Legge 104 per la madre

Vediamo come funziona la Legge 104 per la madre: ci riferiamo alla madre che assiste un figlio disabile e, nell’altro caso, al figlio che assiste la madre.
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10/12/23

A cosa ho diritto se ho un figlio con disabilità? Come funziona la Legge 104 per la madre? E se invece mi occupo di una madre con disabilità, cosa mi spetta? (scopri le ultime notizie su Legge 104invalidità civilecategorie protettediritto del lavorosussidiofferte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsAppTelegram e Facebook).

Come funziona la Legge 104 per la madre

Molti ci chiedono come funziona la Legge 104 per la madre, ovvero per chi si prende cura di un figlio con disabilità.

Molti altri vogliono avere informazioni su cosa spetta a un figlio che presta assistenza alla propria madre disabile.

Sono diverse le agevolazioni fiscali e lavorative riservate allee madri di figli disabili e ai caregiver che si prendono cura delle proprie madri.

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La tabella che segue li riassume tutti:

Cosa spetta a una madre di figli disabiliCosa spetta per una madre disabile da assistere
Permessi retribuitiPermessi Legge 104
Scelta della sede di lavoro e rifiuto del trasferimentoCongedo straordinario
Congedo straordinarioPensione anticipata
Permessi non retribuitiAssegno di cura
Rifiuto del lavoro notturnoAgevolazioni fiscali
Smart workingScelta della sede di lavoro e rifiuto del trasferimento
Assegno Unico maggioratoRifiuto del lavoro notturno
Bonus genitori figli con disabilità
Ape sociale e Opzione donna
Incentivi fiscali
Tabella con tutte le agevolazioni per madri di figli di disabili e per figli che assistono madri con disabilità

Andiamo a vederli tutti nel dettaglio, cominciando dalle agevolazioni previste per le madri di figli con disabilità.

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Legge 104 per la madre di figli disabili

Prolungamento del congedo parentale o 3 giorni di permesso mensile

Le madri di figli disabili che svolgono attività lavorativa dipendente (pubblico o privato) hanno diritto a godere di permessi retribuiti, necessari a prendersi cura del soggetto fragile a carico.

Le madri di figli con handicap in situazione di gravità hanno diritto ad una serie di permessi retribuiti, previsti dalla Legge 104/1992.

L’handicap grave, accertato dalla competente Commissione medico legale istituita presso l’ASL, ricorre quando la minorazione, singola o plurima, riduce l’autonomia personale dell’interessato, collegata all’età, tale da rendere necessaria un’assistenza permanente, continuativa e globale.

Nello specifico, i genitori, fino ai tre anni di età del figlio hanno diritto, in alternativa:

  • al prolungamento del congedo parentale, fruibile in misura continuativa o frazionata, per un periodo massimo complessivamente non eccedente i tre anni (compresi i periodi di congedo previsti per la generalità dei genitori) da godere entro il compimento del dodicesimo anno di vita del bambino;

Con riferimento ai figli dai tre ai dodici anni il padre o la madre possono scegliere tra, in alternativa:

  • prolungamento del congedo parentale come sopra descritto;
  • tre giorni mensili di permesso, anche continuativi.

Per i figli di età pari o superiore a dodici anni, i genitori hanno diritto ai tre giorni mensili di permesso, anche continuativi.

I genitori di un figlio disabile, che sono entrambi lavoratori dipendenti, possono fruire alternativamente dei permessi 104 per assisterlo.

Il diritto a fruire dei permessi spetta previa domanda all’INPS.

L’Istituto stesso si fa carico del trattamento economico per le ore di assenza, con anticipo delle somme in busta paga da parte del datore di lavoro.

Ti mostriamo come compilare il modulo per i permessi con la Legge 104 da presentare all’INPS e come comunicare la richiesta dei permessi anche al datore di lavoro.

Scelta della sede di lavoro

Le madri di figli con disabilità che godono dei permessi mensili retribuiti, possono scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio, in modo da essere agevolate nell’assistenza al figlio e non possono essere trasferite senza il loro consenso ad altra sede.

