Asportazione di utero e ovaio rischio genetico: invalidità

Asportazione di utero e ovaio o seno per il rischio genetico: vediamo a cosa hanno diritto le donne con Brca mutato. L'Inps ha incluso nelle tabelle ministeriali anche questa opzione: la menomaziona da intervento preventivo. Ma tutele sono riservate anche alle donne che non hanno scelto l'intervento. Si può anche avere la Legge 104.
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27/5/23

L’asportazione di utero e ovaio o mammella per rischio genetico e quindi con chirurgia preventiva dà diritto a percentuali di invalidità? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

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Ovvero, questa è la domanda: per le donne che dopo aver riscontrato la presenza di un rischio genetico legato all’insorgenza di un tumore si sottopongono a un intervento chirurgico radicale per prevenire il tumore all’utero, all’ovaio o alle mammelle, cosa è previsto in termini di invalidità civile?

Ci spieghiamo meglio: aver deciso l’intervento per azzerare il rischio dà diritto a un riconoscimento?

Come vedremo sì, pure se la persona con il rischio genetico (accertato) non si è mai operata. Si può avere diritto anche al riconoscimento della Legge 104.

Puoi anche leggere un post che spiega qual è la procedura da seguire per avere l’invalidità civile se si soffre di tumore; i diritti e le agevolazioni previste per chi soffre di tumore alla prostata; e un focus che spiega tutto quello che spetta a chi soffre di disabilità oncologica.

Asportazione di utero e ovaio: Brca1 e Brca2

La questione non è molto nota, ma di grande attualità. Ci sono donne che risultano portatrici delle mutazioni Brca1 e Brca2, in pratica di geni che predispongono alla crescita incontrollata di tumori. Questi geni sono responsabili della ereditarietà del carcinoma mammario o ovarico. Quest’ultimo può comprendere anche altri tipi di neoplasie.

I dati a disposizione confermano che:

  • il 5/19% dei carcinomi mammari e ovarici sono associati alla mutazione dei geni Brca1 e Brca2;
  • le donne che hanno delle mutazioni ereditarie possono sviluppare il tumore alla mammella in età precoce e a tutti i due i seni;
  • la presenza di mutazioni Brca1 e 2 comporta un rischio compreso tra il 15 e il 70% di sviluppare un carcinoma nel corso della vita.

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Quando fare il test il test

La questione riguarda anche gli uomini con mutazioni Brca1 e 2, rischiano di sviluppare un tumore alla mammella. Negli uomini viene spsso diagnosticato in ritardo e quindi risulta più aggressivo.

Uomini e donne con queste mutazioni sono esposti a un rischio maggiore di sviluppare pure altre forme tumorali, come il cancro alla prostata, al pancreas, alle tube di Falloppio e del peritoneo.

Anche per questo si sta diffondendo il test per verificare la presenza di queste due mutazioni.

Questo test è vivamente consigliato a quanti sospettano la presenza di mutazioni ereditarie a causa di una storia familiare positiva per il carcinoma mammario, diagnosticato prima dei 50 anni o per il carcinoma ovarico (a prescindere dall’età).

I numeri: 150mila persone con la mutazione

In Italia si stima che le persone portatrici delle mutazioni Brca siano almeno 150mila. Si tratta di persone che, come abbiano visto, sono esposte al rischio di sviluppare anche in giovane età (meno di 30 anni) tumori al seno, all’ovaio, all’endometrio e altre neoplasie.

Linee guida

Le linee guida nazionali e internazionali consigliano alle donne ad alto rischio tre percorsi diversi:

  • una sorveglianza continua, con frequenti prestazioni diagnostiche e specialistiche;
  • una chemio di prevenzione;
  • una chirurgia di prevenzione del rischio.

Asportazione di utero e ovaio: percentuali invalidità

Veniamo al dunque, e quindi alle donne che scelgono la strada più certa per eliminare i rischi, ovvero la chirurgia preventiva. Ebbene per queste persone, se lo richiederanno, è prevista dall’Inps una determinata percentuale invalidità civile per la menomazione permanente e per lo stress psichico.

