Ricorso invalidità, da soli o con altri? Chi può aiutarti

L’invalidità civile non ti è stata riconosciuta, oppure hai ottenuto una percentuale minore di invalidità e non hai accesso a prestazioni economiche. Hai deciso di opporti al giudizio della Commissione medica. Non devi necessariamente farlo da solo, ma c’è chi può aiutarti. Ti spieghiamo chi e come fare.
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27/5/23

Cosa devo fare per presentare ricorso per l’invalidità civile? Devo fare tutto da solo o posso essere aiutato da qualcuno? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).

Quando l’invalidità civile viene negata oppure si vede riconosciuta una percentuale di invalidità minore, che non dà accesso a prestazioni economiche, spesso si rinuncia ai propri diritti.

Sono molte le persone invalide che non procedono con un ricorso per l’invalidità civile perché non sanno come fare o perché pensano di dover procedere da soli.

Eppure, ci sono enti, patronati e associazioni che possono seguirti, che ti offrono assistenza legale e ti supportano in questo percorso.

Vediamo quindi a chi ti puoi rivolgere in caso di ricorso per l’invalidità civile e qual è la procedura da seguire in base al motivo per cui intendi presentarlo.

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Chi mi può aiutare a presentare ricorso per l’invalidità civile?

Il ricorso per l’invalidità civile può essere presentato dalla stessa persona con disabilità che si è vista negare il riconoscimento dell’invalidità o della prestazione economica che ritiene gli spetti di diritto.

Bisogna seguire però delle specifiche procedure, che non tutti conoscono o sono in grado di affrontare da soli.

In questi casi, non sei da solo, perché puoi affidarti all’iuto non solo di un avvocato, ma anche di un CAF, di un patronato o di un’associazione che si occupa di diritti delle persone con disabilità.

Qualunque sia il motivo per cui intendi presentare ricorso, puoi recarti presso un CAF del tuo territorio, per esempio, che spesso offre un servizio legale. In molti casi non paghi nulla, se non le spese iniziali di apertura del ricorso, quando previste dal Caf o dal patronato.

Un’altra strada, è quella di contattare la sede territoriale (se presente) di un’associazione a favore dei diritti dei disabili, come per esempio Unione dei consumatori,  Anfass (Associazione Nazionale di Famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo), LEDHA, UIC (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), tante per citarne qualcuna.

Le associazioni a favore delle persone con disabilità sono davvero tante in Italia, qui trovi un elenco associazioni per disabili abbastanza competo.

Alcune associazioni forniscono un aiuto di tipo informativo, mentre altre ti supportano concretamente in tutta la procedura per il ricorso per l’invalidità civile.

In ogni caso, non sei da solo ad affrontare questo percorso, per cui affidati a uno di questi enti o associazioni e non aver timore di rivendicare un tuo diritto.

Ovviamente, prima di procedere con un ricorso, assicurati che ci siano tutte le condizioni per farlo, ovvero che tu abbia i requisiti per ottenere ciò che richiedi.

 Anche in questo, possono aiutarti le associazioni o i patronati, che studieranno la tua posizione e ti consiglieranno se è legittimo o meno procedere con un ricorso.

A questo punto, però, vediamo quali sono i casi in cui può essere presentato un ricordo per l’invalidità civile e come procedere.

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Ricorso per l’invalidità civile: amministrativo o giudiziario?

Il ricorso per l’invalidità civile può essere amministrativo o giudiziario, a seconda dei casi.

La scelta dipende dalla materia del contendere. Il ricorso amministrativo, infatti, è limitato ai provvedimenti di revoca o rigetto della prestazione economica, per esempio se non ti sei presentato alla visita per la revisione dell’invalidità o se hai dimenticato di presentare il modello Red per la certificazione del requisito reddituale che ti ha dato accesso alla prestazione.

Il ricorso giudiziario, invece, è ammesso nei seguenti casi:

  • contro il provvedimento di diniego della Commissione medica per l’accertamento di invalidità civile, cecità, sordità, handicap e disabilità;
  • ed entro sei mesi dall’emissione del provvedimento di diniego.

Andiamo a vedere cosa prevedono entrambe le procedure, quella per il ricorso amministrativo e quella per il ricorso giudiziario.

Ricorso invalidità civile: scopri come opporsi al parere della commissione medica e quali sono i tempi per il pagamento.

Ricorso per l’invalidità civile: il ricorso amministrativo

Come abbiamo detto, il ricorso per l’invalidità civile amministrativo, può essere presentato nei casi di mancato riconoscimento della prestazione economica legata all’invalidità e la procedura è ammessa esclusivamente contro i provvedimenti di rigetto o di revoca dei benefici economici, giustificati da requisiti come il reddito, la cittadinanza o la residenza.

