italia sono invece tra i testi più complicati e difficilmente interpretabili in circolazione, con continui rimandi a leggi, decreti e precedenti contratti);
  • fornire delle ulteriori tutele ai lavoratori che sono impegnati nel periodo dei sei mesi di prova, quello che precede l’assunzione definitiva.

In pratica, una normativa che è stata disposta a salvaguardia dei lavoratori ha rischiato di danneggiare proprio chi, tra gli stessi lavoratori, ha bisogno delle maggiori protezioni: coloro che si occupano di prestare assistenza a disabili spesso non autosufficienti.

Invalidi a rischio licenziamento: la risposta del ministro

La richiesta per effettuare un immediato intervento riparatorio e risolvere quell’errore è stata inviata dall’Associazione Luca Coscioni anche al presidente del Consiglio, Mario Draghi.

La risposta è arrivata dopo una settimana, a firma del ministero del Lavoro, Andrea Orlando. Che ha precisato:

«Gli eventi indicati nel comma 3 dell’articolo 7 del decreto legislativo 104/2022 sono meramente esemplificativi (e non tassativi e, dunque, esaustivi) di quelle situazioni di sospensione protette dal legislatore. È in corso di preparazione una circolare ministeriale che fornirà precisazioni in proposito».

Invalidi a rischio licenziamento: discriminazione

Beh, meglio così: essere licenziati per aver utilizzato in parte un periodo di congedo straordinario sarebbe stato davvero discriminatorio. Un controsenso, anche perché buona parte della legislazione che arriva dall’Ue tende proprio ad azzerare qualsiasi tipo di discriminazione nelle legislazioni degli Stati Ue.

Del resto, la recente normativa che ha modificato la Legge 104 (qui la guida completa con le nuove disposizioni), consentendo l’accesso al congedo straordinario biennale anche alle coppie di fatto ha sanato quella che era una palese discriminazione. E prima ancora era stato effettuato lo stesso intervento per consentire l’accesso al beneficio anche per i componenti delle unioni civili.

L’input era arrivato sempre dall’Ue.

Invalidi a rischio licenziamento: modifica congiunta

L’Associazione Luca Coscioni ha espresso «estrema soddisfazione per la risposta del Ministero del Lavoro alla nostra richiesta in merito alla presunta esclusione da parte delle persone con disabilità e dei loro caregiver dalle categorie di lavoratori protetti dal rischio licenziamento in caso di interruzione del periodo di prova. Le persone con disabilità e i loro caregiver, ovvero le categorie di lavoratori tutelate dalla legge 104, hanno già grosse difficoltà nell’accesso al mondo del lavoro ed esporli ad un rischio del genere sarebbe stato inaccettabile».

«Attendiamo le precisazioni – ha concluso Filomena Gallo, segretario nazionale dell’associazione – al Decreto promesse dal Ministero e ci mettiamo a disposizione per lavorare insieme per ridurre sempre di più le gravi discriminazioni ai danni dei soggetti più deboli in ogni campo a partire da quello del lavoro».

L’articolo 7, quello sotto accusa, avrebbe dovuto disciplinare il periodo di prova. La Legge in questione è la numero 104 del 27 giugno 2022.

La norma inizia bene, ovvero ricordando che il periodo di prova non può essere protratto per più di sei mesi. E che non sarà rinnovabile se il dipendente viene adibito alle stesse mansioni.

Un escamotage, quello del rinnovo del periodo di prova, utilizzato da diversi datori di lavoro per rinviare il giorno dell’assunzione definitiva.

Invalidi a rischio licenziamento: interviene il governo

Invalidi a rischio licenziamento: conseguenze evitate (si spera)

Il problema è che quella norma, approvata con la falla che abbiamo ricordato, ha avuto questa conseguenze: i neoassunti che chiedevano un congedo per assistere un familiare, avrebbero potuto essere facilmente licenziati, perché i giorni di assenza non sarebbero stati scomputati dal periodo di prova, lasciando quindi libero il datore di lavoro di non confermare l’assunzione.

Le associazioni di categoria, unite nella protesta, hanno fatto notare al governo la mancanza di un confronto nell’elaborazione delle norme. Confronto che dovrebbe essere sempre previsto, anche per evitare che si commettano errori o ci siano delle dimenticanze. Errori e dimenticanze che possono avere effetti gravi. Come in questo caso.

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