Legge 104, che succede se il dipendente viene trasferito senza il suo consenso ma ha diritto ai benefici concessi a chi assiste un familiare con disabilità grave? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sulla Legge 104. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
Può opporsi e rifiutare il trasferimento senza correre il rischio di essere licenziato? La questione è delicata, ma le norme su questo punto sono piuttosto chiare. Sono a vantaggio del dipendente e ovviamente del disabile grave che conta sulla sua assistenza.
Sul trasferimento dei lavoratori che usufruiscono delle legge 104 (permessi e/o congedi straordinari) la Cassazione si è pronunciata molte volte, fino a delineare in modo preciso la cornice di riferimento che stabilisce cosa si può fare e cosa no.
INDICE:
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- Trasferimento e diritti
- Sede nello stesso Comune
- Sede e unità produttiva
- Incompatibilità ambientale
- Due possibilità
- Cosa evitare
Legge 104: trasferimento e diritti
Partiamo dai diritti che sono riconosciuti a chi ha la legge 104:
- può scegliere già nel giorno dell’assunzione la sede di lavoro che ritiene più adatta per consentirgli di assistere il familiare con disabilità;
- può chiedere di essere trasferito in una sede più vicina all’abitazione del familiare (ma solo se è possibile: se cioè esiste una sede in quei paraggi e se non ci sono degli scompensi nell’organizzazione complessiva del lavoro);
- non può essere trasferito senza il suo consenso (e qui veniamo un po’ al dunque di questo articolo). Anche se il trasferimento si verifica all’interno dello stesso Comune.
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Legge 104: sede nello stesso Comune
Su quest’ultimo punto direte: ma cosa cambia per il dipendente se deve lavorare in un quartiere piuttosto che un altro all’interno dello stesso Comune?
I giudici della Cassazione hanno stabilito che anche uno spostamento di pochi chilometri tradisce il dettato della legge 104 che vieta il trasferimento del dipendente senza il suo consenso.
È chiaro che un lavoratore potrebbe pure accettare il trasferimento se non incide in modo negativo sull’assistenza che presta al familiare con disabilità. Ma deve comunque essere una sua scelta: il datore di lavoro non può imporlo.
Legge 104: sede e unità produttiva
I giudici dell’Alta Corte hanno comunque sempre parlato di sede, non di unità produttiva. E la sede è l’effettivo luogo dove si svolge il lavoro.
Per maggiore chiarezza i magistrati della Cassazione hanno ribadito che il divieto di trasferimento per un lavoratore che assiste un familiare convivente con disabilità si applica «ogni volta che muta definitivamente il luogo geografico di esecuzione della prestazione, anche nell’ambito della stesse unità produttiva che comprenda uffici che sono dislocati in luoghi diversi». Perché la norma, hanno concluso gli ermellini, «fa riferimento alla sede di lavoro».
Legge 104: incompatibilità ambientale
Ma significa che il trasferimento del dipendente con la legge 104 è sempre impossibile? Non proprio. Se è il lavoratore a dare il consenso si può fare ovviamente. E come accennato, anche se è lui stesso a chiederlo (se esistono le condizioni).
Il dipendente può chiedere il trasferimento anche se c’è una incompatibilità ambientale con altri colleghi di lavoro, e questo a prescindere da eventuali responsabilità.
In realtà il trasferimento è possibile – anche senza il consenso del lavoratore – se la sede dove opera viene chiusa. In quel caso, e ci pare ovvio, non può che accettare, anche perché in caso contrario sarebbe inevitabile il licenziamento.
Legge 104: due possibilità
Riassumendo:
se il trasferimento è dettato da ordinarie questioni organizzative, il lavoratore con la 104 può essere trasferito solo se c’è il suo consenso;
se invece le necessità organizzative sono gravi (come nell’esempio della sede soppressa) l’azienda può trasferire senza consultare il lavoratore.
C’è un punto sul quale il lavoratore con la Legge 104 deve stare attento se ritiene di aver subito un trasferimento illegittimo.

Legge 104: cosa evitare
La cosa da evitare è rifiutare per protesta di trasferirsi: rischia un licenziamento per insubordinazione.
E quindi, cosa dovrebbe fare?
Andare comunque al lavoro e presentare ricorso in tribunale chiedendo di annullare il trasferimento.
Un rifiuto potrebbe essere giustificato solo in un caso: se il familiare che assiste si trovasse in una condizione di salute particolarmente grave e la sede dove è stato trasferito il dipendente fosse così distante dall’abitazione del parente da assistere da impedirgli di poter prestare un soccorso veloce.
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