Assistenza anziani e disabili, il disegno di legge è stato approvato definitivamente alla Camera con 150 voti favorevoli e 72 astenuti.(entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico).
INDICE
- Assistenza anziani e disabili: i decreti entro il 31 gennaio
- Assistenza anziani e disabili: sostegni e servizi personalizzati
- Assistenza anziani e disabili: accompagnamento
- Assistenza anziani e disabili: i punti della riforma
- Assistenza anziani e disabili: sistema unico
- Assistenza anziani e disabili: badanti
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Il disegno di legge sugli anziani non autosufficienti (che si estende a tutte le persone con una disabilità grave) è stato votato con un consenso molto ampio. Non c’è stato infatti nessun voto contrario (le opposizioni hanno scelto l’astensione).
Il voto trasversale conferma un dato (se pure ce ne fosse stato bisogno): la necessità di intervenire, presto e in modo convincente, sull’assistenza agli anziani non autosufficienti. A imporlo è il costante invecchiamento della popolazione: il numero degli anziani è destinato ad aumentare con il conseguente aumento della disabilità e della non autosufficienza.
Su questo argomento puoi leggere un post che spiega come ottenere l’assistenza domiciliare per gli anziani; c’è anche un articolo che spiega in 10 punti come funziona la riforma dell’assistenza per gli anziani; e infine cerchiamo di capire a che età si può chiedere l’accompagnamento per anziani.
Assistenza anziani e disabili: i decreti entro il 31 gennaio
Dopo l’approvazione il governo ha ora tempo fino al 31 gennaio 2023 per attuare la delega con i decreti legislativi.
C’è da dire che questa riforma del sistema assistenziale per gli anziani non autosufficienti è stata fortemente voluta dal governo Draghi. L’esecutivo Meloni ha deciso di continuare sulla stessa strada.
L’obiettivo, come ha dichiarato la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elvira Calderone, è quello di «raggiungere l’integrazione effettiva degli aspetti sociali, sanitari e assistenziali per oltre 14 milioni di over 65 in Italia».
Ma soprattutto per tutelare 4 milioni di anziani che non sono più autosufficienti e le rispettive famiglie.
Una parte consistente della popolazione del nostro Paese.
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Assistenza anziani e disabili: sostegni e servizi personalizzati
Ma qual è l’obiettivo di questa riforma? In realtà sono due:
- razionalizzare tutte le prestazioni esistenti e raggrupparle in Progetti assistenziali individualizzati (Pai);
- garantire il sostegno alle famiglie che assistono familiari anziani, mettendo insieme le prestazioni economiche con capillari servizi di assistenza sul territorio.
Assistenza anziani e disabili: accompagnamento
La delega prevede anche la modifica radicale dell’indennità di accompagnamento, che viene riconosciuta a tutte le persone non autosufficienti (568 euro al mese) a prescindere dal reddito.
La misura sarà sostituita dalla «prestazione universale per la non autosufficienza». Gli importi non saranno più uguali per tutti, varieranno in base ai bisogni dell’assistito. Chi sta peggio prende di più.
Gli anziani o i loro familiari avranno la possibilità di scegliere tra:
- una prestazione economica senza vincoli d’uso (come accade oggi);
- servizi alla persona forniti da gestori privati, enti pubblici o badanti regolarmente assunte).
Si spingerà per la seconda soluzione.
I costi di questa riforma oscillano tra i 5 a i 7 miliardi aggiuntivi ogni anno.
Si prevede di potenziare e migliorare il personale che opera nelle residenze per anziani. In particolare per affrontare i problemi correlati alla demenza (che è già in forte aumento e continuerà a crescere nei prossimi anni).
Assistenza anziani e disabili: i punti della riforma
Che ci fosse bisogno di una riforma del sistema assistenziale per anziani e disabili non autosufficienti era ovvio. L’Italia è ferma agli anni ‘90, quando il contesto demografico e socio-economico era oggettivamente diverso.
Siamo anche tra gli ultimi in Europa a rinnovare il sistema.
Per capire anche quanto potrà incidere la riforma bisognerà attendere la prossima legge di Bilancio (quella per il 2024). Lì saranno indicate le risorse economiche che il governo intende investire. L’ammontare della cifra consentirà di comprendere fino a che punto l’esecutivo ha deciso di incidere.
E cioè, se siamo di fronte a una “ristrutturazione” solo di facciata o se invece la direzione è quella che porterà a una completa ridefinizione del concetto di assistenza.
Sono molti gli interventi importanti previsti nella legge delega, ma tre sono davvero centrali:
- la costruzione di un settore unitario e specifico del welfare dedicato alla non autosufficienza;
- la definizione dei modelli personalizzati di intervento sui pazienti;
- una aumento sensibile dei finanziamenti previsti dal bilancio dello Stato su questa materia.
Assistenza anziani e disabili: sistema unico
Si va verso una radicale semplificazione con l’adozione del Sistema Nazionale Assistenza Anziani. In pratica saranno accorpate tutte le procedure: dall’accertamento, alla risposta ai bisogni delle persone non autosufficienti.
Stop dunque alla frammentazione e alle sovrapposizioni tra Stato, Regioni e Comuni.
Non ci saranno più 5, 6 valutazioni delle condizioni degli anziani per erogare degli interventi. Si passerà a due: una statale e una regionale (collegate tra loro).
Sono previsti servizi domiciliari pubblici e la durata sarà adeguata al tipo di non autosufficienza. Potrebbero durare anni e non solo pochi mesi, come accade oggi.
I servizi offerti a domicilio saranno:
- medico-infermieristico-riabilitativi;
- di sostegno nelle attività fondamentali della vita quotidiana dell’anziano;
- di affiancamento ai familiari.

Assistenza anziani e disabili: badanti
Per l’assunzione delle badanti ci saranno nuove agevolazioni fiscali e contributive, introdotte per sostenere e regolarizzare il lavoro di cura a domicilio.
Ma saranno definiti anche standard formativi più alti per le badanti. Ci saranno delle linee guida nazionali all’interno delle quali verranno indicate le competenze necessarie e le esperienze precedenti.
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