La ricetta elettronica diventa definitiva

La ricetta elettronica diventa definitiva, non ci saranno più proroghe: superata la sperimentazione. La ricetta telematica diventa quindi strutturale, sono state accolte le segnalazioni di medici e pazienti che temevano fosse eliminata questa possibilità. Facilitazioni ulteriori per i malati cronici, la ricetta avrà validità per un anno.
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9/6/23

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Nel decreto Milleproroghe l’utilizzo della ricetta elettronica era stato esteso fino al 31 dicembre del 2024. Una proroga all’ultimo minuto. Già all’epoca, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, di fronte alle segnalazioni di medici e associazioni che rappresentano i cittadini, aveva lasciato intendere che non c’era nessuna intenzione di rinunciare alla ricetta via web, che ha consentito, grazie all’utilizzo delle tecnologie informatiche, di rendere più agevole il lavoro dei medici di base (studi meno pieni) e dei pazienti (non più costretti a recarsi dal professionista per una semplice ricetta.

La ricetta elettronica diventerà dunque strutturale, la notizia è ora ufficiale con l’approvazione del Consiglio dei Ministri del decreto legge Semplificazioni, che contiene la misura per la salute.

Non è l’unica novità. Per i malati cronici la ricetta avrà la durata di un anno e permetterà ai pazienti di fare scorta dei medicinali necessari per coprire 30 giorni di terapia.

C’è anche un’altra misura del decreto legge, riguarda le aziende farmaceutiche: avranno un mese e non più due di tempo per comunicare all’Aifa la carenza di determinati medicinali.

In questo post abbiamo verificato come potrebbe cambiare la ricetta elettronica (nuove funzionalità); in un altro articolo vediamo invece come funzionano le farmacie online.

La ricetta elettronica diventa definitiva: il ministro

Il ministro della Sanità ha dichiarato che «è giusto mettere fine alla sperimentazione alle proroghe per semplificare il lavoro dei medici di famiglia e la vita dei cittadini che non dovranno recarsi negli studi medici ma potranno ricevere la ricetta tramite mail o altri canali sul proprio smartphone»

La ricetta elettronica, sia rossa, sia bianca, ha aggiunto il ministro «è stata molto apprezzata da cittadini e medici».

Il ministro ha anche dichiarato che «un malato cronico ha bisogno periodicamente di assumere lo stesso farmaco. Grazie a questa norma, i pazienti o chi si prende cura di loro in caso di non autosufficienza, hanno il doppio vantaggio di non dover andare ripetutamente dal medico per avere la ricetta e in farmacia per ritirare i farmaci. Non dimentichiamo che molti pazienti cronici sono persone anziane, spesso affette da più di una patologia cronica, non autosufficienti o che hanno difficoltà a spostarsi. È evidente la portata semplificativa di questa misura non solo per le persone ma anche per i medici di famiglia per i quali si alleggerisce il carico di lavoro amministrativo a vantaggio della cura dei pazienti».

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La ricetta elettronica diventa definitiva: introdotta nel 2020

La ricetta elettronica è stata introdotta nel marzo del 2020 per ridurre gli spostamenti durante l’emergenza sanitaria causata dal Covid. Da allora la misura è stata prorogata di volta in volta, fino a diventare una consuetudine.

I cittadini si sono abituati in questi anni a ricevere la ricetta dematerializzata via mail o sms senza avere la necessità di recarsi personalmente dal medico di base.

Nel dicembre del 2022, prima dell’ultima proroga, sono state in particolare le proteste dei medici a spingere il governo a non eliminare la procedura telematica per l’invio delle ricette.

La ricetta elettronica diventa definitiva: i medici

La decisione del governo è stata accolta con estremo favore dai medici. «È una buona notizia – ha dichiarato il segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti -. Ma bisogna ora lavorare per renderla pienamente strutturale ed efficace. Al cittadino, infatti, dovrebbe bastare la sola tessera sanitaria per ritirare i medicinali prescritti dal suo medico in farmacia o per fare un esame. Questo già accade in Veneto e in Piemonte».

Se funziona in quelle regioni perché non estendere la stessa possibilità al resto del Paese?

Il segretario generale della Fimmg ritiene che tutti i dati del paziente possono essere trasmessi nella tessera sanitaria. «In questo modo – ha dichiarato – non si dovranno più far circolare stampe, neppure quelle che oggi deve fare il farmacista per gli adempimenti burocratici».

Per Scotti questa soluzione consentirebbe anche di avere un vantaggio di tipo “ambientale”. Perché presuppone una riduzione dei costi, della carta (e quindi meno alberi abbattuti), meno toner. «E tutto questo – conclude – utilizzando un processo digitale che è già stato sperimentato in diverse regioni ancora prima dell’emergenza Covid».

La ricetta elettronica diventa definitiva
Nella foto un medico compila la ricetta elettronica

La ricetta elettronica diventa definitiva: passaggio epocale

Il passaggio dalla ricetta cartacea (che comunque non è sparita) a quella elettronica ha segnato un passaggio epocale, perché ha realmente semplificato l’accesso alle cure per i pazienti.

Ricordiamo che con la ricetta elettronica è possibile:

  • acquistare farmaci a totale o parziale carico del Servizio Sanitario Nazionale, nei limiti previsti dai livelli di assistenza e dalla classificazione dei farmaci stessi;
  • richiedere prestazioni specialistiche o diagnostiche sia in strutture pubbliche che private (se accreditate).

Al medico basta compilare sul pc la ricetta elettronica (con una specifica applicazione, il Sistema di Accoglienza Centrale), registrando le identiche informazioni che sono richieste per la ricetta tradizionale:

  • il numero identificativo;
  • i dati dell’assistito;
  • il medicinale o gli accertamenti necessari;
  • il problema di salute che motiva la richiesta della prestazione;
  • eventuali esenzioni (per reddito o per patologia);
  • il codice di priorità per le prestazioni di specialistica ambulatoriale che si effettuano per la prima volta.

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