Smart working per i fragili fino al 31 dicembre 2023, è un emendamento alla legge di bilancio formulato da Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio: anche per questo ha molte chance di essere approvato dopo il dibattito parlamentare. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
INDICE
- Smart working per i fragili nel Milleproroghe
- Smart working per fragili, perché la proroga di un anno
- Smart working nel privato
- Smart working, numeri in aumento
- Smart working per i fragili, chi ne ha diritto
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Come sapete lo smart working per lavoratori fragili e per genitori di figli con meno di 14 anni scade il prossimo 31 dicembre. È quindi indispensabile una proroga. La prima ipotesi era quella di prolungarlo fino al prossimo 31 marzo, poi è spuntato questo emendamento.
Il prolungamento annuale del lavoro agile ha già superato il doppio taglio che ha ridotto da 450 a 103 il numero di emendamenti da discutere. C’è dunque la volontà di portarlo avanti. Ma non solo: anche per l’opposizione non ci sarebbe nessun motivo per votare contro.
Certo nulla è sicuro fino all’approvazione definitiva.La strada comunque sembra segnata.
Su questo argomento puoi leggere un focus che spiegava la molto probabile proroga dello smart working fino al 31 marzo 2023; c’è anche un articolo che ricorda come si è arrivati alla decisione di prorogare il lavoro agile; e infine abbiamo verificato quali sono i diritti e le tutele per i lavoratori fragili in smart working.
Smart working per i fragili nel Milleproroghe
La novità dovrebbe essere inserita nel decreto Milleproroghe. Il governo sta lavorando proprio per questo obiettivo.
Il prolungamento del diritto allo smart working per lavoratori fragili e dipendenti con figli minori di 14 anni, sarà sia per il pubblico, sia per il privato.
Nel caso dei genitori il lavoro agile verrà concesso solo a una condizione: che entrambi siano occupati e che nessuno dei due (ne basta uno solo) sia in cassa integrazione o stia fruendo della Naspi.
I lavoratori fragili sono invece da intendere le persone che risultano (da certificazione medica):
- immunodepressi;
- pazienti oncologici;
- con terapie salvavita in corso;
- disabili gravi.
Sia per i fragili, sia per i genitori di figli under 14, è ovvio che le loro mansioni siano compatibili con lo svolgimento del lavoro a distanza.
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Smart working per fragili, perché la proroga di un anno
A rendere più probabile il prolungamento fino al 31 dicembre del 2023 del lavoro agile c’è anche un’altra valutazione.
Il governo, e in particolare il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha più volte spiegato di essere a favore di un utilizzo più ampio del lavoro da remoto. Specificando che lo smart working non può e non deve essere ritenuto una sorta di semi vacanza.
In pratica, ha ribadito il ministro, «nella pubblica amministrazione bisogna passare da una logica di controllo a una che invece misura gli obiettivi».
E quindi: se un impiegato deve svolgere determinati compiti nel suo orario di lavoro, può anche farlo da casa senza per questo causare un disservizio nei confronti dell’utente. Anzi.
Con questo sistema, è il parere di Zangrillo, si saprà in ogni momento cosa fa, quanto produce e con quali risultati ogni dipendente. In teoria una ottimizzazione della forza lavoro più efficace di quella attuale.
Smart working nel privato
Nel settore privato l’uso dello smart working è molto più esteso rispetto al pubblico. Le aziende hanno compreso che in termini di prestazioni non cambia nulla (anzi si stanno ottenendo risultati migliori), senza contare il risparmio di spazi ed energia per l’impresa, e a una riduzione dell’inquinamento ambientale causata dal mancato spostamento dei lavoratori.
Smart working, numeri in aumento
Quanto è diffuso il lavoro agile in Italia? C’è stato un vero boom. Quest’anno sono stati circa 3,6 milioni i lavoratori che hanno lavorato da casa. Mezzo milione in meno rispetto all’anno precedente, ma nel 2021 il risultato è stato ampiamente falsato dal covid.
Il vero confronto per comprendere l’aumento dello smart working è con il 2020, ebbene quell’anno solo 600mila dipendenti hanno lavorato da remoto: 3 milioni in meno.
Una percentuale rilevante è proprio nel settore privato. Molti di meno (solo il 7%) sono invece i lavoratori agili nella pubblica amministrazione. Un gap che il ministro Zangrillo ha deciso di colmare.

Smart working per i fragili, chi ne ha diritto
L’elenco dei lavoratori fragili che hanno diritto (quando è possibile rispetto alle mansioni che ricoprono) è piuttosto esteso. Lo ricordiamo:
- pazienti con marcata compromissione della risposta immunitaria per: trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;
- trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro due annidal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia deltrapianto contro l’ospite cronica); attesa di trapianto d’organo;
- terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore ChimericoAntigenico (cellule CAR-T); patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di sei mesi dalla sospensione delle cure;
- immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.);
- immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es:terapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalita’ del sistema immunitario etc.);
- dialisi e insufficienza renale cronica grave; pregressa splenectomia; sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con conta dei linfociti T CD4+ < 200cellule/µl o sulla base di giudizio clinico.
E i lavoratori che soffrono di queste patologie:
- cardiopatia ischemica;
- fibrillazione atriale;
- scompenso cardiaco;
- ictus;
- diabete mellito;
- bronco-pneumopatia ostruttiva cronica;
- epatite cronica;
- obesità.
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