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Le tre navi carenti per persone disabili e anziani sequestrate dalla Guardia di Finanza, mi danno lo spunto per parlare di un’esperienza personale che ho vissuto diversi anni fa con mia madre, allora invalida all’80%.
Vediamo quindi cosa è successo recentemente e cerchiamo di capire cosa è stato fatto dal momento in cui ho dovuto affrontare certe carenze e perché, ancora oggi, ci troviamo a leggere queste notizie.
Indice
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Navi carenti per persone disabili e anziani: il fatto
La notizia, riportata da diverse testate giornalistiche, è questa: la Guardia di Finanza, che dal 2001 ha la competenza sul mare (decreto legislativo 19 marzo 2001, n. 68), sta operando per effettuare il sequestro di alcune navi della compagnia di navigazione Caronte&Tourist Isole Minori.
Ai comandanti delle navi è stato notificato un provvedimento di sequestro emesso dal gip di Messina, richiesto dalla Procura peloritana.
La motivazione è questa: quei traghetti non sarebbero a norma perché avrebbero pesanti carenze per il trasporto delle persone a mobilità ridotta come disabili, anziani e donne in gravidanza. Pesanti carenze.
Ora: le indagini sono ancora in corso e non si sa come si concluderà la faccenda. Tuttavia, sappiamo che in passato era già scattata un’indagine sullo stesso argomento per le navi della flotta, ovvero per le “presunte” carenze per i disabili, da cui è scaturito un processo a Messina, che è ancora in corso.
Del resto, chi scrive questo articolo è stata testimone in prima persona della carenza di servizi su alcuni traghetti della stessa Società, per cui oggi vi racconto il mio calvario e insieme riflettiamo sul perché, dopo tanti anni, ancora si verificano questi episodi.
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Navi carenti per persone disabili e anziani: il mio calvario
Il fatto risale a circa 11 anni fa: e già questo ci fa porre domande sul perché ancora oggi, nel 2023, dobbiamo leggere notizie su navi carenti per persone disabili e anziani.
Sono originaria della Calabria, ma da molti anni vivo a Palermo, città in cui lavoro, mi sono sposata e ho generato un figlio.
In occasione del battesimo di mio figlio, torno in Calabria per prendere mia madre e portarla con me in Sicilia: vuole a tutti i costi assistere al battesimo.
Mia madre allora aveva riusciva a camminare, seppur molto faticosamente e aiutandosi con un bastone. Non riusciva però assolutamente a salire e scendere le scale.
Per non lasciare per troppo tempo il mio bambino, che allora aveva solo tre mesi, decido di fermare la macchina a Messina (per così poco tempo, pagare l’elevatissimo ticket di imbarco mi sembrava un’assurdità), traghettare a piedi e prelevare direttamente mia madre all’imbarco dello stesso traghetto (i traghetti compiono continuamente la stessa rotta in andata e ritorno da Messina a Villa San Giovanni e viceversa).
Sarà facile, mi dico. Useremo l’ascensore e casomai chiedo di poter utilizzare una sedia a rotelle, se mamma si dovesse stancare. Del resto, durante i continui viaggi di ritorno nella mia Terra, in nave avevo notato sia la presenza degli ascensori che della segnaletica riservata alle persone disabili.
All’imbarco mi aspettava mia madre, accompagnata da mia sorella. La porto con me all’interno del traghetto e mi dirigo vero l’ascensore. Su quel traghetto l’ascensore non c’era. Quello che avevo notato sarà stato su qualche altro traghetto, perché ho poi scoperto che non tutte le navi lo possedevano.
Respiro profondamente e dico a uno degli operatori: “Ok, questa nave non è attrezzata. Quando arriva la prossima nave provvista di ascensore e che può prestare assistenza a mia madre?” Risposta: “Non lo so”.
A questo punto è iniziato un vero e proprio calvario. Mia sorella era già di rientro a casa, distante molti chilometri dall’imbarco di Villa San Giovanni.
Quel giorno pioveva a dirotto. Piano piano ho dovuto accompagnare mia madre a sedersi sotto una pensilina per ripararla dalla pioggia, ma con il passo da lumachina che aveva la mia mamma, siamo arrivate alla pensilina bagnate fradice.
