Dipendente con la pensione di invalidità: come funziona

Dipendente con la pensione di invalidità: come funziona, quali sono i limiti e i requisiti, a quanto ammontano le decurtazioni e quando scattano. L'assegno ordinario di invalidità è compatibile con l'attività lavorativa, ma se si superano determinate soglie di reddito scattano in percentuale dei tagli sull'importo del trattamento assistenziale.
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2/4/23

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INDICE:

L’assegno ordinario di invalidità spetta quando sono presenti determinati requisiti sanitari e contributivi. Per evitare equivoci ribadiamo che l’assegno ordinario di invalidità non deve essere confuso con l’assegno agli invalidi civili, che è una misura assistenziale e non prevede dei requisiti contributivi ma dei tetti di reddito.

E quindi, per essere ancora più chiari: in questo articolo di occupiamo di chi riceve l’assegno ordinario di invalidità (pensione di invalidità) ed è un lavoratore.

L’assegno ordinario di invalidità è compatibile con il lavoro, quindi è possibile ricevere il trattamento Inps e continuare l’attività lavorativa.

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Dipendente con la pensione di invalidità: il limite

C’è però un limite (e non è l’unico, come vedremo):

  • l’assegno è pienamente cumulabile se non supera di 4 volta il trattamento minimo;
  • l’assegno viene decurtato del 25% se supera il trattamenti minimo tra 4 e 5 volte;
  • l’assegno viene decurtato del 50% se supera di oltre 5 volte il trattamento minimo.

Per capirci:

  • il trattamento minimo per il 2022 è di 524,34 euro al mese;
  • se lo supera di 4 volte: 2.097,36 euro al mese (reddito annuo: 27.265,68 euro);
  • se lo supera di 5 volte: 2.621,7 euro al mese (reddito annuo: 34.082,1 euro).

Il trattamento che deriva dal cumulo dei redditi da lavoro con quello dell’assegno ordinario di invalidità ridotto deve comunque risultare almeno pari a quello a cui si avrebbe diritti nel limite massimo della fascia precedente.

Per esempio: il taglio imposto a chi supera di 5 volte il reddito minimo non potrà mai essere così consistente da ridurre gli importi complessivi al di sotto di chi supera di 4 volte il reddito minimo.

Ovvero, non è possibile che a causa dei tagli chi guadagna di più percepisca di meno.

Dipendente con la pensione di invalidità: l’altro taglio

C’è anche un’altra possibile decurtazione dell’assegno ordinario di invalidità sulla parte che che eccede il trattamento minimo.

In pratica è la stessa riduzione che viene applicata a tutte le pensioni di invalidità e inabilità Inps (si esclude la pensione di inabilità permanente e assoluta a qualsiasi lavoro, che è incompatibile – lo si intuisce anche dalla dicitura del trattamento – con qualsiasi attività lavorativa).

Vediamo a quanto ammontano queste riduzioni:

  • per i lavoratori dipendenti: 50% della quota che supera del trattamento minimo (applicata direttamente in busta paga e può essere portata in diminuzione dell’imponibile fiscale);
  • per i lavoratori autonomi: 30% della quota che supera il trattamento minimo.

Anche questa riduzione ha dei limiti:

  • non può superare l’importo del reddito prodotto;
  • non si applica agli invalidi che hanno almeno 40 anni di contributi.

Dipendente con la pensione di invalidità: chi ha diritto all’assegno

Vi ricordiamo quali sono i requisiti e chi può accedere all’assegno ordinario di invalidità:

Hanno diritto a questo trattamento economico:

  • dipendenti;
  • autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri);
  • iscritti alla gestione separata.

Dipendente con la pensione di invalidità: assegno ordinario e requisiti

Questi sono i requisiti:

  • requisito sanitario: una capacità lavorativa ridotta a un terzo a causa di una infermità fisica o mentale;
  • requisito contributivo: aver maturato almeno 260 contributi settimanali (5 anni) di cui 156 (3 anni di contribuzione e assicurazione) nel quinquennio che precede la presentazione della domanda.
Dipendente con la pensione di invalidità.

Dipendente con la pensione di invalidità: assegno ordinario e validità

L’assegno ordinario di invalidità si inizia a ricevere dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda. Ha una validità di tre anni.

Dopo tre anni l’assistito può chiedere il rinnovo con una domanda da inviare prima della scadenza.

Dopo tre rinnovi consecutivi l’assegno ordinario di invalidità viene rinnovato in automatico (ma è importante ricordare che l’Inps ha comunque la facoltà di chiedere una visita di revisione).

Quando il lavoratore raggiunge l’età pensionabile (67 anni), il trattamento si trasforma d’ufficio in pensione di vecchiaia.

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