Queste agevolazioni sono concesse anche ai lavoratori che hanno bisogno di assistere la madre disabile grave.

Cumulo permessi 104: è possibile raddoppiare i giorni di permessi retribuiti se si assistono due familiari con disabilità? E se il lavoratore è disabile e caregiver?

Congedo straordinario

Le madri di un figlio disabile, dipendenti pubblici o privati, hanno diritto ad assentarsi da lavoro in congedo straordinario.

Il congedo, previa domanda all’INPS, spetta per un periodo continuativo o frazionato di due anni nell’arco dell’intera vita lavorativa del richiedente per ciascun soggetto disabile.

Il trattamento economico dovuto per i periodi di assenza è a carico dell’Istituto. Le somme in questione vengono anticipate in busta paga da parte del datore di lavoro.

Si possono avere due anni di congedo per entrambi i genitori? Ne parliamo in questo approfondimento.

Permessi non retribuiti

Le madri che fruiscono del congedo straordinario per un periodo continuativo non superiore a sei mesi, hanno diritto di fruire di permessi non retribuiti in misura pari al numero dei giorni di congedo ordinario che avrebbero maturato nello stesso arco di tempo lavorativo.

Scopri se è possibile richiedere il congedo 104 per assistere il figlio con moglie casalinga e cosa fare in questo caso.

Rifiuto del lavoro notturno

La normativa (decreto legislativo numero 66/2003) dispone che non sono obbligati a prestare lavoro notturno la lavoratrice o il lavoratore che abbiano a proprio carico un soggetto disabile, quindi vale sia per le madri di figli disabili che per chi assiste la propria madre.

Vediamo come funziona lavoro notturno e caregiver: quali sono i diritti e le eccezioni ai diritti stessi.

Smart working

Le aziende sono tenute a riconoscere priorità alle richieste di esecuzione dell’attività lavorativa in modalità agile, formulate da lavoratori e lavoratrici con figli in condizioni di disabilità, senza limiti di età.

L’Italia punta su smart working e settimana corta per ridurre le emissioni e risparmiare energia. La strategia delineata nelle 445 pagine del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima che il governo ha presentato alla Commissione Ue. Cosa cambia per i lavoratori.

Assegno Unico maggiorato

Le madri con figli disabili a carico hanno diritto anche a una maggiorazione rispetto al normale importo dell’Assegno Unico e Universale. Si tratta di un sussidio che tutte le famiglie con figli possono chiedere allo stato. Gli importi cambiano in base alla composizione del nucleo familiare e all’ISEE.

Non solo però. Esistono anche una serie di maggiorazioni in base alla propria situazione familiare, tra cui il sussidio maggiorato per famiglie con figli disabili.

Assegno Unico figli disabili: ecco la tabella con le maggiorazioni e le detrazioni previste in caso di figli con disabilità.

Bonus genitori con figli disabili

Il Bonus genitori con figli disabili è un contributo per genitori disoccupati o monoreddito, facenti parte di nuclei familiari monoparentali, con figli a carico aventi una disabilità riconosciuta in misura non inferiore al 60 per cento.

L’importo del sussidio, erogato dall’INPS, è di 150 euro mensili. Per i genitori con due o più figli a carico, in possesso di una disabilità non inferiore al 60%, il contributo è pari, rispettivamente, a 300 euro e a 500 euro mensili complessivi che rappresentano l’importo massimo erogabile.

Scopri a cosa ha diritto un bambino disabile e quali sono nel dettaglio i requisiti richiesti per ottenere tali benefici.

Ape sociale e Opzione donna

Chi assiste una persona disabile (e quindi in special modo le madri di figli disabili) ha diritto ad uscire prima da lavoro, rispetto alla normale normativa pensionistica. Nel 2023 la pensione anticipata in questi casi è rappresentata da due meccanismi: Ape sociale e Opzione donna.

