Amministratore di sostegno, quando è necessario

Vediamo in questo articolo quando è necessario l’amministratore di sostegno e quando se ne può fare a meno. Abbiamo anche verificato come si nomina, a chi spetta, qual è il ruolo dei familiari e quando e perché può essere revocato.
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11/12/23

Non sempre è necessario nominare per la tutela di una persona con disabilità l’amministratore di sostegno. Vediamo insieme quando serve e quando è possibile farne a meno. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).

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Su questo argomento potrebbe interessarti un articolo che spiega come si revoca un amministratore di sostegno; in un altro post abbiamo approfondito un altro tema: quanto guadagna questa figura di tutela; e infine abbiamo visto chi può essere nominato.

Che cos’è l’amministratore di sostegno?

L’amministratore di sostegno è una figura di tutela giuridica, istituita per assistere coloro che, a causa di una malattia o disabilità, si trovano nell’incapacità temporanea o permanente di provvedere ai propri interessi. L’amministratore agisce nel rispetto dei bisogni e delle aspirazioni del beneficiario, intervenendo nella gestione degli aspetti personali e patrimoniali di quest’ultimo.

Chi può richiedere un amministratore di sostegno?

La richiesta di un amministratore di sostegno può essere avanzata:

  • dallo stesso beneficiario, quando si rende conto della propria incapacità di gestire i propri interessi;
  • dal coniuge o dal convivente del beneficiario;
  • dai parenti entro il quarto grado di parentela;
  • dagli affini entro il secondo grado;
  • dal tutore o dal curatore del beneficiario;
  • dal pubblico ministero.

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Quando è necessario l’amministratore di sostegno?

È necessario quando una persona non è più in grado di gestire autonomamente i propri interessi a causa di una infermità o menomazione fisica o psichica, sia essa temporanea o permanente. Tuttavia, la nomina non è automatica: secondo il Codice Civile, la figura dell’amministratore di sostegno “può” essere istituita, non “deve” esserlo.

Poteri

Il compito dell’amministratore di sostegno dipende dal decreto di nomina del giudice. L’amministratore può intervenire sia in ambito personale che patrimoniale, a seconda delle necessità del beneficiario. Ad esempio, può gestire la pensione della persona assistita, pagare le bollette, decidere il luogo di residenza, dare il consenso per cure mediche, e molto altro.

Cosa può fare

L’aiuto di un amministratore di sostegno è utile perché il giudice decide come deve aiutare la persona in base alle sue necessità.

Se il beneficiario fa qualcosa che il giudice ha stabilito sia di competenza dell’amministratore senza il permesso del giudice, quella cosa può essere annullata.

L’amministratore di sostegno ha due tipi di operazioni. Quelle “piccole”, che può fare senza il permesso del giudice, come comprare prodotti di poco valore o oggetti di cui la persona ha bisogno, o fare contratti di affitto brevi.

Ci sono poi operazioni più grandi che possono cambiare molto la situazione economica della persona assistita, come, ad esempio, comprare o vendere una casa. Per questi interventi, l’amministratore ha bisogno del permesso del giudice.

Il giudice può anche decidere se l’amministratore fa il lavoro per nome e per conto del beneficiario, o se è il beneficiario opera con l’aiuto dell’amministratore.

Cosa non può fare

L’amministratore di sostegno può aiutare solo in quelle cose che il giudice inserisce nel suo decreto. Questo dipende dalle condizioni in cui versa la persona che ha bisogno di aiuto.

A volte, il tribunale può dire no alla richiesta di un amministratore di sostegno. Per esempio, un giudice a Vercelli ha rifiutato la richiesta per una signora di oltre 90 anni. Il giudice ha pensato che la signora non avesse bisogno dell’aiuto di un amministratore. La signora non aveva problemi di mente, ma aveva difficoltà a vedere, a sentire e a camminare.

Il suo medico ha dichiarato che l’anziana poteva gestire i suoi soldi e rispondere a domande sul valore del denaro. Aveva solo bisogno di aiuto per andare a prendere la pensione e fare la spesa. Per queste cose, c’era un servizio a casa che poteva aiutarla.

Quindi, il giudice ha pensato che non tutte le difficoltà di una persona impongono la necessità di avere un amministratore di sostegno. Serve solo quando la persona non può svolgere le attività di ogni giorno (come appunto, ritirare la pensione) o proteggere i suoi diritti a causa di un problema fisico o psichico.

Quali sono i rischi dell’amministratore di sostegno?

I rischi sono legati principalmente alla possibile cattiva gestione del patrimonio del beneficiario. Per questo motivo, la scelta dell’amministratore deve essere accurata e basata sull’affidabilità della persona designata.

Amministratore di sostegno: revoca e sostituzione

L’amministrazione può essere revocata o sostituita in determinate situazioni. È possibile per il giudice revocare l’amministratore di sostegno nel caso in cui lo ritiene necessario per proteggere gli interessi del beneficiario. Questo può includere situazioni in cui l’amministratore non esegue correttamente i suoi doveri o abusa della sua posizione.

Il beneficiario stesso, un parente o il pubblico ministero può richiedere al giudice di revocare l’amministratore di sostegno. Inoltre, il giudice può sostituire l’amministratore con un nuovo amministratore se ritiene che questa decisione sia migliore per tutelare gli interesse del beneficiario.

Diritti e doveri

L’amministratore di sostegno ha sia diritti che doveri. Il principale dovere dell’amministratore è di tutelare gli interessi del beneficiario. Questo include prendersi cura della persona, gestire i suoi affari finanziari e assicurarsi che sia trattata con rispetto e dignità. L’amministratore deve anche rendicontare al giudice ogni anno sulle proprie attività.

Quanto costa un amministratore di sostegno?

L’amministratore di sostegno non può percepire alcun compenso per l’incarico: possono essergli riconosciuti solo un rimborso delle spese e, in taluni casi, un equo indennizzo stabilito dal giudice tutelare in relazione al tipo di attività prestata.

Amministratore di sostegno: quando non serve?

Questa figura può non essere necessaria se la persona è in grado di gestire i propri affari o se ha altri mezzi di sostegno, come un tutore o un rappresentante legale. Inoltre, la nomina di un amministratore di sostegno può non essere necessaria se la persona ha una malattia temporanea o una menomazione che non la rende completamente incapace di gestire i propri affari.

amministratore di sostegno quando serve
Nella foto una persona disabile con il suo amministratore di sostegno.

FAQ (domande e risposte)

Quando si deve nominare l’amministratore di sostegno?

È necessario quando una persona, a causa di un’infermità o una menomazione fisica o psichica, non è più in grado di gestire autonomamente i propri interessi, siano essi personali o patrimoniali.

La richiesta può essere avanzata dallo stesso beneficiario, dal coniuge o convivente, dai parenti entro il quarto grado di parentela, dagli affini entro il secondo grado, dal tutore o dal curatore del beneficiario, o dal pubblico ministero.

Quali sono i compiti dell’amministratore di sostegno?

Può intervenire nella gestione dei beni patrimoniali del beneficiario, come la riscossione della pensione e il pagamento delle bollette. Può inoltre occuparsi di aspetti personali, come il luogo di residenza e le cure mediche.

Come si sceglie l’amministratore di sostegno?

I rischi sono legati principalmente alla possibile cattiva gestione del patrimonio del beneficiario. Per evitare ciò, la scelta dell’amministratore deve essere accurata e basata sull’affidabilità della persona designata.

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