Isee ordinario o ristretto per disabili: differenze

Isee ordinario o ristretto per disabili: come cambia il calcolo dell’indicatore a seconda della prestazione richiesta. Ci riferiamo in particolare all’accesso per i sostegni dedicati alle persone con disabilità. Quali sono le differenze e quando vanno utilizzati.
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23/9/23

Isee ordinario o ristretto per disabili, ovvero standard o per prestazioni sociosanitarie, vediamo quali sono le differenze. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

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In particolare capiamo insieme come e per quali prestazioni assistenziali legate a determinate condizioni di salute deve essere esibito un certo tipo di Isee, l’Indicatore della Situazione Economico Equivalente, piuttosto che un altro.

Su questo argomento potrebbe interessarti anche un articolo che spiega come abbassare l’Isee per le persone con disabilità; o un focus che racconta da cosa dipende l’erogazione o meno del bonus 150 euro di dicembre alle persone con invalidità.

A cosa serve l’Isee?

Come sapete l’Indicatore della situazione economica è indispensabile per avere accesso a prestazioni sociali o assistenziali che dipendono per la loro erogazione dalla situazione economica familiare.

Oltre all’ordinario c’è anche quello corrente che non si calcola sulla base dei redditi dei due anni precedenti, ma riguarda solo quelli dell’ultimo anno.

L’Isee corrente può essere richiesto quando si è verificata una variazione nelle condizioni di lavoro o nel reddito percepito.

Nel caso di rilevanti modifiche del patrimonio, a partire dal primo aprile di ogni anno è possibile ottenere il calcolo dell’Isee corrente sulla base dei patrimoni posseduti alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello della presentazione del Dsu.

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Quanti tipi di Isee esistono?

Gli Isee variano a seconda delle prestazioni a cui si vuole accedere. C’è quello ordinario (standard), che viene utilizzato nella gran parte dei casi. Poi c’è quello socio sanitario o ristretto e quello residenziale (per l’accesso nelle Rsa). In questo articolo ci soffermeremo in particolare sugli ultimi due.

Cos’è l’Isee socio sanitario o ristretto?

Per accedere a prestazioni sociosanitarie si può scegliere un nucleo più ristretto rispetto a quello ordinario.

Facciamo un esempio: una persona maggiorenne, disabile, non coniugata e senza figli, che vive in casa con i genitori, per il calcolo Isee può dichiarare solo i suoi redditi e i suoi eventuali patrimoni.

L’Isee sociosanitario può essere esibito per prestazioni assistenziali di questo tipo:

  • assistenza domiciliare per persone con disabilità e/o non autosufficienti;
  • per l’ospitalità in strutture residenziali e semiresidenziali dedicate a persone che non possono essere assistite a domicilio;
  • per gli interventi che favoriscono l’inserimento sociale, sono inclusi i contributi di natura economica o di buoni spendibili per l’acquisto di servizi.

Cos’è l’Isee socio sanitario residenze?

Per comprendere a cosa serve il calcolo di questo Isee è opportuna una brevissima premessa: la retta di una Residenza sanitaria assistita (RSA) composta da due voci:

  • quota sanitaria: che in genere è a carico del Servizio Sanitario Nazionale;
  • quota alberghiera: per questa parte viene chiesta all’assistito o ai suoi familiari una partecipazione al pagamento.

Ebbene la dichiarazione Isee per prestazioni sociosanitarie residenziali viene utilizzata proprio per stabilire a quanto debba ammontare questo contributo alle spese.

E dunque anche per le persone ricoverate in Rsa o Rssa si può scegliere il nucleo ristretto . In questo caso però nel calcolo va inserita anche la condizione economica dei figli del beneficiario, anche se non sono inclusi nel nucleo familiare (si integra l’indicatore con una componente in più per ciascun figlio).

In questo modo si riesce a effettuare una differenza che è sostanziale tra:

  • la condizione economica dell’anziano non autosufficiente che ha figli che sono nella possibilità di aiutarlo;
  • e la condizione economica dell’anziano che non ha alcun aiuto per sostenere le spese del ricovero.

Ricordiamo che Regioni, Comuni o altri enti che erogano prestazioni sociali agevolate possono prevedere dei limiti Isee al di sotto dei quali non è dovuta la compartecipazione al costo. Ribadiamo comunque che la compartecipazione è solo sulla quota sociale.

Quale presentare?

Vediamo ora quando bisogna presentare l’Isee ordinario e quando invece è necessario calcolare e consegnare quello sociosanitario.

Ci limitiamo, come è stato accennato nei primi paragrafi, solo alle prestazioni che sono dedicate a persone con una disabilità.

Assegno di frequenza

Per l’assegno di frequenza è necessario l’Isee ordinario, quello relativo al nucleo familiare dove è inserito anche il beneficiario. O l’Isee minorenni con genitori non coniugati e non conviventi (ma solo nel caso, è ovvio, siano presenti tutti i requisiti previsti dalla legge). 

Contributi per handicap grave e malattia grave

In questo caso si può scegliere sia l’Isee ordinario sia quello sociosanitario con l’indicazione del nucleo ristretto.

Contributo a pensionati non autosufficienti

Doppia scelta anche per ricevere questo contributo, Isee ordinario o sociosanitario con l’indicazione del nucleo ristretto. Il valore Isee che deve essere riportato è quello che compare nella tabella “Prestazioni sanitarie (escluse quelle residenziali) per persone maggiorenni e corsi di dottorato” riferito al beneficiario della prestazione.

Isee residenziale Rsa

In questo caso serve l’indicatore sociosanitario – residenze. Deve quindi essere indicato il nucleo ordinario o il nucleo ristretto (dipende dalla scelta). Il valore dell’indicatore da usare sarà quello riportato nella tabella “Prestazioni sociosanitarie residenziali per maggiorenni”.

Università

Per completezza d’informazione riportiamo anche l’Isee per accedere al diritto allo studio universitario. Si deve identificare il proprio nucleo familiare solo per le prestazioni universitarie, anche se si ha una diversa residenza.

Lo studente viene considerato autonomo solo se ha una residenza fuori dalla casa di abitazione da almeno due anni e una adeguata capacità di reddito.

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