Come fare richiesta per la pensione di invalidità per lavoratori autonomi? Ne parliamo in questo approfondimento (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
Indice
- Quali requisiti per la pensione di invalidità per lavoratori autonomi?
- Come si calcola la pensione di invalidità per lavoratori autonomi?
- Quanto dura la pensione di invalidità per lavoratori autonomi?
- Pensione di invalidità per lavoratori autonomi: altre possibilità
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Quali requisiti per la pensione di invalidità per lavoratori autonomi?
L’Assegno ordinario di invalidità e la pensione di inabilità spettano anche ai lavoratori autonomi, oltre che ai dipendenti e ai lavoratori iscritti alla Gestione separata dell’INPS.
La prima prestazione spetta a chi si è visto riconoscere un’invalidità pari o superiore al 66%. Con un’invalidità totale (100%) spetta, invece, la pensione di inabilità.
Per richiedere l’assegno mensile o la pensione di inabilità è necessario anche aver maturato almeno 5 anni di contributi (260 settimanali) di cui almeno 3 anni – 156 contributi settimanali – versati negli ultimi 5 anni prima della presentazione della domanda.
La differenza tra l’Assegno ordinario di invalidità e la pensione di inabilità sta nella cessazione dell’attività lavorativa.
Mentre per ricevere l’Assegno non è richiesta l’interruzione del rapporto di lavoro (si può continuare a lavorare), per ricevere la pensione di inabilità, essendo questa concessa in favore dei lavoratori autonomi per i quali è stata accertata l’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa, è necessario interrompere ogni attività lavorativa.
Il diritto alle due prestazioni può essere perfezionato anche utilizzando contributi maturati in Paesi dell’Unione Europea o in Paesi extracomunitari se convenzionati con l’Italia: in questi casi si effettua la totalizzazione internazionale dei contributi.
L’importo della pensione viene, invece, calcolato in proporzione ai contributi accreditati in Italia, secondo il criterio del pro-rata applicato alle prestazioni in regime internazionale.
Per presentare domanda, il lavoratore autonomo deve accedere al sito dell’INPS con una delle credenziali in suo possesso (SPID, CIE, CNS) oppure telefonare al contact center dell’istituto, al numero 803.164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164.164 da rete mobile. In alternativa è possibile recarsi presso un patronato o un intermediario dell’INPS o utilizzare i servizi telematici offerti.
I lavoratori autonomi titolari della pensione di inabilità possono anche ricevere l’indennità di accompagnamento, nel caso in cui sono impossibilitati a deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore o non sono in grado di compiere gli atti della vita quotidiana.
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Come si calcola la pensione di invalidità per lavoratori autonomi?
Ma come si calcola la pensione di invalidità per lavoratori autonomi? L’importo può essere calcolato con il sistema misto, se il lavoratore ha versato contributi prima e dopo il 1996, oppure con il sistema contributivo, qualora il lavoratore abbia versato contributi esclusivamente a partire dal 1996.
L’assegno viene calcolato aggiungendo all’anzianità contributiva già maturata, i contributi necessari a coprire il numero di settimane che mancano tra la decorrenza della pensione e il compimento dei 60 anni di età. Fino a un massimo di 40 anni di contributi totali.
La pensione di invalidità per lavoratori autonomi viene pagata a partire dal primo giorno del mese successivo a quello in cui è stata presentata la domanda.
Quanto dura la pensione di invalidità per lavoratori autonomi?
L’Assegno ordinario di invalidità ha una durata di 3 anni, ma può essere rinnovato su richiesta del lavoratore. È possibile anche rinunciare all’Assegno ordinario di invalidità: ne abbiamo parlato in questo approfondimento.
L’INPS o lo stesso lavoratore possono richiedere la revisione della pensione di inabilità, secondo quanto previsto dall’articolo 9 della legge 222 del 1984.
Significa che il lavoratore dovrà sottoporsi a una visita di controllo effettuata dalla commissione medica locale, al termine della quale, la pensione può essere:
- confermata;
- trasformata in Assegno ordinario di invalidità se l’invalidità risulta inferiore al 100%, ma comunque superiore al 66%;
- revocata, nel caso in cui dovesse essere accertato il recupero della capacità lavorativa a più di un terzo (sotto il 66% di invalidità).

Pensione di invalidità per lavoratori autonomi: altre possibilità
Ai lavoratori autonomi spetta anche l’Ape Sociale, la misura confermata anche per il 2023, rivolta anche ai disoccupati, ai caregiver che da almeno 6 mesi assistono il coniuge o un familiare con disabilità grave e ai lavoratori impiegati in mansioni gravose.
L’Ape Sociale spetta ai lavoratori autonomi ai quali è stata riconosciuta un’invalidità pari o superiore al 74%: in questo caso, al compimento dei 63 anni, con 30 anni di contributi versati, spetta l’anticipo pensionistico erogato mensilmente dall’INPS per 12 mensilità.
L’importo dell’assegno mensile dell’Ape Sociale è pari all’importo della pensione maturata al momento in cui viene presentata la domanda, ma non può superare i 1.500 euro al mese.
I lavoratori autonomi possono andare in pensione con Quota 41 per lavoratori precoci, nel caso in cui abbiamo versato almeno 41 anni di contributi, di cui uno prima di compiere 19 anni.
La misura spetta ai lavoratori con un’invalidità pari o superiore al 74%, oltre che ai disoccupati, ai caregiver e ai lavoratori impiegati in lavori usuranti e notturni.
C’è da ricordare, però, che ai lavoratori autonomi non viene riconosciuta la maggiorazione contributiva per i lavoratori invalidi dipendenti pubblici e privati.
Parliamo di una delle agevolazioni legate all’invalidità civile, con cui i lavoratori dipendenti invalidi con almeno il 74% di invalidità riconosciuta, possono beneficiare di due mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di lavoro svolto, fino a un massimo di 5 anni di contributi.
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