Sulla causa dell’anoressia nervosa c’è un ampio dibattito: c’è chi ritiene sia una patologia psichiatrica e chi invece sostiene che sia generata da fattori di tipo biologico. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).
INDICE
- La causa dell’anoressia: lo studio
- La causa dell’anoressia: sintomi e tipi
- La causa dell’anoressia: ereditarietà
- La causa dell’anoressia: la pista danese
- La causa dell’anoressia: guarigione
- La causa dell’anoressia: non solo malattia neuropsichiatrica
- La causa dell’anoressia: casi in aumento
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Si tratta di visioni agli antipodi. Ad arricchire la discussione si è inserito un recente studio portato a termine dagli scienziati dell’Università di Copenaghen che è stato pubblicato il 17 aprile sulla rivista Nature Microbiology.
La ricerca avvalora un’ipotesi che circola da tempo rispetto alle origini dell’anoressia nervosa: a provocare la patologia potrebbe essere un’alterazione del microbiota intestinale, in pratica un insieme di microbi e batteri che sono all’interno dell’intestino.
O meglio, gli scienziati, al termine dello studio hanno concluso che le origini dell’anoressia nervosa sono da ricercare in tre diversi fattori:
- genetica;
- ambiente;
- e appunto il microbiota intestinale.
Questa valutazione comporta anche un’altra considerazione: la malattia può essere trasmessa da madre a figlia durante la gravidanza.
Su questo argomento potrebbe interessarti un articolo che spiega come funziona l’invalidità civile con i disturbi alimentari: diritti e tutele; c’è poi un post che elenca quali sono le malattie psichiche che danno diritto alla legge 104; vediamo infine se chi soffre di depressione può avere diritto all’indennità di accompagnamento.
La causa dell’anoressia: lo studio
I ricercatori hanno studiato 77 ragazze affette da anoressia nervosa e 70 coetanee sane. Lo studio ha evidenziato una profonda differenza tra il microbiota presente nel primo gruppo rispetto a quello riscontrato nel secondo.
Le pazienti con anoressia avevano infatti un microbiota intestinale capace di influenzare l’umore, con una presenza molto più elevata di molecole che inducono sazietà.
Ma non solo: le ragazze affette da anoressia hanno anche evidenziato una composizione intestinale alterata e un’interazione disturbata tra virus e batteri intestinali.
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La causa dell’anoressia: sintomi e tipi
L’anoressia nervosa coinvolge la salute mentale e i disturbi alimentari. Si caratterizza per questa sintomatologia:
- una immagine distorta del proprio corpo;
- pensieri ossessivi sul cibo;
- schemi comportamentali rituali (come una ridotta assunzione di cibo);
- perdita di peso corporeo;
- aumento dell’attività fisica;
- rigidità emotiva.
Questa patologia colpisce nel 95 per cento dei casi le donne e ha una prevalenza dell’1 per cento rispetto alla popolazione (quindi in Italia le pazienti sono poco meno di 600.000).
L’anoressia può essere classificata in due modi:
- con diete più simili al digiuno e un eccessivo esercizio fisico;
- con ricorrenti abbuffate e successive condotte purgative (vomito autoindotto, uso improprio di lassativi, diuretici o enteroclismi).
Le terapie sono carenti, anche se un trattamento multidisciplinare può ridurre il tasso di mortalità, che è stimato al 5,6 per cento, molto più alto della popolazione in generale.
La causa dell’anoressia: ereditarietà
L’anoressia nervosa, nonostante le numerose ricerche, resta una sindrome, ovvero una raccolta di sintomi senza una causa unificante definita.
Studi precedenti a quello danese hanno suggerito che l’ereditarietà incide al 50-60 per cento. Sono stati identificati otto loci genomici (la posizione stabile di un gene o marcatore genetico all’interno di un cromosoma) che mostrano dei collegamenti specifici con disturbi psichiatrici, attività fisica, tratti metabolici e antropometrici.
La causa dell’anoressia: la pista danese
La ricerca danese, che ha dimostrato come il microbiota intestinale delle pazienti anoressiche sia diverso da quello delle coetanee non affette dalla sindrome, non è una novità assoluta. Questo dato è stato accertato da numerosi studi negli ultimi 4, 5 anni.
Il dato rilevante è un altro: è stato scoperto dagli studiosi di Copenaghen che il microbiota delle donne con anoressia ha una più elevata capacità di degradare e modificare una serie di messaggeri chimici e questo condiziona sia il comportamento del cervello, sia l’umore delle persone.
In pratica nel sangue delle donne con anoressia sono stati trovati metaboliti prodotti dal microbiota intestinale che danno sazietà.
La causa dell’anoressia: guarigione
Gli scienziati hanno trapiantato il microbiota delle donne anoressiche nei topolini. Il risultato ha avvalorato la tesi degli scienziati: hanno iniziato a mangiare meno ed evidenziato disturbi nel comportamento.
E questo dimostra un aspetto rilevante: il fenotipo dell’anoressia si può trasmettere.
Il che lascia supporre che se viene trapiantato nelle persone con anoressia il microbiota di persone con un equilibrio alimentare potrebbe avvenire il processo inverso e guarire dalla malattia.
La causa dell’anoressia: non solo malattia neuropsichiatrica
Se gli studi successivi a quello danese confermeranno questa scoperta, il mistero sulle origini dell’anoressia potrebbe essere finalmente risolto (e quindi sarebbe anche più semplice trovare una terapia efficace): la sindrome non è più solo di natura neuropsichiatrica, ma potrebbe essere una malattia che altera l’equilibrio tra intestino e cervello.
E quindi, lo ripetiamo, di anoressia si potrebbe guarire con maggiore facilità.

La causa dell’anoressia: casi in aumento
Sarebbe davvero importante, anche perché i casi di persone con anoressia sono in aumento (ha inciso e tanto anche la pandemia). In crescita soprattutto tra pazienti maschi. Ma non solo: l’età media di chi ne soffre è cambiata, ora viene riscontrata anche tra gli adulti e non solo tra gli adolescenti.
Guarire non è semplice ed è importante la collaborazione attiva del paziente. La vera difficoltà è che spesso in famiglia non si colgono i primi segnali della sindrome e i pazienti si rivolgono ai centri specializzati con grave ritardo, questo comporta maggiori difficoltà per affrontare e superare la sindrome.
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