Assegno unico disabili: facciamo chiarezza su quando un figlio non è più a carico dei genitori (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
L’assegno unico disabili è stato introdotto all’inizio di quest’anno per fornire un sostegno economico alle famiglie con figli affetti da disabilità e fiscalmente a carico dei genitori. A differenza dell’assegno unico universale, l’erogazione avviene a prescindere dall’età anagrafica del figlio disabile, ma vi sono solamente delle limitazioni a livello di reddito personale.
INDICE:
- Quando un figlio non è più a carico: che cos’è l’assegno unico disabili?
- Quando un figlio non è più a carico: come funziona l’assegno unico figli?
- Quando un figlio non è più a carico: le regole previste dalla Legge
- Quando un figlio non è più a carico: alcuni casi comuni
- Quando un figlio non è più a carico: come effettuare la comunicazione?
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Quando un figlio non è più a carico: che cos’è l’assegno unico disabili?
L’assegno unico universale è un contributo che è stato introdotto il 1° marzo 2022 per favorire le famiglie con figli a carico ed è stato disposto dalle legge numero 46/2021.
In base a quanto stabilito dalla normativa, il contributo viene erogato per 13 mensilità e l’importo varia a seconda dell’ISEE familiare e del numero di figli fiscalmente a carico.
Esso, inoltre, spetta a tutte le famiglie a prescindere dalla condizione lavorativa. Il contributo viene erogato dal settimo mese di gravidanza fino ai 18 anni di età oppure, in alcune condizioni particolari, fino ai 21 anni.
Per quanto riguarda i figli disabili, invece, non vi sono limiti di età, ma rimangono solamente delle limitazioni a livello reddituale come vedremo nel dettaglio in seguito.
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Quando un figlio non è più a carico: come funziona l’assegno unico figli?
Prima di passare ad analizzare quando un figlio non è più a carico, precisiamo il funzionamento di questo contributo economico introdotto ufficialmente nel 2022.
L’erogazione dell’assegno unico figli disabili avviene mensilmente mediante un’accredito di denaro sul conto corrente o attraverso il riconoscimento di un credito d’imposta. La somma corrisposta è variabile tra i 40 e i 250 euro per ciascun figlio fiscalmente a carico.
Quando un figlio non è più a carico: potrebbe interessarti anche approfondire le maggiorazioni che interessano l’assegno unico figli disabili.
Quando un figlio non è più a carico: le regole previste dalla Legge
Un figlio disabile viene ritenuto fiscalmente a carico nel momento in cui vengono rispettati alcuni requisiti relativi all’età e al reddito percepito.
In modo più specifico, i figli disabili sono considerati fiscalmente a carico dei genitori nel momento in cui:
- Hanno meno di 24 anni e percepiscono un reddito personale inferiore ai 4 mila euro;
- Hanno più di 24 anni e percepiscono un reddito personale inferiore ai 2840.51 euro.
Questi requisiti sono applicati a prescindere dal fatto che il figlio con disabilità risieda effettivamente presso la casa dei genitori. Si può essere considerati fiscalmente a carico di mamma e papà anche quando si risiede in un’altra casa lontano dai genitori, all’estero e a prescindere dal fatto che si sia impegnati o meno in un percorso di studio o di lavoro.
Quando un figlio non è più a carico: alcuni casi comuni
Come si evince da quanto indicato sopra, la norma su quando un figlio non è più a carico dei genitori è molto chiara e precisa, tuttavia ci sono alcuni casi limite in cui molte persone si sono poste delle domande a riguardo dell’erogazione o meno dell’assegno unico.

Il più diffuso riguarda un figlio disabile che compie 25 anni nel corso di un determinato anno ed, in questo caso, sorge il dubbio su quale limitazione reddituale si applichi per l’erogazione dell’assegno unico disabili.
L’Agenzia delle Entrate non ha fornito uno specifico chiarimento in merito a questa circostanza. Tuttavia, è possibile dedurre che, al momento del compimento del 25esimo anno di età, se si supera l’importo relativo al reddito personale stabilito dalla norma (ossia 2840.51 euro), si perde in automatico la detrazione per l’intero anno.
Questa situazione è valida sia che il 25esimo compleanno cada a inizio dell’anno oppure che il compleanno sia nel mese di Dicembre. Si tratta, quindi, di una casistica a cui prestare molta attenzione per non rischiare di dover restituire il contributo dell’assegno unico disabili indebitamente erogato nel corso dell’anno.
Quando un figlio non è più a carico: come effettuare la comunicazione?
Quando un figlio non è più a carico a livello fiscale è necessario effettuare la comunicazione all’INPS per richiedere l’interruzione del versamento mensile dell’assegno unico universale.
Se non si effettua questa dichiarazione, in sede di presentazione del 730 annuale, ti verrà richiesto di restituire interamente gli importi che ti sono stati indebitamente corrisposti. In diversi casi, si può trattare di cifre anche abbastanza elevate, quindi, è bene non incorrere in queste spiacevoli situazioni.
Per comunicare all’INPS la variazione della situazione familiare, ti basterà procedere con una nuova comunicazione con lo stesso processo che hai utilizzato inizialmente per la richiesta dell’erogazione del contributo.
Quando un figlio non è più a carico, è necessario:
- Presentare la comunicazione mediante una richiesta online tramite il sito INPS;
- Comunicare la variazione contattando il Contact Center INPS al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) o al numero 06 164 164 (a pagamento secondo il proprio piano tariffario da telefono cellulare);
- Richiedere l’invio della comunicazione rivolgendosi ad un CAF o ad un patronato.
L’ultima scelta è particolarmente consigliata per coloro che non hanno dimestichezza con gli strumenti informatici.
Ricordiamo che, per effettuare l’accesso al portale online dell’INPS, devi utilizzare le tue credenziali SPID oppure accedere mediante la Carta d’Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
Dopo aver inviato la comunicazione, hai la possibilità di controllare lo stato di lavorazione della tua richiesta effettuando l’accesso alla sezione “Fascicolo previdenziale del cittadino” presente sempre all’interno del portale INPS.
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