Smart working prorogato solo per i fragili

Smart working prorogato solo per i fragili: niente da fare invece per i genitori con figli che hanno meno di 14 anni. Il lavoro agile è stato confermato fino al prossimo 31 marzo. Chi ne ha diritto e chi no. Slitta la proroga fino al 31 dicembre 2023.
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22/3/23

Smart working prorogato solo per i fragili, sono stati esclusi dalla misura i genitori di figli con meno di 14 anni. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sulla Legge 104. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

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La proroga dello smart working, sia nel pubblico, sia nel privato, è stata estesa fino al 31 marzo 2023. Il lavoro agile potrà essere previsto anche se sarà necessario assegnare al dipendente una mansione diversa.

Su questo argomento potrebbe interessarti sapere come funzionano i permessi 104 per chi è in smart working; vediamo anche quali sono le tutele per i dipendenti fragili che sono in modalità lavoro agile.

Smart working prorogato: l’emendamento

La conferma fino al 31 marzo del lavoro agile per i lavoratori fragili è stata possibile grazie a un emendamento inserito nella manovra di bilancio.

Nel testo però sono stati esclusi come accennato i genitori di figli che hanno meno di 14 anni (la conferma sembrava scontata).

Quindi i lavoratori fragili che stavano usufruendo della possibilità di lavorare da remoto potranno continuare. La misura precedente sarebbe scaduta il 31 dicembre.

Non ci sarà bisogno, come in precedenza, di un accordo individuale.

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Smart working prorogato: per chi

I lavoratori inseriti nella categoria dei fragili (vedremo tra qualche paragrafo nel dettaglio che rientra) sono quelli che dopo aver presentato una certificazione medica, risultino:

  • immunodepressi;
  • pazienti oncologici;
  • con terapie salvavita in corso;
  • disabili gravi. 

E quindi devono essere in possesso:

  • del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della Legge 5 febbraio 1992, numero 104;
  • di certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ai sensi dell’articolo 3, comma 1, della medesima Legge 104 del 1992.

Nel testo che è stato inserito nella manovra si dispone, come accennato, che il datore di lavoro dovrà assicurare la prestazione lavorativa in smart working  «anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, senza alcuna decurtazione della retribuzione in godimento».

Smart working prorogato: genitori esclusi

Cosa succede ai genitori di figli under 14 esclusi dalla possibilità di usufruire del lavoro agile senza la necessità di un accordo individuale con il datore di lavoro?

Questi dipendenti dal 2023 potranno rientrare nella norma che sullo smart working prevede l’obbligo di un accordo tra azienda e lavoratore o tra azienda e rappresentanze sindacali.

La decisione del governo ha suscitato una certa sorpresa e molti dubbi. Anche perché il governo Meloni si è fatto vanto di promuovere misure a vantaggio della famiglia. La soppressione del lavoro agile per i genitori di figli piccoli sarebbe dunque un controsenso rispetto a quanto indicato nelle scorse settimane.

Ma non solo: vari ministri dell’esecutivo hanno rimarcato nei giorni scorsi l’intenzione di potenziare l’uso del lavoro agile nella pubblica amministrazione che in questo campo è rimasta molto indietro rispetto al privato.

È stato anche evidenziato come lo smart working non sia a svantaggio della produzione del lavoratore. Del resto se ne sono accorti proprio i datori di lavoro che operano nel privato: nel 2022 sono stati 3 milioni e 600mila i dipendenti che hanno svolto il lavoro in modalità agile.

Il timore è che il governo abbia deciso di fare marcia indietro rispetto a questa modalità di lavoro. Per molti è un incomprensibile e ingiustificato ritorno al passato.

E del resto le ultime indiscrezioni facevano ritenere possibile una proroga dello smart working fino al 31 dicembre del 2023.

Smart working prorogato: chi rientra tra i fragili

Vediamo nel dettaglio quali sono le persone che rientrano nelle categorie dei cosiddetti fragili e quali sono le patologie indicate dal ministero.

E quindi:

  • pazienti  con  marcata  compromissione   della   risposta immunitaria per:   trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva; 
  • trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro due anni dal  trapianto  o  in  terapia  immunosoppressiva  per  malattia  del trapianto contro l’ospite cronica);
  • attesa di trapianto d’organo;         
  • terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CAR-T);  
  • patologia oncologica o onco-ematologica  in  trattamento  con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di sei mesi dalla sospensione delle cure;  immunodeficienze  primitive  (come la sindrome di Di George, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.); 
  • immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico  (come la terapia  corticosteroidea  ad  alto  dosaggio  protratta  nel  tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici  con  rilevante  impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.);  
  • dialisi e insufficienza renale cronica grave; pregressa splenectomia;   
  • sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con  conta  dei  linfociti T CD4+ < 200cellule/µl o sulla base di giudizio clinico.

Pazienti che presentino tre o più di queste condizioni patologiche:

  • cardiopatia ischemica; 
  • fibrillazione atriale; 
  • scompenso cardiaco; 
  • ictus; 
  • diabete mellito; 
  • bronco-pneumopatia ostruttiva cronica; 
  • epatite cronica; 
  • obesità.

Smart working prorogato: chi certifica il lavoratore fragile

I lavoratori fragili devono essere in possesso di una certificazione rilasciata dalle autorità sanitarie o dal medico di base.

Nell’immagine una dipendente lavora in smart working

Smart working prorogato: priorità

Si ricorda infine che i datori di lavoro, sia pubblici, sia privati, che stipulano accordi con i lavoratori per lo smart working, devono riconoscere delle priorità. In particolare a vantaggio dei lavoratori con disabilità in situazione di gravità, dei caregiver e dei genitori che hanno figli con disabilità grave.

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