Assunzione badante, niente decontribuzione: seconda marcia indietro del governo in pochi mesi. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).
Indice
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L’emendamento che prevede la decontribuzione per i datori di lavoro che stabilizzano la badante, dopo l’approvazione in Commissione Affari sociali del Senato, è stato bocciato dalla Commissione Bilancio.
L’emendamento aveva previsto la decontribuzione triennale per le famiglie che assumono o stabilizzano badanti impegnate nell’assistenza di anziani non autosufficienti. Era stato proposto dall’esponente del Movimento 5Stelle, Barbara Guidolin.
Uno stop inatteso: un emendamento simile era già stato approvato e poi bocciato nel Decreto Milleproroghe (mancavano le risorse economiche). La nuova bocciatura ha suscitato la delusione e le proteste di associazioni e famiglie.
Per Andrea Zini, presidente dell’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico (Assindatcolf), la decisione della Commissione «è un segnale negativo, che lascia l’amaro in bocca. Oltre a sostenere economicamente le famiglie datrici di lavoro domestico che ogni giorno devono fare i conti con la non autosufficienza, questa misura avrebbe, infatti, potuto generare effetti molto positivi anche per i lavoratori, incentivando nuove assunzioni».
I costi insostenibili (gli stipendi delle collaboratrici domestiche sono aumentati a gennaio del 9,1%) stanno mettendo in ginocchio molte famiglie: sono tante quelle che hanno deciso di rinunciare alla badante, con ripercussioni inevitabili sulla gestione dei familiari non autosufficienti, o hanno scelto il ricorso al lavoro nero, con tutte le possibili e negative conseguenze (anche legali) che questo comporta.
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Assunzione badante, lavoro nero
L’emendamento bocciato in Commissione Bilancio avrebbe dovuto andare nella direzione opposta: consentire ai datori di lavoro di ridurre il costo complessivo delle badanti (a gennaio sono ovviamente aumentate anche le spese per contributi e assicurazione) e abbassare e di molto la percentuale di rapporti in nero, che nel settore della collaborazione domestica sono altissimi in Italia,
E invece, niente. Un altro stop. Un brutto segnale, del tutto ingiustificato: soprattutto perché il governo si è impegnato, e lo ha comunicato in più di un’occasione, a garantire un adeguato sostegno alle famiglie che si occupano in dell’assistenza domiciliare dei propri cari (un compito che in parte dovrebbe essere assicurato dal Servizio sanitario nazionale).
Ma torniamo ai dati sul lavoro nero nel settore dell’assistenza domestica. Il quadro che emerge dall’analisi effettuata dall’Istat nel 2021 sono davvero sconcertanti. In Italia sono impegnate 1 milione e 910 mila badanti. Ebbene le posizioni irregolari sono 1 milione e 121 mila. Ovvero il 59,7%.
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Assunzione badante, il Pnrr
Un quadro che il governo conosce bene, ma sul quale al momento ha deciso di non intervenire. Un grave errore, anche in considerazione di un altro aspetto: la riduzione del lavoro nero è uno degli obiettivi prioritari del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Per una manciata di milioni il governo per ben due volte ha deciso di stralciare emendamenti che avrebbero potuto garantire un primo importante risultato.
«Fare emergere questi lavoratori dovrebbe, quindi, rappresentare una priorità anche rispetto agli obiettivi del Pnrr», conferma infatti il presidente di Assindatcolf.
«Per correggere il tiro, il tempo, pur se limitato, c’è, e siamo disponibili ad un confronto con governo e Parlamento per evidenziare tutti i problemi del settore e quindi delle famiglie».
Assunzione badante, l’emendamento
Cosa prevede l’emendamento stralciato dal decreto lavoro? In pratica l’esonero contributivo del 100%, per tre anni (e fino a un massimo di 3.000 euro l’anno) in caso di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico per badanti che assistono una persona non autosufficiente con più di 65 anni.
Una scelta che avrebbe rappresentato un segnale importante per le famiglie. Anche se l’attesa era per una decisione ancora più coraggiosa, alla francese: nel Paese transalpino infatti i datori di lavoro domestico possono detrarre dalle tasse l’intero costo delle collaboratrici (stipendi, contributi, tfr e tredicesima). Una agevolazione che oltre a essere un sostegno importante per le famiglie è anche un deterrente formidabile per azzerare il lavoro nero in questo settore.
Assunzione badante, questione di soldi
Come abbiamo detto la bocciatura è stata motivata da una questione di risorse. Ma di quali cifre parliamo, davvero l’aiuto alle famiglie ha un costo così insostenibile per le casse dello Stato? Macchè. Gli oneri sono stati quantificati in 15 milioni di euro, un’inezia rispetto al Bilancio complessivo.
Delusi ovviamente anche i parlamentari che hanno presentato l’emendamento.
Per Barbara Guidolin, del Movimento 5Stelle, «la bocciatura, da parte della commissione Bilancio, del nostro emendamento al decreto Lavoro per detassare il lavoro domestico è un fatto grave. Con tale emendamento, che la settimana scorsa era stato approvato in commissione Lavoro-Sanità anche con i voti della maggioranza, avremmo supportato migliaia di famiglie nell’assistenza agli anziani».

Faq (domande e risposte)
Cos’è la decontribuzione per l’assunzione badanti?
Si tratta di un’esonero contributivo del 100% per tre anni (fino a un massimo di 3.000 euro all’anno) per i datori di lavoro che assumono o stabilizzano i contratti a tempo indeterminato delle badanti. L’obiettivo è incentivare le assunzioni legali e sostenere economicamente le famiglie che si occupano di individui non autosufficienti.
Chi ha proposto l’emendamento decontributivo?
L’emendamento è stato proposto da Barbara Guidolin, esponente del Movimento 5 Stelle.
Qual è stata la decisione della Commissione Bilancio?
La Commissione Bilancio ha bocciato l’emendamento, suscitando delusione e proteste.
Perché le associazioni considerano utile la decontribuzione?
Secondo Zini, presidente dell’Assindatcolf, la decontribuzione avrebbe potuto sostenere le famiglie e incentivare nuove assunzioni.
Che effetto ha l’aumento degli stipendi sulle famiglie?
L’aumento degli stipendi ha creato costi insostenibili per molte famiglie, causando difficoltà nel mantenere le badanti.
Come avrebbe dovuto agire l’emendamento bocciato?
L’emendamento mirava a ridurre i costi delle badanti e a diminuire la percentuale di lavoro nero nel settore domestico.
Quanti sono i lavoratori irregolari nel settore?
Secondo Istat, nel settore dell’assistenza domestica, su 1 milione e 910 mila badanti, le posizioni irregolari sono 1 milione e 121 mila, ovvero il 59,7%.
Cosa prevede l’emendamento bocciato?
L’emendamento prevedeva un esonero contributivo del 100% per tre anni per l’assunzione di badanti che assistono anziani non autosufficienti.
Come viene affrontato il problema in Francia?
In Francia i datori di lavoro possono detrarre dalle tasse l’intero costo delle collaboratrici domestiche, compresi stipendi, contributi, TFR e tredicesima.
Qual è stato il costo stimato dell’emendamento?
Il costo dell’emendamento per le casse dello stato è stato stimato in 15 milioni di euro, una cifra considerata piccola rispetto al bilancio complessivo.
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