Se ho necessità di sottopormi a ulteriori cure e accertamenti oppure non mi sento completamente in grado di riprendere la mia vita senza assistenza sanitaria, posso chiedere di non essere dimesso dall’ospedale? Quanto tempo si può stare ricoverati in ospedale? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
Capita spesso che i pazienti siano dimessi dall’ospedale anche quando non si sentono completamente in forma per poter tornare a casa.
Qualcuno, semplicemente ha solo bisogno di essere rassicurato sul fatto che, uscendo da quello che sente come un luogo “protetto”, possa riprendere normalmente la propria vita.
Altri, ritengono di aver bisogno ancora di cure, che non possono ricevere in un ambiente domestico, a meno che lo stesso ospedale non attivi l’assistenza domiciliare o che il malato non provveda da sé a sostenere.
Ma chi stabilisce quanto tempo si può stare ricoverati in ospedale? E sulla base di cosa viene stabilito? Ne parliamo in questo approfondimento.
Indice
- Chi stabilisce quanto tempo si può stare ricoverati in ospedale?
- Quanto tempo si può stare ricoverati in ospedale? È vero che negli ospedali in cui si sta ricoverati più giorni il servizio sanitario è peggiore?
- Quanto tempo si può stare ricoverati in ospedale se si è disabili o anziani non autosufficienti?
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Chi stabilisce quanto tempo si può stare ricoverati in ospedale?
In realtà non esiste una vera e propria norma che stabilisca quanto tempo si può stare ricoverati in ospedale. Sappiamo che, in presenza di condizioni senza connotazione di gravità e per la risoluzione di numerosi problemi di salute, la durata media di una permanenza media in ospedale, in Italia, è di circa 3 giorni e mezzo.
Quindi, per capirci, è il tempo medio di permanenza in ospedale per una donna che partorisce senza complicazioni (per il cesareo sono previsti in media 5 giorni), oppure di un paziente che ha programmato un intervento chirurgico non importante.
I casi più acuti, cioè di pazienti affetti da malattie gravi ma non croniche, oppure vittime di traumi fisici, per esempio a causa di incidente, prevedono invece una permanenza ospedaliera di circa 6-8 giorni (dipende molto dalla gravità e da eventuali complicazioni).
Ora: per alcuni potrebbe sembrare pochissimo, questo tempo di permanenza. Dobbiamo però fare alcune dovute precisazioni in merito alla corrispondenza tra degenza in ospedale e qualità del servizio sanitario.
Nel video sotto si parla di come attivare l’assistenza domiciliare integrata (ADI):
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Quanto tempo si può stare ricoverati in ospedale? È vero che negli ospedali in cui si sta ricoverati più giorni il servizio sanitario è peggiore?
Cerchiamo di capire se quanto tempo si può stare ricoverati in ospedale è un indice per capire la buona o la cattiva qualità del servizio sanitario.
In diversi Paesi europei, come il Regno Unito, l’Irlanda e la Germania, la permanenza in ospedale è minore di almeno due giorni rispetto all’Italia.
In Irlanda, per esempio, la permanenza per un parto naturale è di soli due giorni. In Germania, 2,9 giorni.
In questi Paesi, la sanità ha dei livelli di qualità molto più efficienti che in Italia. Del resto, è la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità a confermare che la durata media dei ricoveri è uno degli indicatori dell’efficienza di un sistema sanitario.
A parità di altre condizioni, una permanenza più breve riduce i costi e indica l’esistenza di strutture per i pazienti “post acut”i, per esempio quelli che hanno bisogno di una lunga riabilitazione.
Se la durata media dei ricoveri si accorcia, ovviamente senza un concomitante aumento della mortalità, significa anche che sono state introdotte cure più efficaci, che permettono di guarire i pazienti in meno tempo.
Questo, dovrebbe rassicurare tutti coloro che si aspettano tempi di permanenza più lunghi in ospedale.
Ma nel caso di un anziano, di un disabile non autosufficiente, cosa succede? È giusto ridurre la permanenza di un ricovero, per stare all’interno degli “standard qualitativi”?
Quando si ha bisogno di svolgere una serie di esame o interventi chirurgici, spesso ci si informa su come avere il ricovero in ospedale. Ecco la nostra guida completa con tutto quello che devi sapere a riguardo.

Quanto tempo si può stare ricoverati in ospedale se si è disabili o anziani non autosufficienti?
La cosa è molto diversa quando di parla di quanto tempo si può stare ricoverati in ospedale se si è disabili o anziani non autosufficienti.
Partiamo dal presupposto che la tendenza generalizzata alla riduzione del tempo di degenza in ospedale può produrre effetti molto gravi soprattutto nei malati non autosufficienti, che necessitano ancora di cure sanitarie o sociosanitarie.
Nessun malato che necessita ancora di cure sanitarie può essere dimesso dall’ospedale dove è ricoverato senza che gli sia stata garantita la continuità delle cure a domicilio o in altre strutture (riabilitazione, lungodegenza post acuzie, o presso residenze sanitarie o sociosanitarie extraospedaliere).
Prima di accettare le dimissioni, soprattutto nel caso di instabilità clinica, malattie croniche che determinano non autosufficienza, è bene valutare con molta attenzione, anche attraverso un medico di fiducia, le conseguenze derivanti dalle decisioni e dalle proposte formulate dalla struttura ospedaliera.
In particolare, nel caso in cui venga proposto il rientro al domicilio o in strutture residenziali sociali o sociosanitarie inadeguate, ci si può opporre alle dimissioni o al trasferimento in altra struttura che risulti chiaramente inadeguata.
Se l’ospedale o la Casa di cura convenzionata insiste, ci si può opporre inviando ai responsabili sanitari una lettera raccomandata. Qui puoi scaricare il fac-simile di una lettera raccomandata per opporti alle dimissioni da parte dell’ospedale in cui è ricoverato il disabile o l’anziano non autosufficiente.
In alcuni casi, è lo stesso ospedale a richiedere l’assistenza sanitaria domiciliare: scopri come funziona e come si richiede in questo articolo.
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