Permessi 104 coniuge separato

Permessi 104 coniuge separato: è possibile continuare a fruire dei permessi retribuiti? E in caso di divorzio come funziona? Ne parliamo in questo articolo.
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11/12/23

Oggi vi parleremo di permessi 104 coniuge separato: cosa succede in caso di separazione? Si perde il diritto ai permessi 104? (scopri le ultime notizie su Legge 104, invalidità civile, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Permessi 104: chi ne ha diritto?

I permessi retribuiti per l’assistenza a un familiare con la 104 sono previsti dall’articolo 33, comma 3, della Legge 104.

Consistono in un periodo di astensione lavorativa di 3 giorni al mese frazionabile in ore (2 ore al giorno), a seconda delle esigenze.

Possono richiedere i permessi lavorativi con la 104:

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  • familiari del disabile grave (il coniuge, la parte dell’unione civile, il convivente di fatto o i genitori biologici o adottivi);
  • i parenti o affini entro il secondo grado, qualora il coniuge, la parte dell’unione civile, il convivente di fatto e i genitori siano, a loro volta, portatori di handicap; abbiano più di 65 anni di età o sono deceduti o mancanti;
  • i parenti o affini entro il terzo grado, qualora i genitori o il coniuge della persona disabile in situazione di gravità abbiano compiuto 65 anni di età oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

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Permessi 104 coniuge separato: è possibile?

I permessi retribuiti con la Legge 104 possono essere richiesti anche per assistere il coniuge con disabilità grave.

Ma cosa succede in caso di separazione? È necessario chiarire che con la separazione non si pone fine al matrimonio, che rimane in sospeso in attesa che ci sia una riconciliazione tra coniugi o si arrivi al divorzio.

Detto questo, essendo una situazione temporanea, i coniugi, anche se separati, possono continuare ad avere diritto e a utilizzare i permessi retribuiti con la Legge 104, in attesa di definire il futuro del matrimonio, attraverso una riconciliazione o il divorzio.

Permessi 104 coniuge divorziato: quali differenze?

In caso di divorzio, invece, essendo previsto lo scioglimento dell’unione e il venir meno dello status di coniuge, vengono meno anche i diritti e gli obblighi legati al matrimonio e, di conseguenza, non si potrà più fruire dei permessi retribuiti con la Legge 104.

Permessi 104 agli affini in caso di separazione o divorzio: come funziona?

La differenza tra separazione e divorzio incide pure sulla fruizione dei permessi retribuiti da parte degli affini di secondo o terzo grado.

L’affinità è il legame che intercorre tra un coniuge e i parenti dell’altro coniuge (suoceri, cognati).

La legge precisa che ognuno è affine dell’altro coniuge nella stessa linea (retta o collaterale) e nel medesimo grado (primo, secondo, terzo) in cui è parente di uno dei coniugi.

Quindi, la suocera e il genero sono affini in linea retta e di primo grado, perché dopo il matrimonio si realizza il vincolo di affinità tra il genero e i parenti della moglie.

In caso di separazione, gli affini possono continuare a godere dei permessi retribuiti, dal momento che la situazione di separazione rinvia allo stato di mancanza, ovvero uno dei requisiti previsti dal legislatore come condizione necessaria per permettere al familiare o all’affine entro il terzo grado di beneficiare dei permessi.

Per “mancanti”, infatti, non ci si riferisce soltanto a un’assenza naturale o giuridica, ma qualsiasi altra condizione assimilabile, continuativa e debitamente certificata, come la separazione, il divorzio o l’abbandono, il tutto certificato dall’autorità giudiziaria o da qualsiasi altra pubblica autorità.

Invece, in caso di divorzio tra coniugi, non sarà possibile neppure per gli affini usufruire dei permessi, poiché il divorzio fa cessare gli effetti civili del matrimonio. In tal caso i permessi retribuiti potranno essere sfruttati soltanto dai parenti del familiare con grave disabilità.

Permessi 104 coniuge separato: conclusioni

Ricapitolando, in caso di separazione tra coniugi, i permessi possono essere goduti:

  • dal coniuge separato;
  • dal convivente di fatto;
  • dai parenti e dagli affini entro il secondo grado.

Invece, in caso di divorzio, possono godere dei permessi retribuiti:

  • i parenti della persona disabile grave.

Sono esclusi l’ex coniuge e gli affini generati dal matrimonio (suoceri, cognati, nuore, generi).

Permessi 104 coniuge separato
Permessi 104 coniuge separato: in foto un uomo disperato, con in mano la fede del matrimonio.

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Faq sui permessi 104

Quando è possibile cumulare i permessi con la 104?

L’articolo 6 del decreto numero 119 del 2011, con il quale è stato aggiunto un periodo al comma 3 dell’articolo 33 della Legge 104, afferma che: “Il dipendente ha diritto di prestare assistenza nei confronti di più persone in situazione di handicap grave, a condizione che si tratti del coniuge o di un parente o affine entro il primo grado o entro il secondo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.”

Cumulo permessi 104: quando non è possibile?

La legge, allo stesso tempo, vieta il cumulo permessi 104 se anche solo uno dei due disabili sia un familiari o un affine di terzo grado. Neppure se il coniuge o il genitore del disabile non siano in condizione di prendersene cura.

Qual è la differenza tra richiedere i permessi per intere giornate o ad ore?

Richiedere i permessi per intere giornate permette di ottenere un totale di 24 ore di permesso al mese, se si lavora 5 giorni alla settimana con un orario di 8 ore al giorno. Richiedere permessi ad ore, invece, consente di “spalmare” queste 24 ore per soddisfare esigenze specifiche. Un’opzione popolare è richiedere due ore di permesso al giorno. Anche se lavori 20 giorni al mese, avrai comunque 40 ore di permesso a disposizione, permettendoti di lavorare meno ore al mese e di sfruttare al meglio le agevolazioni previste dalla legge.

Nuora e genero sono considerati affini di terzo grado della persona disabile?

Esattamente. Genero e nuora sono considerati parenti affini di 3° grado, quindi se in famiglia ci sono soggetti con priorità, che però sono ultrasessantacinquenni, invalidi, deceduti o mancanti, è possibile ottenere i permessi Legge 104 per il genero o per la suocera.

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