Le tabelle stabiliscono queste percentuali:

  • per le donne che ricorrono alla mastectomia (asportazione del seno): fino al 40% di invalidità;
  • per le donne che ricorrono all’asportazione di utero, ovaio e tube: fino al 40%;
  • per le donne che ricorrono alla mastectomia e all’asportazione dell’utero: fino al 64%.

Asportazione di utero e ovaio: disagio psichico

A questa valutazione può essere aggiunta una percentuale che deriva dalla sofferenza psichica connessa sia alla condizione di rischio (per avere appreso dell’esistenza della mutazione genetica) sia per gli effetti che sono derivati dagli interventi chirurgici.

La percentuale complessiva dovrà dunque essere valutata caso per caso.

Asportazione di utero e ovaio: novità Inps rivoluzionaria

Questa possibilità è stata introdotta da circa 3 anni. Una novità per le donne sane che dovrebbe anche comportare un aumento della percentuale di invalidità per le donne malate e positive alla mutazione Brca che decideranno a loro volta di affrontare la chirurgia preventiva per gli altri organi che non sono ancora stati colpiti dalla neoplasia.

La decisione dell’Inps di includere tra gli aventi diritto al riconoscimento dell’invalidità chi ha una mutazione genetica che comporta un rischio per la salute è oggettivamente un enorme passo avanti per il welfare. Perché tiene conto anche delle più recenti innovazioni in campo medico e genetico.

Apre le porte per il riconoscimento dell’invalidità civili anche alle persone che sono sane, ma portatrici di un rischio genetico.

Questo aspetto offre uno sguardo verso il futuro, con le ricerche in corso, ci saranno presto molte altre patologie diagnosticate prima della loro insorgenza.

Asportazione di utero e ovaio: criteri commissioni

Vediamo quali sono le linee guida dell’Inps rispetto agli interventi chirurgici preventivi (in particolare rispetto a quelli che abbiamo descritto).

Le Commissioni dovranno valutare singolarmente e nel complesso queste menomazioni:

  • mastectomia bilaterale;
  • salpingo-ovariectomia bilaterale (o isteroannessiectomia) in età fertile.

Le attuali tabelle ministeriali per la percentuale di invalidità prendono in considerazione queste menomazioni anche se sono prive di ripercussioni sulla capacità lavorativa generica.

Sono state infatti evidenziate dal legislatore le inevitabili conseguenze estetico-psicologiche e endocrino-riproduttive che interventi di questo tipo comportano.

Proprio per questo motivo saranno valutate anche le patologie psichiatriche che si sviluppano dopo la chirurgia mutilante.

Asportazione di utero e ovaio: stress da Brca

Sempre nelle linee direttive adottate dalle commissioni Inps viene evidenziato come le donne che hanno una Brca mutata debbano affrontate uno stress molto intenso a partire dal giorno in cui è stato comunicato l’esito del test genetico.

Uno reazione psichica che ha un notevole e immediato impatto su una realtà del tutto inattesa e sul grave e incombente pericolo per la salute. Oltre al successivo senso di colpa per la possibile trasmissione ai figli dello stesso rischio.

Un altro motivo di stress, che le commissioni Inps sono chiamate a valutare, è costituito dalla necessità di dover esprimere una scelta definitiva tra sorveglianza e chirurgia preventiva. Ovvero tra l’affrontare un intervento estremamente invasivo e radicale da persona sana o la convivenza con il grave e costante pericolo di sviluppare un tumore.

Nei criteri Inps vengono anche citati studi che dimostrano come le donne con Brca mutata (sia sane, sia con malattia oncologica già trattata) abbiano una incidenza di depressione e ansia molto più alta rispetto al resto della popolazione.

Asportazione di utero e ovaio rischio genetico: invalidità

Riconoscimento legge 104

Per quanto riguarda l‘handicap le donne sane con Brca mutata, a prescindere dalla scelta tra intervento e sorveglianza, per l’Inps si trovano nella condizione della persona che «presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione». In pratica la condizione che consente di riconoscere l’articolo 3, comma 1, della legge 104.

Un eventuale riconoscimento del comma 3 (disabilità grave) deve essere stabilito di volta in volta.

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