Permessi legge 104, quando non c’è abuso

Permessi legge 104, una recente sentenza consente di specificare meglio quando c’è un abuso nella fruizione del beneficio e quali sono i comportamenti ammessi dai lavoratori caregiver durante il permesso retribuito. Vediamo di cosa si tratta.
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11/12/23

Permessi legge 104, quando non c’è abuso: la già ricca storia giuridica dei permessi retribuiti si arricchisce di un’altra sentenza che consente di specificare ancora meglio i limiti e le regole dell’agevolazione riconosciuta ai caregiver di familiari con disabilità grave. Ovvero, quando l’abuso nella fruizione dei permessi non può essere contestato. (scopri le ultime notizie su Legge 104, invalidità civile, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Permessi legge 104, quando non c’è abuso: l’ultima sentenza

La recente sentenza n. 311 del 13 ottobre 2023 rappresenta quindi un nuovo capitolo nella giurisprudenza relativa ai permessi retribuiti ai sensi della Legge 104/92. Questa normativa, così rilevante per i caregiver di familiari con disabilità grave, ha vissuto nel tempo una serie di interpretazioni e applicazioni. La sentenza in questione ha il merito di chiarire con ulteriore precisione i contorni entro cui un beneficiario può muoversi legalmente nell’uso del beneficio, fornendo così una guida sia per i lavoratori che per i datori di lavoro.

Che cosa dice la sentenza sulla Legge 104?

La sentenza del Tribunale di Ascoli Piceno evidenzia che il licenziamento di un lavoratore che utilizza i permessi della Legge 104/92 non può essere considerato legittimo se il dipendente, nel corso dei periodi di assenza, si dedica anche a commissioni personali. La ratio è che l’assistenza deve essere intesa in maniera elastica, comprendendo le necessità del lavoratore che, al di là dell’assistenza al familiare disabile, ha diritto a gestire anche aspetti privati e domestici.

Elenco delle attività personali ritenute lecite durante i permessi:

  • Accompagnamento dei figli a scuola o attività extrascolastiche
  • Attività di spesa o commissioni domestiche
  • Altre attività marginali che non pregiudicano l’assistenza al familiare

La Corte ha sottolineato cosa è importante: le esigenze del familiare disabile devono restare la priorità durante l’uso dei permessi. Ciò non significa che il lavoratore debba rinunciare completamente alle proprie esigenze personali e familiari. Pertanto, se durante i permessi il lavoratore si occupa anche di compiti che portano beneficio a sé stesso, un eventuale licenziamento non troverebbe fondamento giuridico.

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L’importanza del nesso causa-effetto

L’uso dei permessi Legge 104 deve essere quindi guidato da un principio di correttezza e finalizzato al reale beneficio del familiare assistito. Il nesso di causa-effetto tra l’assenza dal lavoro e l’assistenza è dunque decisivo per determinare la legittimità dell’uso dei permessi.

L’interpretazione del giudice pone l’accento sulla sostanza dell’azione del lavoratore, più che sulla forma. Se il tempo libero dal lavoro è impiegato in maniera costruttiva e benefica per il familiare, non si può parlare di abuso.

Licenziamento illegittimo

La sentenza ha stabilito che il licenziamento per abuso dei permessi Legge 104 è da considerarsi illegittimo se non supportato da una violazione concreta e dimostrabile degli obblighi di correttezza e buona fede da parte del lavoratore.

  • Criteri per la legittimità del licenziamento:
    • Deve esistere una giusta causa o un giustificato motivo.
    • L’abuso deve essere evidente e dimostrabile.
    • La condotta del lavoratore deve contravvenire agli obblighi di correttezza e buona fede.
  • Situazioni in cui il licenziamento è considerato illegittimo:
    • Il lavoratore utilizza i permessi per attività che, pur non essendo direttamente assistenziali, non ledono gli obblighi suddetti.
    • Non esiste una prova concreta di un uso dei permessi a fini personali.

La sentenza quindi rafforza la posizione del lavoratore che, operando in buona fede e nell’interesse del familiare, non dovrebbe temere il rischio di licenziamento.

Per la fruizione corretta dei permessi legge 104 verifica in questo testo quali sono le 5 regole da ricordare.

