Opzione donna per caregiver: ci sono novità o meglio, precisazioni dell’INPS che riguardano appunto le donne che intendono accedere al pensionamento anticipato perché impegnate nell’assistenza a un familiare con disabilità grave. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
INDICE
- Opzione donna per caregiver: assistenza e convivenza
- Opzione donna per caregiver: continuità nell’assistenza
- Opzione donna per caregiver: parenti di secondo grado
- Opzione donna per caregiver: patologie invalidanti
- Opzione donna per caregiver: familiari mancanti
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Le istruzioni dell’istituto sono riportate all’interno della circolare numero 25 del 6 marzo 2023. Ricordiamo che a Opzione donna, dopo le modifiche apportate alla misura dalla Legge di Bilancio del 2023, possono accedere le lavoratrici caregiver, le invalide e le disoccupate (se rientrano in determinati requisiti).
I chiarimenti dell’INPS riguardano in particolare tre aspetti per le caregiver:
- assistenza e convivenza;
- continuità nell’assistenza;
- parenti entro il secondo grado.
Vediamo nel dettaglio le tre precisazioni sui requisiti per le lavoratrici caregiver.
Potrebbe interessarti un articolo che spiega come presentare la domanda per accedere a Opzione donna 2023; su thewam.net c’è anche un articolo che consente di capire se si ha diritto o meno a Opzione donna 2023.
Opzione donna per caregiver: assistenza e convivenza
Nella circolare si specifica: per le lavoratrici che prestano assistenza a un familiare con handicap in situazione di gravità (articolo 3, comma 3 della Legge numero 104), deve essere soddisfatto anche il requisito della convivenza con la persona disabile.
Viene ritenuta condizioni sufficiente la residenza nello stesso stabile e allo stesso numero civico. In questo caso si può anche non risiedere all’interno dello stesso appartamento.
Per questa disposizione l’INPS ha richiamato una circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (18 febbraio 2010). In quel documento è stato infatti chiarito il criterio di convivenza per il riconoscimento del congedo straordinario biennale retribuito.
Il requisito della convivenza o dell’eventuale dimora temporanea sarà accertato d’ufficio dopo che la lavoratrice avrà fornito gli elementi indispensabili.
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Opzione donna per caregiver: continuità nell’assistenza
Abbiamo visto la convivenza. Vediamo ora come nella circolare deve essere garantita l’assistenza. Nella norma per l’accesso a Opzione donna si dispone che l’assistenza alla persona con disabilità grave deve essere iniziata almeno sei mesi prima della presentazione della domanda di uscita anticipata. L’INPS precisa che i sei mesi devono essere stati continuativi.
C’è anche un riferimento ai verbali. Viene specificato che lo status di disabile grave si acquisisce alla data di accertamento che viene riportata nel verbale (articolo 4 della legge 104 del 1992).
Se invece il riconoscimento è avvenuto dopo una sentenza di omologa (e quindi con l’accertamento preventivo) la data di riferimento è quello della sentenza o del decreto di omologa.
Ovviamente a condizione che nel provvedimento del giudice non si decida di far decorrere da una data precedente la disabilità grave.
Opzione donna per caregiver: parenti di secondo grado
Nella circolare è stata disposta anche una ulteriore condizione nel caso l’assistenza fosse prestata dalla lavoratrice caregiver a un parente o a un affine entro il secondo grado.
Ed è questa: è possibile solo se i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap in situazione di gravità non possano prestare l’assistenza perché hanno un’età pari o superiore ai 70 anni o siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Qualche esempio per essere più chiari. La nuora di una persona con invalidità grave ha diritto di accedere a Opzione donna se i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap in situazione di gravità non possano prestare perché hanno compiuto 70 anni di età oppure sono affetti da patologie invalidanti o, infine, sono deceduti o mancanti.
L’INPS ha anche precisato cosa si intende per patologie invalidanti e per l’espressione “mancanti”. Vediamo.
Opzione donna per caregiver: patologie invalidanti
La legge non fornisce una definizione specifica per le patologie invalidanti riferite ai familiari della persona con disabilità. L’INPS ha allora stabilito che occorre fare riferimento alle patologie con carattere permanente che sono indicate nell’articolo 2, comma 1, lettera d) numero 1, numero 2 e numero 23 del decreto numero 278 del 21 luglio del 2000, quello che definisce i congedi per eventi e cause particolari e che consente di accordare il congedo per gravi motivi.
Queste sono le condizioni di salute richieste per rientrare tra le patologie invalidanti:
- patologie acute o croniche che determinano temporanea o permanente riduzione o perdita dell’autonomia personale, sono incluse:
- le affezioni croniche di natura congenita, reumatica, neoplastica, infettiva, dismetabolica, post-traumatica, neurologica, neuromuscolare, psichiatrica, derivanti da dipendenze, a carattere evolutivo o soggette a riacutizzazioni periodiche;
- patologie acute o croniche che richiedono assistenza continuativa o frequenti monitoraggi clinici, ematochimici e strumentali;
- patologie acute o croniche che richiedono la partecipazione attiva del familiare nel trattamento sanitario;
- patologie dell’infanzia e dell’età evolutiva per le quali il programma terapeutico e riabilitativo richiede il coinvolgimento dei genitori o del soggetto che esercita la potestà.
In caso di patologie invalidanti che riguardano altri familiari della persona da assistere la lavoratrice che presenta la domanda deve allegare, in busta chiusa, e inviare alla competente Unità operativa complessa o Unità operativa semplice, una adeguata documentazione del medico specialista (del servizio sanitario o convenzionato) o del medico di medicina generale o della struttura sanitaria (in caso di ricovero), per consentire una opportuna valutazione medico legale.

Opzione donna per caregiver: familiari mancanti
Con l’espressione “familiari mancanti” non deve essere intesa, ha specificato l’INPS, solo la situazione di assenza naturale o giuridica (celibato/nubilato, stato di figlio naturale non riconosciuto), ma deve ricomprendere anche altre situazioni che sono giuridicamente assimilabili, come:
- divorzio;
- separazione legale o abbandono di minori;
- dichiarazione di assenza o di morte presunta dello scomparso.
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