Permessi Legge 104, i tempi di attesa: ci chiediamo quanto bisogna aspettare dopo aver consegnato l’istanza al datore di lavoro, pubblico o privato. E anche se ci sono delle tempistiche che il titolare di una azienda o il responsabile di un ufficio è tenuto a rispettare. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sulla Legge 104. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
Indice
- Permessi Legge 104: controlli preventivi
- Permessi Legge 104: richiesta al datore di lavoro
- Permessi Legge 104: richiesta all’Inps
- Permessi Legge 104: cosa accade dopo
- Permessi Legge 104: programmazione
- Permessi Legge 104: il ministero
- Permessi Legge 104: se non c’è una regola
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Sono molte le segnalazioni di cittadini che dopo aver presentato la richiesta al datore di lavoro hanno atteso a lungo una risposta. Ci riferiamo, e lo avrete capito, alla prima richiesta, cioè quella che informa il titolare dell’azienda che abbiamo avuto il diritto di godere di tre giorni retribuiti di permesso mensile per assistere un familiare con disabilità grave.
Su questo stesso argomento potrebbe interessarti dei permessi Legge 104 per chi assiste un lavoratore disabile, o anche se si rischia non prestando assistenza continua. Troverai anche un focus su come funziona la 104 nei giorni festivi.
Permessi Legge 104: controlli preventivi
Ebbene il datore di lavoro, dopo aver ricevuto la comunicazione, ha il diritto di svolgere dei controlli per verificare che la correttezza della documentazione e il rispetto dei requisiti che sono previsti dalla normativa.
La legge non prescrive dei termini precisi. Ovvero non viene dato un limite temporale, una scadenza a questa attività di verifica.
La norma non scritta prevede però che non debba durare più di qualche giorno, anche perché per accertarsi che la certificazione sia corretta è sufficiente chiedere informazioni all’Inps.
E quindi, dopo due, tre giorni si può sollecitare una risposta. Se dopo una settimana il silenzio persiste si può anche dire che il datore di lavoro sia in difetto.
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Permessi Legge 104: richiesta al datore di lavoro
È opportuno precisare che al datore di lavoro non deve essere presentata una domanda di autorizzazione ai permessi legge 104. È sufficiente inoltrare una copia del modello SR08_Hamd 2 inviato all’Inps e l’autorizzazione che è stata rilasciata dall’Inps.
Alcune aziende chiedono comunque l’invio di una richiesta. Come già detto, l’azienda ha comunque il diritto di controllare l’esistenza dei requisiti, ma non ha parola sul diritto o meno di fruire dei permessi da parte del dipendente.
Permessi Legge 104: richiesta all’Inps
Ricordiamo che per avere accessi ai Permessi legge 104 è prima necessario presentare una domanda all’Inps per via telematica. Bisogna allegare dei documenti che certificano la disabilità (del lavoratore se il beneficio è per sé stesso o della persona da assistere se invece l’istanza viene presentata dal caregiver familiare).
Se ci sono delle variazioni rispetto a quello che viene comunicato (esempio: il beneficiario cambia lavoro) devono essere inoltrate all’istituto di previdenza entro 30 giorni.
Le procedure per la richiesta delle autorizzazioni sono queste:
- Online: con i servizi telematici che sono accessibili direttamente dal cittadino tramite Spid, Cie o Cns attraverso il portale dell’Istituto – servizio di “Invio OnLine di Domande di Prestazioni a Sostegno del Reddito”;
- tramite Patronati: con i servizi telematici che vengono messi a disposizione degli utenti;
- tramite Contact Center Multicanale: con il numero 803164 gratuito riservato all’utenza che chiama da telefono fisso e il numero 06164164 con tariffazione a carico dell’utenza chiamante abilitato a ricevere esclusivamente chiamate da telefoni cellulari.
Permessi Legge 104: cosa accade dopo
Dopo aver ottenuto il via libera da parte dell’Inps il dipendente consegna la documentazione al datore di lavoro. Dopo una eventuale, ma breve, verifica il lavoratore può iniziare a usufruire dei permessi retribuiti (tre giorni interi al mese che possono essere frazionati anche in ore). La retribuzione dei permessi Legge 104 è completamente a carico dell’istituto. Infatti il datore di lavoro deve solo anticipare la retribuzione in busta paga per poi recuperare tutto sui contributi da versare all’Inps con il modello F24, entro il giorno 16 del mese successivo a quello di competenza.
Permessi Legge 104: programmazione
Il datore di lavoro, lo ribadiamo, non ha né il potere, né il diritto di negare al suo dipendente la fruizione dei permessi (così come del Congedo Legge 104). Può però chiedere che i giorni o le ore di assenza vengano programmati.
Alcuni contratti pubblici hanno imposto una programmazione mensile dalla quale si può derogare solo nel caso di una emergenza imprevedibile.
Ma vediamo come funziona la programmazione. Può essere richiesta al dipendente quando ricorrono queste tre condizioni:
- il lavoratore che assiste il familiare con disabilità grave deve essere in grado di individuare in anticipo le giornate di assenza;
- non deve comunque mai essere compromesso il diritto della persona con disabilità grave a ricevere una effettiva assistenza;
- la programmazione deve avere dei criteri che siano condivisi dal dipendente e dalle sua rappresentante sindacali.
Permessi Legge 104: il ministero
Per i dipendenti pubblici c’è la circolare del Dipartimento della Funzione pubblica sulle «Modifiche alla disciplina in materia di permessi per l’assistenza di persone con disabilità».
In quella nota si dispone che i lavoratori beneficiari dei permessi 104 siano tenuti a comunicare al dirigente competente i giorni di assenza:
- con un adeguato anticipo;
- se possibile all’interno di un intero mese, così da permettere una migliore organizzativa dell’attività. Fanno eccezione solo le dimostrate situazioni di urgenza.

Permessi Legge 104: se non c’è una regola
Laddove la fruizione dei permessi Legge 104 non è regolata da una contratto di lavoro (che impone quindi delle disposizioni precise sull’argomento), al dipendente resta la possibilità di modificare unilateralmente la giornata che era stata programmata in precedenza per beneficiare del permesso retribuito. Può quindi spostarla ad altra data.
Questo perché – come abbiamo accennato prima – vige sempre il principio (cardine della Legge 104) che le esigenze di assistenza e tutela della persona con disabilità sono sempre prevalenti sulle esigenze organizzativa dell’impresa o dell’ufficio.
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