Puoi presentare ricorso personalmente o puoi affidarti a un avvocato, a un CAF o a un’associazione di categoria, che seguiranno per te la procedura.

Per il ricorso amministrativo, sarà sufficiente collegarsi al sito web INPS e seguire il percorso “Prestazioni e Servizi – Servizi – Ricorsi amministrativi”, in possesso delle credenziali SPID, CIE o CNS (tue o quelle dell’ente o dell’associazione a cui ti affidi).

Una volta effettuato l’accesso alla piattaforma telematica è necessario selezionare il tipo di ricorso tra:

  • Ricorso Gestione Lavoratori Privati;
  • Ricorso Gestione Lavoratori Sport e Spettacolo;
  • Ricorso Gestione Dipendenti Pubblici.

Successivamente, il sistema proporrà di indicare la materia del contendere tra:

  • Ammortizzatori sociali;
  • Contributi;
  • Elenchi Lavoratori Agricoli Subordinati;
  • Prestazioni pensionistiche.

Quest’ultima opzione permette di selezionare, come destinatario del provvedimento impugnato, il “Cittadino (Ricorsi Inv. Civ per motivi amministrativi – Assegno/Pensione Sociale)”.

A seguire sarà necessario indicare il tipo di ricorso tra:

  • Ricorso avverso un provvedimento provvisto di Protocollo Informatico Unificato (PIU);
  • Ricorso avverso un provvedimento privo di PIU;

e, successivamente, il Numero Domus:

  • Provvedimento provvisto di Numero Domus;
  • Provvedimento privo di Numero Domus;
  • Dati del ricorrente ed invio del ricorso.

Dopo la parte relativa ai dettagli del provvedimento da impugnare, il sistema chiederà di:

  • ricercare il soggetto ricorrente utilizzando i dati precaricati sugli archivi INPS;
  • inserire la delega (se ti avvali di intermediari);
  • allegare il ricorso scansito e le note.

L’ultimo passaggio sarà l’inoltro del ricorso e la stampa della ricevuta.

Successivamente, ricollegandoti al medesimo servizio, potrai visualizzare i ricorsi proposti e, per quelli definiti, sarà disponibile la delibera.

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Ricorso per l'invalidità civile
Ricorso invalidità, da soli o con altri? Chi può aiutarti

Ricorso per l’invalidità civile: il ricorso giudiziario

Il ricorso per l’invalidità civile giudiziario viene invece presentato nel caso in cui la Commissione medica non ti riconosce l’invalidità civile, l’handicap o la disabilità.

Il ricorso deve essere presentato entro 60 giorni dall’emissione del provvedimento di diniego, altrimenti, per il riconoscimento dell’invalidità, dovrai presentare una nuova domanda.

Presentare una nuova domanda non ti darà diritto agli arretrati a partire dalla data di presentazione della precedente, ovviamente nel caso in cui la Commissione dovesse questa vola riconoscerti l’invalidità e la prestazione economica connessa alla percentuale riconosciuta.

Nel caso del ricorso giudiziario devi essere seguito da un avvocato. L’avvocato può essere di tua conoscenza e quindi incaricato personalmente.

Devi sapere, però, che spesso anche i CAF offrono questo tipo di assistenza legale, oltre a molte delle associazioni a favore dei diritti dei disabili di cui ti abbiamo parlato.

I giudizi per l’accertamento dell’invalidità civile, cecità, sordità, handicap e disabilità devono essere obbligatoriamente preceduti da un Accertamento Tecnico Preventivo (ATPO) per la verifica del requisito sanitario (Legge 15 luglio 2011 n. 111).

A pena di improcedibilità, pertanto, se intendi impugnare il verbale sanitario devi innanzitutto presentare al tribunale territorialmente competente (in base alla residenza) il ricorso per ATPO (articolo 445-bis del Codice di Procedura Civile).

A seguito del ricorso, il giudice provvede alla nomina di un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU).

Il CTU si occuperà degli approfondimenti necessari insieme ad un medico legale dell’INPS.

Conclusa l’attività di ricerca, il Consulente trasmetterà al giudice una relazione definitiva.

Le parti (tu e l’INPS) avranno a disposizione non più di 30 giorni per dichiarare se intendono contestare o meno le conclusioni del CTU.

In assenza di contestazioni il giudice, entro 30 giorni dalla sopra citata scadenza, emana il decreto di omologazione della perizia del CTU (non impugnabile né modificabile).

Al contrario, se una delle parti (tu o l’INPS) manifesta il proprio dissenso alle conclusioni del Consulente Tecnico, il giudice assegnerà un ulteriore termine di 30 giorni affinché la parte dissenziente possa presentare ricorso dinanzi al medesimo giudice, evidenziando i motivi della contestazione.

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