Conseguenze per il datore di lavoro

Quando un datore di lavoro procede al licenziamento per presunto abuso dei permessi legge 104 e questo è giudicato illegittimo, le conseguenze possono essere significative. La sentenza n. 311 stabilisce che, in queste circostanze, il lavoratore non va reintegrato, ma va compensato con un’indennità. Questa indennità, calcolata su vari fattori quali la dimensione dell’azienda e l’anzianità di servizio del dipendente, potrebbe equivalere fino a sei mensilità dell’ultima retribuzione. È un deterrente per prevenire licenziamenti ingiustificati e una protezione per i lavoratori che esercitano legittimamente i loro diritti.

Come si valuta l’assistenza fornita dal lavoratore?

La valutazione dell’assistenza fornita dal lavoratore durante i permessi legge 104 è un altro aspetto importante. Il legislatore chiarisce che l’assistenza non deve necessariamente coincidere con l’orario lavorativo standard e non deve impedire al lavoratore di svolgere attività personali o familiari. L’essenziale è che l’assistenza risulti in un beneficio concreto per il familiare disabile. Di seguito alcuni punti chiave per la valutazione dell’assistenza:

  • Presenza effettiva: il lavoratore deve essere fisicamente presente per assistere il familiare.
  • Beneficio tangibile: deve essere dimostrato che il familiare disabile ha tratto un miglioramento dalla presenza del lavoratore.
  • Flessibilità dell’orario: l’assistenza può avvenire anche in orari non lavorativi.

In questa cornice, è fondamentale che i lavoratori siano consapevoli dei loro diritti e dei doveri, evitando comportamenti che potrebbero configurare un abuso dei permessi.

Permessi legge 104, quando non c'è abuso
Nell’immagine una caregiver che sua i permessi legge 104 accanto al familiare con disabilità: ha appena fatto la spesa.

FAQ (domande e risposte)

Che cosa stabilisce la sentenza n. 311 sulla Legge 104?

La sentenza n. 311 del Tribunale di Ascoli Piceno chiarisce che il licenziamento di un lavoratore che utilizza i permessi Legge 104/92 è illegittimo se, durante tali permessi, il dipendente svolge anche commissioni personali. La sentenza sottolinea la necessità di un approccio flessibile nella valutazione dell’assistenza fornita al familiare disabile, accettando che il lavoratore possa anche provvedere a bisogni privati e familiari.

Quando è illegittimo il licenziamento?

Il licenziamento è considerato illegittimo quando non esiste una giusta causa o un giustificato motivo che lo sostenga. Se le azioni del lavoratore, sebbene non siano interamente dedite all’assistenza, non violano i principi di correttezza e buona fede e risultano utili per il familiare assistito, allora il licenziamento non ha una base legale solida.

Quali azioni del lavoratore rendono il licenziamento illegittimo?

Le azioni del lavoratore che rendono illegittimo il licenziamento includono svolgere attività personali o familiari durante i permessi, purché queste non siano preponderanti rispetto all’assistenza del familiare disabile e che non contravvengano ai principi di correttezza e buona fede.

Cosa si intende per abuso dei permessi Legge 104?

Per abuso dei permessi Legge 104 si intende l’utilizzo dei permessi concessi per l’assistenza di un familiare disabile in maniera che non rispetta i principi di correttezza e buona fede, ad esempio, impiegandoli per scopi non correlati all’assistenza, come compiere viaggi o attività completamente estranee alle esigenze del familiare.

Quali sono le conseguenze di un licenziamento illegittimo?

Le conseguenze di un licenziamento illegittimo, come indicato dalla sentenza n. 311, includono l’obbligo per il datore di lavoro di versare un’indennità risarcitoria al lavoratore invece di reintegrarlo nel posto di lavoro. Questa indennità è fissata in sei mensilità dell’ultima retribuzione del lavoratore, tenendo conto di fattori come la dimensione dell’azienda e l’anzianità di servizio del dipendente.

Come deve essere valutata l’assistenza del lavoratore in permesso?

L’assistenza del lavoratore in permesso Legge 104 deve essere valutata con flessibilità, senza la necessità che cada esclusivamente durante l’orario lavorativo standard e permettendo al lavoratore di svolgere anche attività personali o familiari. Ciò che conta è che l’assistenza apporti un beneficio concreto al familiare disabile.

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