Disability Pride: disabili in corteo, sabato 15 aprile a Torino, per promuovere una nuova cultura della disabilità. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).
INDICE
- Disability Pride: invito aperto a tutti
- Disability Pride: rivoluzione culturale
- Disability Pride: barriere non solo architettoniche
- Disability Pride: cos’è
- Disability Pride: partecipazione
- Disability Pride: storia
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La manifestazione è stata promossa dall’Associazione Luca Coscioni in collaborazione con 17 realtà del territorio. Il corteo partirà alle 14 da piazza Carlo Felice e raggiungerà piazza Castello.
In occasione del Disability Pride è stato anche realizzato un manifesto, contiene rivendicazioni che riguardano tutti i temi centrali della disabilità:
la cura e l’assistenza (compresa ovviamente la questione dei caregiver);
- le barriere architettoniche e culturali;
- i trasporti e la viabilità;
- l’accessibilità fisica e digitale alle istituzioni;
- il diritto al lavoro;
- il diritto all’istruzione;
- cittadinanza attiva.
Questioni molto sentite, ma sulle quali le istituzioni oltre a un profluvio di promesse non hanno fatto molto.
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Disability Pride: invito aperto a tutti
Gli organizzatori (tra questo anche la Città Metropolitana di Torino, non la Regione) invitano tutti a partecipare. E quindi non solo le persone con disabilità e i neurodivergenti o chi fa parte della rete, ma tutti coloro che ritengono sia importante «avere un mondo – come ha dichiarato la coordinatrice, Miriam Abate – dove tutte e tutti possono far valere i propri diritti e godere di pari opportunità e dignità».
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Disability Pride: rivoluzione culturale
La manifestazione ha un obiettivo importante: imporre rispetto alla disabilità una radicale rivoluzione culturale. «Il messaggio deve essere chiaro – ha dichiarato Jacopo Rosatelli, assessore comunale al Welfare di Torino -: non c’è qualcuno più uguale di qualcun altro o con più diritti».
Ma non è solo questo. Il Pride deve essere anche un momento per rivendicare con orgoglio «la consapevolezza della propria unicità e della bellezza della vita di ciascuno».
Disability Pride: barriere non solo architettoniche
Le barriere da abbattere non sono solo quelle architettoniche. Ci sono barriere che creano ostacoli ancora maggiori, sono quelle culturali. «Le istituzioni – ha aggiunto la consigliera delegata della Città Metropolitana, Valentina Cera – hanno il dovere di patrocinare ed essere coinvolte in una manifestazione come il Disability Pride».
Hanno patrocinato la manifestazione, oltre al Comune di Torino e la Città Metropolitana, l’Università e il Politecnico. Assente la Regione. Ed è un’assenza importante: molte delle politiche legate alla disabilità sono di competenza proprio delle amministrazioni regionali. Questa indifferenza pesa, anche perché non si tratta di una manifestazione con connotazioni politiche di parte: si parla di diritti delle persone con disabilità, niente potrebbe essere più trasversale.
Gli organizzatori sperano comunque che entro sabato la Regione Piemonte ci ripensi e aderisca con il suo patrocinio alla manifestazione.
Disability Pride: cos’è
Il Disability Pride è una rete composta da realtà organizzate, tutte unite dallo stesso obiettivo: realizzare un modo che sia davvero inclusivo.
La rete è in continua espansione e punta a imporre nel nostro Paese una vera rivoluzione culturale.
«Il Disability Pride Network – si legge in una nota riportata sul sito degli organizzatori – è un megafono per far sentire potente la voce delle persone con disabilità, dei loro cari, dei loro “alleati” nella lotta per creare un mondo per tutti. Sono voci generalmente flebili e disperse nei territori, spesso chiuse dentro qualche muro, reale o virtuale che sia».
Disability Pride: partecipazione
Ai Disability Pride la partecipazione è stata straordinaria sin dalla prima edizione, sia singoli, sia di associazioni. Tutte, anche al netto di eventuali divergenze, hanno sentito questa manifestazione come un patrimonio comune.
La prima edizione del Disability Pride si è svolta nel 2015 (all’epoca si chiamava Handy Pride) in diversi Comuni della provincia di Ragusa.
Negli altri anni l’evento si è poi svolto in queste città:
- 2016: a Messina;
- 2017: a Napoli;
- 2018: Roma;
- 2019: Roma (in concomitanza con analoghe manifestazioni a New York, Brighton e Dakar);
- 2020: non c’è stato un corteo a causa della pandemia, ma una serie di iniziative in video;
- 2021: Roma;
- 2022: Roma, Milano e Bologna (con lo slogan «Corpi differenti, menti divergenti, stesso desiderio»).
Tra le associazioni che partecipano all’evento ci sono:
- Associazione Luca Coscioni – Cellula Torino, APRI Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti, UICI Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Torino, AIAS Associazione Italiana Assistenza Spastici Torino, Associazione Volonwrite, Associazione CONteSTO, Associazione ZeroTre, Collettivo Mai Ultimi UNITO, Oltranza Festival e Abbatti le Barriere.
Le start up organizzatrici sono:
- AccessiWay, WeGlad, WillEasy, Travelin, Cityfriend, Iocivado e Novis Games.
Questi invece gli sponsor:
- Associazione Luca Coscioni, Accessiway, Exclusive Networks.

Disability Pride: storia
I Disability Pride sono nati negli Stati Uniti agli inizi degli anni ‘90 su iniziativa dei movimenti per i diritti delle persone con disabilità. Sono state proprio queste persone a rendersi protagoniste e comprendere l’importanza di farsi portavoce in modo diretto delle proprie istanze, superando quindi qualsiasi tipo di intermediazione.
I Pride rappresentano dunque un percorso che dovrà condurre alla piena autodeterminazione che consenta una partecipazione alla vita sociale, politica, culturale ed economico e per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione.
L’obiettivo finale è quello di abbattere tutte le barriere che impediscono il raggiungimento di questi obiettivi.
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