Abbattimento barriere architettoniche, sono stati ripartiti i 22 milioni tra le Regioni che li distribuiranno poi ai Comuni. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).
INDICE
- Barriere architettoniche: il via libera
- Barriere architettoniche: chi ne ha fatto richiesta
- Barriere architettoniche: tempi
- Barriere architettoniche: le cifre per ogni Regione
- Barriere architettoniche: come funziona
- Barriere architettoniche: requisiti
- Barriere architettoniche: documenti
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Questi fondi saranno erogati ai cittadini che dovranno sostenere le spese per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.
Barriere architettoniche: il via libera
L’ok definitivo al riparto del Fondo speciale per l’eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche è arrivato al termine della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
La legge di riferimento è la numero 13 del 9 gennaio 1989.
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Barriere architettoniche: chi ne ha fatto richiesta (domenica)
Si tratta dunque di 22 milioni che le Regioni dovranno poi consegnare ai Comuni per finanziare i lavori su istanza presentata dai cittadini (ogni anno entro il primo marzo). Tra i tanti lavori ammessi ci sono anche quelli per la realizzazione di un montascale, ascensori, strumenti per la comunicazione robotica e così via. Ovviamente in edifici già esistenti.
Le Regioni che hanno fatto richiesta di fondi sono: Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Puglia, Toscana, Calabria, Sardegna, Liguria, Marche, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Basilicata, Molise e Valle d’Aosta.
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Barriere architettoniche: tempi
Una volta ricevuti i fondi, le Regioni dovranno dunque ripartirli tra i Comuni. I sindaci, a loro volta, hanno massimo 30 giorni di tempo (dopo aver appreso la disponibilità delle risorse) per assegnare i contributi economici alle persone che ne hanno fatto richiesta.
Se le somme distribuite non dovessero essere sufficienti a coprire il fabbisogno, il sindaco dovrà utilizzare questo criterio: la priorità spetta alle persone disabili che sono state riconosciute invalidi totali con difficoltà di deambulazione dalle commissioni sanitarie locali.
L’altro criterio da applicare è poi quello cronologico. E quindi, tra due persone che hanno una disabilità simile, sarà preferito chi ha presentato prima la domanda per ricevere il contributo.
E le domande escluse perché i fondi non sono stati sufficienti? Quelle richieste non verranno cestinate, ma resteranno valide per gli anni seguenti.
Sempre a proposito di tempi, i contributi dovranno essere versati ai richiedenti entro e non oltre i 15 giorni dalla presentazione delle fatture dei lavori.
Barriere architettoniche: le cifre per ogni Regione
Questa la ripartizione dei fondi per ogni singola Regione (le risorse messe a disposizione degli enti locali sono le stesse degli anni precedenti):
- Abruzzo: 553.465,24
- Basilicata: 1.421.464,46
- Calabria: 418.376,75
- Campania: 600.165,10
- Emilia Romagna: 2.749.485,39
- Friuli Venezia Giulia: 600.000,00
- Lazio: 1.900.034,52
- Liguria: 293.590,39
- Lombardia: 6.093.588,00
- Marche: 1.395.735,11
- Molise: 125.566,22
- Puglia: 1.411.417,66
- Sardegna: 1.533.032,77
- Sicilia: 520.243,36
- Toscana: 668.934,36
- Umbria: 1.043.164,43
- Valle d’Aosta: 118.564,71
- Veneto: 727.704,01
- Piemonte: 0,00 (le richieste verranno soddisfatte con le somme eccedenti delle precedenti annualità, pertanto, lo stanziamento richiesto per l’anno in corso è pari a zero)
Totale: 22.174.532,48
Barriere architettoniche: come funziona
Ma come funziona e come si fa la richiesta per avere i contributi necessari all’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati?
Come detto i privati devono presentare la domanda entro il 28 febbraio di ogni anno nel Comune dove si trova l’immobile.
Il Comune deve poi effettuare un sopralluogo per verificare:
- la fondatezza della richiesta;
- per accertare che le opere non siano già state eseguite o iniziate;
- che la spesa prevista sia congrua.
Entro il 31 marzo i sindaci dovranno poi inviare alla Regione (assessorato Lavori pubblici) le richieste di finanziamento.
A questo punto l’assessorato effettua la correttezza delle pratiche e stila una graduatoria.
I contributi saranno erogati dagli enti locali in un’unica soluzione. Il Comune procede alle comunicazioni di disponibilità dei fondi, chiede il perfezionamento delle pratiche (documenti in originale, il progetto redatto da un tecnico abilitato) e fissa i termini di inizio e fine lavoro.
Il Comune erogherà i fondi entro quindici giorni dalla presentazione di fatture e ricevute.
Barriere architettoniche: requisiti
Questi sono i requisiti richiesti ai cittadini che presentano la domanda:
- la persona con disabilità deve essere stata riconosciuta invalida totale (100 per cento) e con difficoltà di deambulazione dalle commissioni Asl;
- deve essere residente nell’immobile dove saranno effettuati i lavori;
- se non è il proprietario dell’immobile deve avere l’autorizzazione scritta del proprietario dell’alloggio;
- non deve aver già effettuato o iniziato i lavori.

Barriere architettoniche: documenti
Per avere diritto al contributo, entro il primo marzo il cittadino interessato deve presentare questa documentazione:
- domanda in bollo secondo lo schema di domanda predisposto dall’Assessorato;
- dichiarazione sostitutiva di atto notorio;
- certificato medico;
- certificato Asl (o fotocopia autenticata) attestante l’invalidità totale con difficoltà di deambulazione;
- autorizzazione del proprietario dell’alloggio nel caso in cui richiedente e proprietario non siano la stessa persona.
Per informazioni più dettagliate è possibile verificare il sito della Regione di residenza o recarsi nel Comune dove si abita.
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