Oblio oncologico, cos’è e cosa cambia

Oblio oncologico, vediamo cos’è e cosa cambia dopo l’approvazione della proposta di legge. Il voto in Parlamento è stato unanime. Viene sancito il diritto a chi è guarito da una malattia oncologica a non fornire informazioni sulla sua pregressa malattia. Come funziona e quando si può essere dichiarati guariti.
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23/9/23

È stata approvata con voto unanime alla Camera la legge sull’oblio oncologico, una norma che tutela le persone guarite dal tumore e che hanno subito fino a oggi una lunga serie di discriminazioni. Vediamo di cosa si tratta, cosa comporta e chi ne ha diritto. (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Cos’è l’oblio oncologico

L’oblio oncologico è un concetto fondamentale nel panorama sanitario moderno.

Definito nella proposta di legge approvata nei giorni scorsi dalla Camera dei deputati, l’oblio oncologico è «il diritto delle persone guarite da una patologia oncologica di non fornire informazioni né essere oggetto di indagini sulla propria pregressa condizione patologica».

Questa norma ha lo scopo di prevenire discriminazioni e garantire i diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche.

Perché è importante l’oblio oncologico

La legge sull’oblio oncologico è un passo importante, dunque, per garantire il diritto e la dignità dei pazienti che hanno superato clinicamente il cancro. È stata celebrata come un importante successo da parte di associazioni di pazienti e oncologi.

La sua approvazione significa che l’Italia sta recuperando il ritardo rispetto ad alcuni Paesi europei che hanno già legiferato in materia.

Questa legge permetterà alle persone che sono state affette da malattie oncologiche di non essere più discriminate sulla base della loro pregressa condizione di salute.

La legge, come descritta nel testo, garantisce l’equità per gli ex pazienti oncologici, e questo include l‘accesso ai servizi finanziari, bancari e assicurativi, così come alle procedure per l’adozione di minori.

L’autorità responsabile per il monitoraggio dell’applicazione di queste nuove normative è il Garante per la Protezione dei dati personali.

Questo significa che, se una persona è completamente guarita da una malattia oncologica per più di 10 anni senza alcuna recidiva, non è consentito chiedere informazioni sul suo stato di salute passato.

Questo intervallo di tempo è dimezzato, ridotto a 5 anni, se la malattia è iniziata prima del 21esimo anno di età.

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Cosa prevede il testo approvato alla Camera

La legge proposta stabilisce che le informazioni relative a una patologia oncologica «non possono essere ottenute nemmeno da fonti diverse da quelle del contraente».

Inoltre, nel caso in cui questi dati siano già in possesso dell’operatore o dell’intermediario, «non possono essere utilizzati per definire le condizioni del contratto».

Le stesse regole si applicano anche per l’accesso ai concorsi che richiedono la verifica di requisiti fisici e psicologici o che riguardano lo stato di salute dei candidati.

Per quanto riguarda l’adozione o l’affidamento di minori, chi conduce l’indagine sui potenziali genitori o tutori non può esigere di conoscere il loro stato di salute.

Chi riguarda

Ogni tumore possiede attributi unici e, in funzione dell’individuo colpito, necessita di un iter terapeutico differente. Ci sono tumori che possono essere trattati nell’arco di alcuni mesi, alcuni in pochi anni, altri necessitano di un periodo di tempo più esteso.

Alcuni possono essere gestiti come condizioni croniche, permettendo al paziente di vivere una vita di qualità quasi pari a chi non è malato. Specificatamente, lo ricordiamo, la legge per il diritto all’oblio permetterebbe di non classificare più come paziente oncologico:

  • chi è stato affetto da un tumore solido durante l’infanzia, dopo 5 anni dalla conclusione del trattamento;
  • chi è stato affetto da un tumore solido durante l’età adulta, dopo 10 anni dalla conclusione del trattamento.

Statistica italiana

Nel nostro paese, 3,6 milioni di persone hanno ricevuto una diagnosi di cancro. Di questi, il 27%, circa un milione, può essere considerato guarito. Molti di loro hanno subito, subiscono o subiranno discriminazioni legate alla malattia. Da qui la necessità di approvare la legge sull’oblio oncologico.