A quel punto, vedendo la sofferenza sul volto di mia madre, sono tornata ai traghetti infuriata per rivendicare un suo diritto.
Insomma, per farla breve: solo dopo aver chiamato i carabinieri, e dopo tre ore di attesa, ci è stata data la possibilità di ottenere una sedia a rotelle e, finalmente, è arrivata una delle poche navi, allora, provviste di ascensore (è arrivata perché doveva arrivare, non per noi, ovviamente).
Ora: io so che da allora la situazione è molto migliorata. Lo vedo e lo vivo: a volte prendo l’ascensore, in nave, solo per assicurarmi che funzioni e che quindi le persone disabili non debbano vivere quello che ha vissuto la mia mamma.
Però ancora non ci siamo se, dopo 11 anni, ancora leggiamo notizie su navi carenti per persone disabili e anziani.
Vediamo a questo punto quali dovrebbero essere i diritti delle persone disabili in viaggio in aereo, treno, pullman e, nel caso specifico, in nave.
Navi carenti per persone disabili e anziani. Trenitalia offre la possibilità, alle persone disabili che percepiscono una prestazione economica INPS o INAIL, di richiedere la Carta blu per agevolazioni in treno. Vediamo di cosa si tratta, a cosa si ha diritto, a chi spetta nel dettaglio e come ottenerla.
Navi carenti per persone disabili e anziani: quali diritti hanno i disabili in viaggio
La notizia sulle navi carenti per persone disabili e anziani ci offre lo spunto per parlare dei diritti dei disabili e degli anziani quando devono viaggiare.
L’Unione Europea ha stabilito che un passeggero con disabilità o a mobilità ridotta, ha il diritto di viaggiare in aereo, treno, autobus, pullman o nave come chiunque altro.
Quando acquista il biglietto, il rivenditore deve fornirgli informazioni sul viaggio in un formato accessibile, nonché informazioni sulle strutture specifiche a disposizione a bordo dell’aereo, del treno, dell’autobus, del pullman o della nave.
Per tutti i mezzi di trasporto, si ha diritto all’assistenza gratuita presso i terminal o le stazioni e a bordo. Il trasporto non può essere rifiutato a causa della sua disabilità o mobilità ridotta se non per giustificati motivi dovuti a ragioni di sicurezza o di progettazione del veicolo o dell’infrastruttura.
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Navi carenti per persone disabili e anziani: quali diritti hanno i disabili in nave
Le navi carenti per persone disabili e anziani sono fuori norma, come ha precisato la Guardia di Finanza nel rapporto con il quale ha presentato richiesta di sequestro delle imbarcazioni.
Nel caso delle navi, l’Unione Europea (Regolamento UE n. 1177/2010) ha stabilito che persone disabili e anziani hanno diritto all’assistenza gratuita per salire e scendere dalla nave, cambiare imbarcazione, a bordo e nel porto.
Per ottenere il miglior servizio possibile, la compagnia di navigazione deve permettere alla persona disabile o anziana di poter contattare la stessa almeno 48 ore prima del viaggio per specificare il tipo di assistenza che si richiede.
Anche se non si provvede a farlo, il vettore e il gestore del terminal sono tenuti a fare il possibile per aiutarli.
Se si hanno esigenze speciali in termini di pernottamento, assegnazione del posto o assistenza o se si ha bisogno di portare con sé delle attrezzature mediche, si deve poter informare il rivenditore dei biglietti al momento della prenotazione.
Le compagnie di trasporto possono chiedere alla persona disabile o anziana di farsi accompagnare da una persona, se è necessario per motivi di sicurezza a causa della conformazione dell’imbarcazione o delle strutture portuali. Chi li accompagna, viaggia gratuitamente.
Questi sono i diritti che hanno le persone disabili e anziane se devono viaggiare in nave. È sempre così? Per mia madre e per tutte le persone che hanno vissuto un’esperienza simile, non lo è.
E tu, hai mai viaggiato senza che ti fossero riconosciuti i tuoi diritti? Se ti va di raccontarci la tua esperienza puoi scriverci alla mail [email protected]
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