Le 7 abitudini che riducono il rischio di demenza, 7 fattori che tra i 40 e i 50 anni possono rivelarsi determinanti. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
INDICE
- Le 7 abitudini che riducono il rischio demenza: eccole
- Le 7 abitudini che riducono il rischio demenza: perché è importante
- Le 7 abitudini che riducono il rischio demenza: lo studio
- Le 7 abitudini che riducono il rischio demenza: l’altra ricerca
- Le 7 abitudini che riducono il rischio demenza: gli ultimi dati
- Le 7 abitudini che riducono il rischio demenza: cos’è
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Le 7 abitudini che riducono il rischio di demenza sono state riconosciute dai ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston (Usa) al termine di uno studio lungo 20 anni e che ha coinvolto 14.000 donne, tutte intorno ai 50 anni.
Si tratta dunque di una ricerca rilevante.
Le partecipanti allo studio sono state intervistate nel corso degli anni sui fattori di rischio, legati allo stile di vita, collegati alla demenza.
Per ogni donna, i 7 fattori che ci apprestiamo a descrivere, hanno ridotto il rischio di demenza senile del 6 per cento. Non è poco.
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Le 7 abitudini che riducono il rischio demenza: eccole
7 buone abitudini per ridurre il rischio, dunque. Partendo da un presupposto base: la demenza inizia a dare segnali anni prima della diagnosi.
Per gli scienziati americani i comportamenti che adottiamo durante la mezza età possono incidente in maniera determinante nell’insorgenza successiva delle malattie legate alla demenza.
Queste sono le buone abitudini che possono consentire una riduzione del rischio piuttosto consistente:
- essere attivi;
- avere una dieta sana;
- mantenere un peso sano;
- non fumare;
- avere una pressione sanguigna normale;
- controllare i livelli di colesterolo;
- avere livelli di zucchero nel sangue più bassi.
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Le 7 abitudini che riducono il rischio demenza: perché è importante
Beh, direte: sono i consigli che darebbe qualsiasi medico a una persona intorno ai 50 anni (e non solo). Vero: ma da quando si è scoperto che una demenza può iniziare decenni prima della diagnosi è importante comprendere che lo stile di vita che si avrà tra i 40 e i 50 anni potrà avere conseguenze importanti, in futuro, sulla salute del nostro cervello.
Ovvero: avere abitudini sane aiuta a proteggere da conseguenze serie in età avanzata.
Le 7 abitudini che riducono il rischio demenza: lo studio
Torniamo allo studio condotto per decenni dagli scienziati americani. Sono state monitorate 13.720 donne. All’inizio della ricerca avevano 54 anni. Ebbene, 20 anni dopo, 1.771 di loro (il 13 per cento) aveva sviluppato la demenza.
Per ognuno dei sette fattori di rischio è stato assegnato un punteggio da zero a uno. Il punteggio totale più alto è dunque sette.
Quello medio all’inizio dello studio è stato di 4,3, dieci anni dopo era di 4,2.
Gli studiosi, dopo aver regolato fattori come l’età e l’istruzione, hanno scoperto che per ogni punto in più il rischio di demenza è diminuito del 6 per cento.
La ricerca ha dunque dimostrato che sebbene l’invecchiamento sia il fattore di rischio più rilevante, ci sono delle cose che le persone possono fare per ridurre le possibilità di sviluppare una demenza.
Ed è importante: perché se l’età e la genetica non possono essere controllate, altri fattori, i fattori legati allo stile di vita, hanno comunque un peso rilevante sulla salute del nostro cervello e su quello che accadrà alle nostre funzioni cognitive con il passare del tempo.
Le donne di questa ricerca sono state reclutate tra il 1992 e il 1994 e controllate fino al 2018. Lo studio completo sarà presentato ad aprile, in occasione del 75esimo meeting annuale dell’American Academy of Neurology che si terrà a Boston.
Le 7 abitudini che riducono il rischio demenza: l’altra ricerca
Uno studio precedente, pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet qualche anno fa ha individuato tra i fattori di rischio per la demenza senile queste cause:
- l’ipertensione;
- l’ipoacusia (non curata);
- il fumo;
- la sedentarietà;
- l’obesità (ancora più grave se associata al diabete);
- la scarsa istruzione.
A proposito dell’istruzione, vi chiederete perché? Il motivo è piuttosto ovvio: è molto meglio per la nostra salute mentale quando la riserva cognitiva viene coltivata fin dai primi anni di vita.
Quello studio di Lancet è stato poi aggiornato con altri fattori di rischio non inclusi nella stesura della prima conclusione:
- il consumo di alcol;
- l’inquinamento atmosferico (incide soprattutto nella terza età);
- l’aver subito traumi cerebrali.
Le 7 abitudini che riducono il rischio demenza: gli ultimi dati
Gli ultimi dati sulla demenza senile confermano che gli stili di vita, lievemente migliorati nei Paesi occidentali, hanno portato una riduzione nella crescita delle nuove diagnosi.
Di contro: nelle nazioni più povere, che di conseguenza hanno stili di vita meno salutari, i casi di demenza sono in aumento. Si stima che entro il 2050 si svilupperà lì il 70 per cento delle patologie di questo tipo. Senza contare che nei Paesi meno sviluppati si sconta anche un pesante ritardo nella diagnosi oltre all’assenza di strutture specializzate.

Le 7 abitudini che riducono il rischio demenza: cos’è
Già, ma cosa intendiamo per demenza? Il decadimento generale delle facoltà mentali. Le manifestazioni sono diverse. Per definire uno stato di demenza devono essere accertate le disfunzioni di almeno due tra queste facoltà mentali:
- memoria;
- linguaggio e comunicazione;
- capacità attentive e di concentrazione;
- giudizio;
- ragionamento;
- percezione visiva.
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