Depressione e ansia da lavoro: a cosa ho diritto

Depressione e ansia da lavoro: vediamo se il dipendente ha diritto in questo caso all'indennizzo dell'Inail. Cosa dice la legge e cosa hanno stabilito diverse sentenze della Cassazione. Non è più possibile distinguere tra conseguenze fisiche e psichiche. Ma devono essere dimostrate.
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6/12/23

Depressione e ansia da lavoro sono piuttosto comuni, vediamo se in questi casi c’è un indennizzo dell’Inail (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

INDICE

I sintomi tipici della depressione da lavoro sono chiari: tristezza, perdita di motivazione, ansia, difficoltà di concentrazione, improvvisi attacchi di pianto. Le persone colpite da questa condizione sono in costante aumento.

Su questo argomento potrebbe interessarti sapere se è possibile la pensione anticipata per chi soffre di depressione; o anche se chi ha una depressione cronica può avere diritto all’indennità di accompagnamento; c’è una guida interessante con tutte le tabelle per l’invalidità civile.

Depressione e ansia da lavoro: molto diffuse

Uno studio di qualche anno fa (2020) ha dimostrato che l’incremento è stato del 62% rispetto a una valutazione precedente. Tra i lavoratori che sono risultati affetti da depressione, otto su dieci sono risultati positivi a una forma che varia tra moderata e grave.

I medici precisano una cosa rispetto a questa forma di depressione lavorativa. La professione svolta non ha molta incidenza sull’insorgere della patologia. Mentre l‘ambiente lavorativo può avere una influenza importante. Anzi rappresenta uno dei fattori scatenanti e in molti casi, quando la patologia è già presente, ne può peggiorare i sintomi.

Del resto anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stabilito che un ambiente di lavoro negativo può portare a problemi di salute mentale e fisica.

Problemi che hanno come conseguenze:

  • perdita di produttività;
  • assenteismo;
  • aumento dell’uso di sostanze nocive.

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Depressione e ansia da lavoro: la legge

Questo il quadro. Vediamo ora cosa dice la normativa. La depressione e l’ansia non sono inserite tra le malattie da lavoro, ma questo non significa che non debba essere indennizzata. Lo ha stabilito una recente sentenza della Cassazione. Evidenziando un principio che potrebbe essere adottato anche per tante altre patologie.

E dunque, l’ansia da lavoro non è inclusa nelle tabelle per l’invalidità redatte dall’Inps. Può rientrarci, come dire, dalla finestra, ovvero se è dà origine ad altre patologie che a loro volta sono incluse nel “listino” della previdenza.

Depressione e ansia da lavoro: nevrosi ansiosa

C’è la nevrosi ansiosa, ma viene considerata meno di niente: 15% di riduzione della capacità lavorativa. Che in termini previdenziali e assistenziali equivale a zero. Sapete bene che per avere diritto a qualche prestazione si deve raggiungere almeno il 33%. Ovvero dopo quella soglia si può essere dichiarati invalidi civili e quindi meritevoli di qualche tutela (poche con quella percentuale).

Depressione e ansia da lavoro: la sentenza

Beh, e allora, anche l’Inail usa lo stesso metro di giudizio? Chi soffre di ansia da lavoro, che causa una evidente riduzione della capacità lavorativa, non ha diritto ad alcuna tutela?

Come accennato una sentenza della Cassazione ha stabilito che sì, anche chi soffre di nevrosi d’ansia, se la causa è connessa alla sua occupazione, è meritevole di ricevere un indennizzo da parte dell’Inail.

Il caso affrontato dai giudici della Suprema Corte riguardava un dipendente che soffriva di ansia da lavoro per aver subito un ingiusto demansionamento.

La pronuncia dell’Alta Corte si poggia su quanto dispone l’articolo 13 del decreto legislativo numero 38 del 23 febbraio del 2000 a proposito del danno biologico.

Depressione e ansia da lavoro: la pronuncia del 2018

Ma ci sono anche sentenze meno recenti. Quella del 2018 ha reso di fatto possibile chiedere un indennizzo Inail quando le peggiorate condizioni di salute sono da collegare a stress da lavoro. È stato stabilito un principio importante: il concetto di malessere non viene più connesso a problemi esclusivamente fisici, ma anche a quelli psicologici.

La sentenza chiave della Cassazione è la numero 5066 del 2018. Il caso in questione riguardava la dipendente di una azienda che dopo essere stata costretta a svolgere una lunga serie di straordinari consecutivi ha accusato disturbi di ansia e depressione. Per questo motivo ha chiesto un indennizzo all’Inail, che è stato rifiutato.

Sul caso si è poi pronunciata la Cassazione che, come abbiamo anticipato, ha slegato la connessione tra l’indennizzabilità della malattia e la presenza nelle tabelle ministeriali.

I giudici lo hanno espresso in modo molto chiaro: «Ogni forma di terapia conseguenza di un’attività lavorativa è assicurata dall’istituto, anche se non compresa tra le malattie tabellate o tra i rischi tabellati».

Depressione e ansia da lavoro: mobbing

Un’altra sentenza ha anche aggiunto dei dettagli: lo stress da lavoro può essere indennizzato anche quando è legato all’organizzazione del lavoro e alla modalità con la quale viene chiesta la prestazione al dipendente.

Era il caso di un lavoratore vittima di mobbing e di fumo passivo.

Un altro passo avanti. Si stabilisce dunque che il rischio assicurativo coperto dall’Inail non è riferito solo a un infortunio o a una malattia professionale, ma anche a disturbi che sono causati dal modo in cui si lavora.

Una decisione importante. Anche perché oggi il numero di lavoratori impegnati in attività pericolose o insalubri è inferiore rispetto al passato, mentre è aumentata la quota di dipendenti che svolge lavori, come dire, d’ufficio, ma può comunque subire dei danni psicologici che sono strettamente collegati alla sua attività, o meglio, alle condizioni e all’organizzazione del lavoro.

Depressione e ansia da lavoro: a cosa ho diritto

Depressione e ansia da lavoro: conta anche l’ambiente

Un malessere serio e patologico che si può sviluppare dunque in ambienti di lavoro che sono apparentemente sicuri.

È ovvio che il collegamento tra la depressione, l’ansia e lo stress, con l’attività lavorativa deve essere accertato da un medico. In questo caso l’Inail deve procedere con la concessione dell’indennizzo.

Non si deve quindi – lo ribadiamo – fare una distinzione tra malattia fisica e malattia psichica se la patologie è originata dal lavoro. L’indennizzo deve scattare anche se la patologia in questione non è compresa nelle tabelle.

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