Permessi per la badante, come funzionano: esempi

Scopri come funzionano i permessi per la badante: a quante ore di permesso ha diritto? I congedi sono retribuiti o non retribuiti?
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9/6/23

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Quando si decide di assumere una colf o un badante, è importante prestare attenzione a diversi aspetti, tra cui i permessi e i congedi. È fondamentale trattare questa questione con lo stesso riguardo che si avrebbe nei confronti di un dipendente, poiché è proprio questo il tipo di rapporto che si instaura tra l’assistito e il lavoratore domestico.

Detto ciò, è importante comprendere come funzionano i permessi per la badante, nonché le motivazioni per cui un assistente può richiedere dei congedi e quando questi permessi sono retribuiti.

Come funzionano i permessi per la badante: quante ore di permesso?

Secondo l’articolo 20 del CCNL del Lavoro Domestico relativo alle assenze e ai permessi, sono stabiliti i diritti riguardanti le ore di permesso per i badanti conviventi. Secondo questa disposizione, una badante convivente ha diritto a un totale di 16 ore di permesso all’anno. Esso, quindi, stabilisce come funzionano i permessi per la badante.

Quanti permessi ha una badante non convivente? Tuttavia, questo numero può diminuire a 12 ore se l’assistente ha un contratto di lavoro part-time con il datore di lavoro o se la badante non è convivente e lavora almeno 30 ore a settimana.

Quanti giorni liberi spettano alle badanti? La badante che vive nella stessa abitazione ha diritto a un periodo di riposo settimanale di 36 ore. Di queste, 24 ore devono essere godute nella giornata di domenica, mentre le restanti 12 ore possono essere prese in un altro giorno della settimana, previo accordo tra il lavoratore e il datore di lavoro.

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Come funzionano i permessi per la badante: come funzionano i permessi extra?

Può capitare che il lavoratore superi il numero di ore di permesso annuale previsto dal CCNL. In tal caso, il datore di lavoro ha la possibilità di concedere ulteriori ore di congedo o permesso al badante, ma tali ore non saranno retribuite e dovranno essere debitamente giustificate.

Ci sono diverse situazioni da considerare nell’ambito di come funzionano i permessi per la badante in cui una badante può ottenere permessi extra, tra cui malattia o infortunio, visite mediche, nascita di un figlio, impegni sindacali, lutto per la morte di un familiare convivente o parente entro il secondo grado, diritto allo studio e partecipazione a corsi di formazione.

Come funzionano i permessi per la badante: leggi anche Come cercare una badante senza agenzia

Se la badante richiede permessi extra per una delle motivazioni sopra elencate, è obbligatorio inviare la documentazione necessaria al datore di lavoro entro due giorni dall’evento. Tuttavia, se la badante è convivente, non è necessario inviare la documentazione (a meno che il caregiver sia in ferie al di fuori del luogo di lavoro).

Se il lavoratore non si presenta al lavoro per tre giorni consecutivi senza alcuna giustificazione, il datore di lavoro potrà considerare questa assenza ingiustificata come una volontà da parte del badante di dimettersi dall’incarico.

Come funzionano i permessi per la badante: leggi anche Contratto per la badante: esempio e a cosa fare attenzione

Come funzionano i permessi per la badante
Come funzionano i permessi per la badante – L’immagine mostra una badante che si prende cura di una signora anziana a letto.

Come funzionano i permessi per la badante: quali sono le diverse tipologie?

Nell’ambito di come funzionano i permessi per la badante, i permessi e i congedi per i badanti possono essere suddivisi in due categorie: retribuiti e non retribuiti. Esistono regole specifiche per entrambi i casi, che andremo ad esaminare nel dettaglio.