Ape sociale

Nell’ambito delle misure di accesso anticipato alla pensione, Ape sociale può essere conseguita, fino al 31 dicembre 2023, dai lavoratori residenti in Italia, iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), alle forme sostitutive ed esclusive della medesima e alla Gestione separata, che alla data di accesso al trattamento:

  • hanno compiuto almeno 63 anni di età;
  • hanno cessato l’attività lavorativa;
  • e altresì si trovano, in alternativa, in una delle quattro condizioni prescritte dalla legge:
  • stato di disoccupazione;
  • capacità lavorativa ridotta;

Con riferimento ai caregiver è richiesta:

  • anzianità contributiva pari o superiore a trent’anni;
  • assistenza, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, a coniuge, persona in unione civile o parente di primo grado convivente in situazione di gravità, ovvero un parente / affine di secondo grado convivente, se i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità hanno compiuto settant’anni ovvero sono anch’essi affetti da patologie invalidanti, sono deceduti o mancanti.

Previa domanda all’INPS, l’Ape sociale è corrisposta in quote mensili per dodici mensilità, pari all’importo corrispondente quello della rata mensile della pensione di vecchiaia, calcolata al momento della richiesta.

L’indennità:

  • decorre dal primo giorno del mese successivo la presentazione della domanda di accesso sino all’età prevista per il pensionamento di vecchiaia, ovvero sino al conseguimento di un trattamento pensionistico diretto anticipato o conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.

Pensioni 2024, arriva l’Ape sociale estesa: è una delle possibilità più concrete per la riforma in arrivo.

Opzione donna

Il trattamento pensionistico anticipato Opzione donna è riservato alle lavoratrici, appartenenti a determinate categorie, che, oltre ad optare per il calcolo della pensione con il sistema contributivo, entro il 31 dicembre 2022, hanno totalizzato:

  • un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni;
  • un’età anagrafica non inferiore a 60 anni, ridotta a 59 anni con un figlio ed a 58 anni con due o più figli.

Per accedere ad Opzione donna è altresì necessario, in alternativa:

  • essere lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy;

Incentivi fiscali

L’attenzione della normativa a quanti sono madri o comunque genitori, oppure assistono persone con handicap, si estende anche al campo fiscale, grazie a una serie di misure volte a ridurre il carico di IRPEF, IVA e altri tributi, a beneficio di chi sostiene la spesa ed ha fiscalmente a carico la persona con disabilità.

Ci riferiamo in particolare a queste tutele fiscali:

  • detrazione IRPEF pari al 19% per le spese sanitarie e per l’acquisto di mezzi di ausilio, eccedenti la franchigia di 129,11 euro (la franchigia non opera con riferimento a talune spese, ad esempio il trasporto in ambulanza della persona con disabilità);
  • detrazione IRPEF pari al 19% delle spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale nei casi di non autosufficienza della persona con disabilità nel compimento degli atti della vita quotidiana (la detrazione dev’essere calcolata su un ammontare di spesa non superiore a 2.100 euro, in presenza di un reddito complessivo del contribuente non eccedente i 40 mila euro);
  • detrazione IRPEF spettante per ogni figlio fiscalmente a carico e con disabilità: l’importo è di 1.620 euro se il figlio ha un’età inferiore a 3 anni, e di 1.350 euro se di età superiore. Con più di tre figli a carico la detrazione aumenta di 200 euro per ciascun figlio;
  • IVA ridotta al 4% per l’acquisto di mezzi necessari all’accompagnamento, alla deambulazione e al sollevamento delle persone con disabilità;
  • detrazione IRPEF al 19% e aliquota IVA agevolata al 4% per l’acquisto di sussidi tecnici e informatici volti a facilitare l’autosufficienza e l’integrazione delle persone con disabilità;

Legge 104 per la madre disabile da assistere

Vediamo invece come funziona la Legge 104 per la madre disabile da assistere, ovvero se è in questo caso il figlio che deve prestare assistenza.

Molte delle agevolazioni sono uguali a quelle previste per le madri che devono occuparsi dei figli con disabilità. Vediamo nel dettaglio anche queste agevolazioni.

Permessi Legge 104

L’art. 33 della Legge n. 104 del 1992 consente ad ogni lavoratore dipendente, pubblico o privato, di fruire di3 giorni di permesso al mese, anche in orari frazionati, per assistere un familiare disabile. Questo periodo di assenza dal lavoro è regolarmente retribuito ed è coperto da contribuzione previdenziale figurativa.

