Pensione badante per lavoro usurante: come funziona

Scopri come accedere al trattamento pensionistico che spetta alle badanti per il lavoro giudicato usurante.
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27/5/23

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Indice

Pensione badante per lavoro usurante

Andiamo dritto al punto: quello della badante è uno dei lavori ritenuti gravosi e meritevoli di una pensione ad hoc.

Una badante è soggetta a turni di lavoro massacranti, lavora anche di notte, è costretta a spostare oggetti (e corpi) pesanti, andando molto spesso oltre i propri limiti fisici e psichici.

Ecco perché chi assiste una persona disabile non autosufficiente fa un lavoro gravoso: la badante è un lavoro gravoso a tutti gli effetti e può rientrare anche nell’elenco dei lavori usuranti.

Attenzione, però: per essere considerato un lavoro gravoso non è necessario soltanto assistere una persona disabile non è sufficiente, ma è doveroso che questo sia indicato nel contratto di assunzione.

Su Invalidità e Diritti abbiamo parlato di come scegliere una buona badante, come cercare una badante senza agenzia e come scaricare i costi della badante. Scopri anche come assumere un parente come badante, cosa non deve fare una badante e quante ore di riposo sono previste per una badante convivente.

Se la badante è stata assunta come lavoratrice domestica generica o come colf non avrà diritto a essere considerata lavoratrice gravosa. Nei prossimi paragrafi vedremo, insieme, quale tipo di pensione spetta a una badante che svolge una professione gravosa.

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Pensione badante per lavoro usurante: in quali casi?

In cosa consiste la pensione badante per lavoro usurante? Abbiamo visto che per essere non basta assistere una persona disabile non autosufficiente per rientrare nella categoria “lavoro usurante”.

È importante, infatti, la tipologia di contratto sottoscritto al momento dell’assunzione. Se il contratto prevede la funzione di lavoro usurante o gravoso, la badante avrà diritto ad accedere ad apposite opzioni previdenziali.

Parliamo dell’Ape Sociale, di Quota 41 per lavoratori precoci e della pensione per lavori usuranti.

La prima tipologia, l’Ape Sociale, prevede l’uscita dal mondo del lavoro con 63 anni di età e 36 anni di contributi versati, se la badante ha svolto una mansione gravosa per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni che precedono la pensione o per 6 anni negli ultimi 7 anni prima del pensionamento.

L’alternativa è la pensione per lavori usuranti, che prevede un’uscita dal mondo del lavoro con 61 anni e 7 mesi di età e almeno 35 anni di contributi versati.

Queste sono le soglie minime di accesso per rispettare i requisiti previsti da Quota 97,6. La quota varia in base a quante sono le notti lavorate dalla badante.

I requisiti si applicano a chi lavora almeno 3 ore tra la mezzanotte e le 5 del mattino o per chi lavora 6 ore di notte per almeno 78 giornate lavorative in un anno.

Se una badante lavora di notte meno di 78 giorni l’anno, cambia la quota di riferimento. Parleremo, dunque, di Quota 98,6 applicata a chi ha compiuto almeno 62 anni e 7 mesi e ha lavorato di notte (tra mezzanotte e le 5 di mattino) tra i 72 e i 77 giorni in un anno.

L’ultima ipotesi è Quota 99,6 applicata a chi ha compiuto 63 anni e 7 mesi e ha lavorato tra le 64 e le 71 volte di notte, tra mezzanotte e le 5 di mattino.

Pensione badante per lavori usuranti
Pensione badante per lavori usuranti: come funziona?

Pensione badante per lavoro usurante: altre ipotesi

Pensione badante per lavoro usurante. I lavoratori impiegati in mansioni usuranti possono avere accesso anche a Quota 41 per lavoratori precoci.

Questa opzione previdenziale è accessibile con 41 anni di contributi versati, di cui uno maturato prima del compimento dei 19 anni di età.

Di questi 41 anni di contributi almeno 35 anni devono essere effettivi, privi di contribuzione figurativa.

L’ultima ipotesi è la pensione di vecchiaia per lavori gravosi, accessibile con un anno di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria: 66 anni e 7 mesi con almeno 30 anni di contributi versati.

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