Ecco i permessi e congedi retribuiti per le badanti:

  1. Nascita di un figlio: Secondo il CCNL, una badante incinta non può lavorare durante i due mesi precedenti la data prevista del parto, durante il periodo tra la data prevista del parto e quella effettiva, e nei tre mesi successivi al parto. Durante la gravidanza, la badante non può essere licenziata, a meno di situazioni specifiche, e non può presentare le dimissioni, a meno che non siano ratificate dalla Direzione Provinciale del Lavoro competente. Se la badante è un padre, ha diritto a 10 giorni di congedo dopo la nascita del figlio, e eventualmente un giorno aggiuntivo facoltativo.
  2. Lutto: La badante ha diritto a 3 giorni lavorativi di permesso retribuito nel caso di decesso di un parente fino al secondo grado di parentela o di una persona convivente. Il lavoratore dovrà fornire al datore di lavoro il certificato di morte per comprovare l’accaduto.
  3. Matrimonio: In caso di matrimonio, il lavoratore ha diritto a un permesso retribuito di 15 giorni di calendario, durante i quali riceverà la stessa retribuzione che avrebbe percepito se fosse stato al lavoro. Se si tratta di un badante convivente che usufruisce di vitto e alloggio, avrà diritto a un compenso sostitutivo convenzionale durante l’assenza. Anche in questo caso, è necessario fornire un certificato di matrimonio come prova dell’evento.
  4. Visite mediche, rinnovo del permesso, ricongiungimento familiare: Il CCNL prevede un numero specifico di ore di permesso retribuito per visite mediche, rinnovo del permesso di soggiorno o ricongiungimento familiare. Le ore di permesso variano a seconda del tipo di collaboratore domestico e del suo orario di lavoro.
  5. Permesso elettorale: Se la badante viene eletta come scrutatore, presidente o segretario di un seggio elettorale, ha diritto ad assentarsi dal lavoro e a ricevere comunque la retribuzione. I giorni non lavorativi o festivi in cui svolge tali attività devono essere recuperati con un giorno di riposo o retribuiti come 1/26 in più del compenso mensile.
  6. Permesso sindacale: I lavoratori che ricoprono una carica direttiva in un sindacato hanno diritto a un massimo di 6 giorni di permesso retribuito all’anno per partecipare alle riunioni del sindacato di appartenenza. La carica deve essere attestata dal sindacato e le assenze per le riunioni sindacali devono essere certificate.
  7. Donazione del sangue o del midollo osseo: Se la badante si assenta per donare sangue o midollo osseo, il datore di lavoro deve pagarlo come se avesse lavorato, e successivamente richiedere il rimborso all’INPS.
  8. Formazione professionale: Al lavoratore domestico spetta un totale di 40 ore all’anno per partecipare a corsi di formazione professionale specifici per collaboratori domestici o assistenti familiari, o per attività formative correlate al rinnovo del permesso di soggiorno. È necessario presentare un certificato che attesti la partecipazione all’attività formativa.
  9. Congedo per donne vittima di violenza di genere: Se una lavoratrice è vittima di violenza di genere, può richiedere direttamente all’INPS un permesso retribuito di 3 mesi, durante i quali viene inserita in specifici percorsi di protezione. La lavoratrice dovrà avvisare il datore di lavoro della sua assenza almeno una settimana prima. Le ore di permesso possono essere utilizzate in modo frazionato nell’arco di 3 anni, su base oraria o giornaliera.

Come funzionano i permessi per la badante: scopri anche Come scaricare i costi della badante

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Oltre ai permessi retribuiti, nell’ambito di come funzionano i permessi per la badante esistono anche permessi non retribuiti per le badanti. Questi riguardano principalmente due situazioni:

  1. Permesso allo studio: Se il lavoratore domestico deve frequentare corsi scolastici per ottenere il diploma della scuola dell’obbligo o un titolo professionale, i permessi richiesti non saranno retribuiti. È necessario fornire un certificato che attesti la frequenza dei corsi. Tuttavia, il datore di lavoro potrebbe decidere di retribuire i permessi solo per la partecipazione agli esami annuali.
  2. Permessi o congedi generici: In generale, i lavoratori domestici possono richiedere permessi non retribuiti previa accordo con il datore di lavoro. Questi permessi possono riguardare situazioni personali o familiari che richiedono la loro presenza o assenza dal lavoro.

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