Fin dall’inizio, l’INPS ha chiarito che il bonus 200 euro sarebbe stato erogato dall’Istituto in via “provvisoria”. Ciò vuol dire che una volta ricevuto l’importo, non si esclude la possibilità di doverlo restituire. Oggi ci concentriamo in particolare sul bonus 200 euro ai disabili da restituire, i possibili motivi e come rinunciare al sussidio quando non si è sicuri di averne diritto (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
Cattive notizie per chi riceve il bonus 200 euro in automatico. Da una recente comunicazione dell’INPS, sembrerebbe che i lavoratori dipendenti non saranno gli unici a rischiare di dover restituire il bonus 200 euro, come avevamo segnalato in questo articolo di TheWam.net, ma anche tutte le persone che ricevono i soldi dall’Istituto di previdenza sociale, che provvederà a fare i controlli entro un anno dall’ultima dichiarazione.
Indice
- Bonus 200 euro ai disabili: a chi spetta
- Bonus 200 euro ai disabili da restituire: chi rischia
- Bonus 200 euro ai disabili da restituire: i motivi
- Bonus 200 euro ai disabili da restituire: entro quando?
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Bonus 200 euro ai disabili: a chi spetta
Prima di approfondire il tema del bonus 200 euro ai disabili da restituire, facciamo un breve riepilogo per avere bene in mente a chi spetta il bonus 200 euro invalidi civili e quali sono i requisiti.
In base a quanto stabilito dall’articolo 32, commi da 1 a 7 del Decreto Aiuti, il sussidio è erogato d’ufficio dall’INPS per i titolari di uno o più trattamenti pensionistici, e in particolare di queste prestazioni:
- pensione di inabilità;
- assegno mensile;
- pensione non reversibile per i sordi;
- pensione sociale;
- pensione non reversibile per i ciechi.
Tuttavia, percepire tali prestazioni non basta per ottenere il bonus 200 euro. Infatti, è necessario essere anche in possesso dei seguenti requisiti:
- maggiorenni invalidi parziali o totali, sordi, ciechi parziali e assoluti che ricevono le rispettive pensioni;
- reddito, riferito al 2021, inferiore ai 35mila euro: nella soglia rientrano tutti i redditi assoggettabili all’Irpef, percepiti nel corso del 2021, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali;
- il trattamento pensionistico, per il quale spetta il bonus 200 euro, deve decorrere dal 30 giugno 2022.
Invece, per chi è titolare della sola indennità di accompagnamento, in mancanza dei requisiti relativi ad altre categorie (per esempio in qualità di dipendente), il bonus 200 euro non spetta.
Per calcolare il reddito totale è necessario includere i redditi assoggettabili all’IRPEF percepiti nel 2021, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali. Non vengono inclusi nel conteggio: il reddito della casa di abitazione, il TFR (trattamento di fine rapporto) e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata.
Inoltre, è bene specificare che chi riceve due prestazioni di tipo assistenziale ha diritto a una sola integrazione. Quindi, se una persona riceve sia l’ape sociale sia la pensione per l’invalidità civile, riceverà ugualmente 200 euro e non 400 euro per entrambe le prestazioni.
In effetti, il doppio pagamento del bonus rientra proprio tra le possibili ragioni che obbligano a restituire l’indennità una tantum. Nei prossimi paragrafi analizzeremo i vari casi.
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Bonus 200 euro ai disabili da restituire: chi rischia
In una recente circolare che non lascia spazio a interpretazioni, l’INPS ha spiegato chi rischia la restituzione bonus 200 euro ai disabili e perché.
Come abbiamo anticipato, tra le categorie che corrono questo rischio, si distinguono coloro che hanno ricevuto il bonus 200 euro dal datore di lavoro e coloro che, invece, lo hanno ricevuto o lo riceveranno direttamente dall’INPS.
Oggi ci concentriamo meglio sulla seconda categoria.
Dunque, in questo gruppo di beneficiari rientrano i percettori di Reddito di cittadinanza, i titolari di disoccupazione Naspi e Discoll, i pensionati e i lavoratori autonomi.
Nel caso dei percettori di Rdc, non ci sono grandi rischi poiché tutti i dati sono continuamente aggiornati nelle banche dati dall’INPS.