Contrasto alle discriminazioni

Quali sono queste discriminazioni? Gli esempi non mancano. Vuoi richiedere un mutuo? Devi stipulare una polizza assicurativa, a copertura del mutuo stesso, e la polizza richiede di autocertificare il tuo stato di salute.

Con domande dirette come “hai mai ricevuto una diagnosi di tumore?“. Sì/no.

Da quanto tempo, con quale risultato clinico, per quale malattia, come stai adesso.

Sono tutte informazioni che non dovrebbero essere richieste. Se sei stato malato di cancro, resti un malato per sempre?

Non solo nelle banche

Questo diritto si applica, nei casi previsti dalla legge, non solo ai servizi finanziari e assicurativi, ma, come abbiamo visto, anche al mondo del lavoro (inclusi concorsi e formazione professionale, inserimenti, servizi, carriere e retribuzioni) e al mondo delle adozioni e dell’affidamento di minori.

Si specifica inoltre che «il Garante per la protezione dei dati personali supervisiona l’applicazione delle disposizioni della presente legge» e che entro tre mesi dall’entrata in vigore del provvedimento, con un decreto del Ministro della salute, sia definito «l’elenco delle eventuali patologie oncologiche per le quali si applicano termini inferiori rispetto a quelli previsti dagli articoli», cioè diagnosi oncologiche per cui sia scientificamente giustificato il riconoscimento dello status di “guariti” anche prima dei cinque o dieci anni previsti.

Un dato che dovrebbe essere monitorato nel tempo e aggiornato in base a revisioni scientifiche periodiche.

Tumori, immagine più realistica

La legge sull’oblio oncologico intende creare un varco in questa barriera, offrendo un’immagine più realistica di cosa sia la patologia tumorale oggi:

  • un insieme variegato e complesso di malattie con prognosi molto diverse tra loro, dal punto di vista epidemiologico e clinico;
  • malattie che, in molti casi, hanno visto migliorare le prospettive di guarigione, ovvero quelle situazioni in cui, una volta terminate le cure, la persona ha le stesse probabilità di ammalarsi di una persona con caratteristiche simili che tuttavia non ha mai ricevuto quella diagnosi.

Conclusione

Con l’adozione di questa legge, i pazienti che sono guariti dal cancro saranno dunque protetti dalle discriminazioni in vari settori della società. La legge riguarda l’accesso ai servizi finanziari, bancari e assicurativi, così come alle procedure di adozione di minori. Inoltre, nel mondo del lavoro, compresi concorsi e formazione professionale, non potranno essere richieste informazioni relative allo stato di salute concernenti patologie oncologiche.

Oblio oncologico, cos'è e cosa cambia
Nella foto una donna affetta da una patologia oncologica con una familiare.

FAQ (domande e risposte)

Cosa si intende per oblio oncologico?

L’oblio oncologico è il diritto delle persone guarite da una patologia oncologica di non fornire informazioni né essere oggetto di indagini sulla loro pregressa condizione patologica.

Perché è importante l’oblio oncologico?

L’oblio oncologico è importante perché garantisce diritti e dignità ai pazienti guariti dal cancro, impedendo discriminazioni basate sulla loro pregressa condizione di salute.

Quando scatta l’oblio oncologico?

L’oblio oncologico scatta dopo un periodo di 10 anni senza episodi di recidiva per gli adulti guariti da cancro, o dopo 5 anni nel caso di chi è stato diagnosticato prima dei 21 anni di età.

Quando un paziente viene definito guarito dal tumore?

Un paziente oncologico viene considerato “guarito” quando raggiunge la stessa attesa di vita della popolazione generale, con le tempistiche variabili in relazione alle diverse neoplasie.

Quante persone in Italia avranno diritto all’oblio oncologico?

Le stime indicano che in Italia almeno un milione di persone avranno diritto all’oblio oncologico.

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