Proroga smart working oltre il 30 giugno per i lavoratori fragili: c’è un emendamento. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).
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L’emendamento è stato presentato dal Movimento 5 Stelle. Si tenta di evitare l’obbligo del ritorno forzato sul posto di lavoro, sia nel pubblico, sia nel privato, dei lavoratori che hanno delle determinate fragilità.
Come è noto il provvedimento che consente il lavoro da remoto per i lavoratori fragili e per i genitori con figli under 14 (per questi ultimi solo nel privato) scadrà il prossimo 30 giugno.
L’emendamento è stato presentato al decreto Lavoro che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso primo maggio.
Si punta a confermare la possibilità di lavoro agile per i lavoratori più fragili fino al termine del 2023, quindi con scadenza al 31 dicembre.
«Auspichiamo – ha dichiarato in una nota il capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Lavoro-Sanità al Senato, Orfeo Mazzella – che tutti gli altri gruppi parlamentari, sia di maggioranza, sia di opposizione vogliano appoggiarlo. Malgrado l’Organizzazione mondiale della sanità abbia dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria della pandemia da Covid 19, dobbiamo necessariamente tutelare i più deboli».
Su questo argomento puoi leggere un post che si chiede, appunto, se sarà rinnovato lo smart working dopo il 30 giugno; in un altro articolo si racconta del caos normativo sul lavoro agile e ricorda chi sono i lavoratori senza tutela. Entra nella community e nella chat di Invalidità e Diritti e aggiungiti al gruppo Telegram di news su invalidità e Legge 104 e a quello di WhatsApp per tutte le news. Nel nostro gruppo Facebook confrontati con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).
Proroga smart working, scenari
L’emendamento del Movimento 5 Stelle ha possibilità di essere approvato? Molto difficile rispondere a questa domanda. Potrebbe essere scontato l’appoggio di altre forze dell’opposizione (in particolare il Partito democratico), ma potrebbe non bastare.
Già la proroga al 30 giugno è scattata in extremis (non era stata prevista), non sarà semplice spuntare un nuovo rinvio al 31 dicembre. Per una questione di risorse (da versare in particolare per i dipendenti pubblici che pur rientrando nei lavoratori fragili svolgono mansioni non compatibili con il lavoro a distanza), ma anche perché – come ha ribadito chi ha presentato l’emendamento – nel frattempo è anche intervenuta la decisione dell’OMS che ha posto fine all’emergenza sanitaria causata proprio dalla diffusione del Covid.
Proroga smart working, 70mila lavoratori
La questione resta comunque delicata e riguarda 70.000 lavoratori circa, tra pubblico e privato, che sono affetti da gravi patologie che ne aumentano la vulnerabilità e dovrebbero quindi tornare al lavoro con tutti i rischi conseguenti.
Va ricordato che l’incidenza dei casi in Italia è al momento (15 – 21 maggio 2023) è di 25 infezioni ogni 100.000 abitanti (un dato stabile da qualche settimana). L’impatto sugli ospedali è basso e si registra una lieve diminuzione dei posti letto occupati negli ospedali.
I nuovi casi nell’ultima settimana sono stati 14.619, i decessi riconducibili all’infezione sono stati 150 e il tasso di positività rispetto ai tamponi effettuati è del 5,6 per cento.
Si tratta di numeri ovviamente molto più bassi rispetto ai mesi precedenti, ma che suscitano tra le persone con gravi fragilità (e quindi con una possibilità elevata di avere serie conseguenze in caso di contagio) una comprensibile preoccupazione.
Proroga smart working, perchè la proroga
C’è una nota diffusa dallo stesso ministero della Salute, quindi dal governo, che a prescindere dalla comunicazione dell’Oms, potrebbe dare qualche possibilità di proroga per lo smart working per i lavoratori fragili.
Nella nota si legge: «Viene ribadita l’opportunità, in particolare per le persone a maggior rischio di sviluppare una malattia grave in seguito all’infezione da SARS-CoV-2, di continuare ad adottare le misure comportamentali individuali previste e/o raccomandate, l’uso della mascherina, aerazione dei locali, igiene delle mani e ponendo attenzione alle situazioni di assembramento».
Al momento però è difficile stabilire cosa intenda fare l’esecutivo. Non ci sono state ancora delle dichiarazioni ufficiali o reazioni all’emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle.
Se da un lato la nota del ministero della Salute potrebbe lasciare aperto uno spiraglio, dall’altro, quello che è accaduto per la proroga di marzo, approvata solo negli ultimi giorni, sembra suggerire che questa volta alla scadenza dello smart working non segua una nuova conferma della misura.
All’epoca chi ha proposto la conferma del lavoro agile per le persone con un’alta fragilità ha ricordato «che si tratta di una misura dai costi molto contenuti e che però può dare dei benefici enormi. L’esecutivo si sta impegnando per trovare risorse per l’aumento delle spese militari, ma non riesce a trovare i fondi per aiutare questi lavoratori».
«La salvaguardia della loro salute – hanno concluso i parlamentari favorevoli alla proroga dello smart working – è un obbligo che non può venire meno alla scadenza dello stato di emergenza».

Proroga smart working, cosa può accadere
Saranno determinanti i prossimi giorni per capire se l’emendamento sarà approvato o respinto.
Se non dovesse passare dal primo luglio i lavoratori fragili in smart working potranno conservare la modalità di lavoro agile solo dopo aver trovato un accordo con le aziende.
Non c’è ancora un legge e quindi la disciplina dello smart working può passare necessariamente solo da accordi aziendali tra i datori di lavoro e le rappresentanze sindacali.
In questi casi avranno una priorità queste categorie di lavoratori dipendenti (vale sia per il pubblico, sia per il privato):
- lavoratori con figli fino a dodici anni di età;
- lavoratori con figli senza limiti di età nel caso in cui questi ultimi siano in condizioni di disabilità;
- lavoratori con disabilità in situazione di gravità accertata;
- lavoratori che siano caregiver.
Si ricorda che queste categorie di lavoratori non possono essere licenziate, sanzionate, trasferite o demansionate se chiedono di utilizzare la modalità di lavoro da remoto.
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