Anche i disoccupati con Naspi o Discoll, a meno che non abbiano dichiarato il falso, non rischiano di restituire il bonus, poiché come per i beneficiari di Rdc, i controlli dei dati sono stati elaborati in seguito alla domanda.
Restano, infine, i pensionati e i lavoratori autonomi, i quali rischiano di restituire il bonus 200 euro perché dichiarano autonomamente i redditi percepiti e in generale hanno meno scambi di dati con l’INPS.
Di conseguenza, appartenendo alla categoria dei trattamenti pensionistici, anche i disabili rischiano la restituzione dell’indennità.
Vediamo allora quali sono i motivi principali che stanno alla base del bonus 200 euro ai disabili da restituire.
Ma prima di andare avanti, dai un’occhiata all’ultimo video di “Redazione TheWam” sule prime date di accredito dell’assegno unico e bonus 200 euro su Rdc.
Bonus 200 euro ai disabili da restituire: i motivi
La prima situazione che potrebbe obbligare la restituzione bonus 200 euro ai disabili riguarda la soglia reddituale consentita.
Si ricorda, infatti, che per avere diritto al bonus 200 euro, il reddito percepito nell’anno 2021 non deve essere superiore a 35mila euro.
Quindi, se durante il controllo di fine anno relativo ai redditi percepiti risulta che questi vanno oltre la soglia consentita, allora sarà necessario rimborsare l’INPS della somma ricevuta indebitamente.
Tuttavia, la soglia di reddito non è l’unico motivo alla base della restituzione. Infatti, un secondo caso rilevante può verificarsi quando la pensione di invalidità viene sospesa o revocata.
In questa situazione, il requisito di reddito passa in secondo piano (a differenza di quanto accade con i lavoratori autonomi), diventando così l’unica condizione da rispettare per avere diritto al bonus.
A tal proposito, proprio attraverso la circolare n.73/2022 l’INPS ci ha tenuto a specificare che “l’eventuale erogazione di somme in eccedenza può riguardare … anche l’ipotesi in cui il trattamento pensionistico che ha dato titolo al riconoscimento dell’indennità una tantum, sia revocato o, comunque, tutte le circostanze in cui si accerti successivamente la non sussistenza del diritto a prescindere dal requisito reddituale“.
Infine, un’ultima situazione alla base del bonus 200 euro ai disabili da restituire è la doppia erogazione del sussidio.
Infatti, come è stato più volte specificato, se si ha diritto a due prestazioni assisenziali oppure, se si hanno i requisiti per ottenere il bonus sia in qualità di invalidi civili sia in qualità di percettori di Reddito di cittadinanza, il bonus 200 euro non spetta due volte.
Quindi, se per caso hai ricevuto un doppio pagamento, di cui uno sulla carta Rdc e uno sul cedolino della pensione, sappi che si tratta di un errore dell’INPS e che dovrai restituirlo.
Per capire come comportarti in questo caso, l’ideale è fare una segnalazione all’Istituto e comunicare l’errore.
Ora che sai in quali casi è previsto il bonus 200 euro ai disabili da restituire, ti interesserà sapere entro quando bisogna farlo. Ne parliamo nel prossimo paragrafo.

Bonus 200 euro ai disabili da restituire: entro quando?
Come abbiamo detto nel paragrafo precedente, alla fine di ogni anno l’INPS effettua i vari controlli relativi alle prestazioni pensionistiche e ad altre prestazioni legate all’Istituto.
In particolare, nella circolare menzionata poco fa, oltre a spiegare i casi in cui il bonus 200 euro dovrà essere restituito, l’INPS chiarisce anche che il controllo dei redditi percepiti sarà fatto entro un anno.
Questo vuol dire che, se i controlli vengono effettuati alla fine di quest’anno, cioè dicembre 2022, l’indennità percepita indebitamente dovrà essere restituita all’Istituto entro un anno dal controllo, e quindi nel 2023.
Infine, se non hai la certezza di avere diritto al bonus 200 euro e vorresti rinunciare all’indennità, tecnicamente puoi farlo.
Tuttavia, in merito alla procedura non sono state fornite informazioni chiare. Perciò, il consiglio in questo caso è di contattare direttamente l’INPS in una delle modalità descritte in questo articolo di TheWam.net.
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