La madre da assistere deve essere affetta da handicap in situazione di gravità riconosciuto ai sensi dell‘art. 3 comma 3 della Legge 104, e non deve essere ricoverata a tempo pieno in ospedale o in un’altra struttura.

Dal 13 agosto 2022 è scomparsa la figura del «referente unico»: ciò significa che, più lavoratori tra gli aventi diritto possono ottenere i permessi 104 per lo stesso disabile, ferma restando la fruizione alternata e il limite di 3 giorni mensili.

Come avere i 3 giorni di 104? Cosa sono i permessi lavorativi, a chi spettano e come richiederli: ne parliamo in questo approfondimento.

Legge 104 per la madre
Legge 104 per la madre. Nella foto: una figlia assiste la madre

Congedo straordinario

Oltre ai permessi mensili, per chi è lavoratore dipendente, pubblico o privato, e deve assistere un genitore disabile convivente, è previsto anche il congedo straordinario Legge 104: spetta anche al figlio, in caso di assenza o impossibilità da parte del coniuge convivente, e può durare fino a 2 anni complessivi nella vita lavorativa, ma è frazionabile in periodi più brevi, ed è regolarmente retribuito con un’indennità a carico dell’INPS, anticipata dal datore di lavoro.

Cosa posso fare durante il congedo con la Legge 104? Rispondiamo alla domanda dei nostri lettori, elencando cosa è possibile fare durante l’assenza dal lavoro per assistere un familiare con disabilità grave e cosa si rischia se si va oltre le possibilità concesse.

Legge 104 per la madre non convivente?

Un’altra domanda che ci viene spesso fatta è come funziona per la Legge 104 per la madre non convivente.

Dunque: per quanto riguarda la fruizione dei permessi 104, non è richiesto il requisito della convivenza, quindi il problema non si pone.

Il congedo straordinario, invece, richiede la convivenza con la persona disabile da assistere, ma i figli di genitori disabili possono soddisfare il requisito anche successivamente alla richiesta dell’agevolazione.

L’INPS, infatti, con la circolare n. 49 del 5 aprile 2019, spiega come la sentenza della Corte Costituzionale n. 232 del 7 dicembre 2018 abbia influenzato il congedo straordinario per i figli di persone disabili, secondo l’articolo 42, comma 5, del D. Lgs n. 151/2001.

La sentenza ha stabilito che l’articolo 42, comma 5, del D. Lgs n. 151/2001 è stato dichiarato incostituzionale in quanto non includeva i figli che non convivevano ancora con il genitore disabile al momento della richiesta di congedo.

Questi figli possono ora beneficiare del congedo straordinario solo se si verificano mancanza, decesso o patologie invalidanti di altri familiari legittimati a richiederlo, e solo se successivamente instaurano la convivenza con il genitore disabile.

Congedo 104: la convivenza ribalta l’ordine di priorità? Come cambia il congedo per i conviventi

Pensione anticipata

I lavoratori che assistono la madre affetta da handicap grave possono ottenere la pensione anticipata grazie all’Ape sociale: è necessario che sia accertata una percentuale di invalidità superiore al 74% e che il disabile conviva da almeno 6 mesi con il richiedente.

Possono usufruire di questo beneficio solo i familiari di primo grado: coniuge, genitori e figli, e deve trattarsi di lavoratori precoci o che svolgono mansioni gravose.

Elenco dei lavori gravosi per l’Ape Sociale 2023: ecco quali professioni danno diritto all’anticipo pensionistico, al compimento dei 63 anni di età.

Assegno di cura

Un ulteriore sostegno economico previsto in favore di chi assiste una madre disabile è l’assegno di cura: la misura dell’emolumento varia da Regione a Regione (talvolta può superare i 500 euro mensili) e tiene conto del valore ISEE del nucleo familiare di riferimento.

Scopri di più sull’assegno di cura per famiglie che assistono anziani e persone disabili. Guida a importi e requisiti.

Agevolazioni fiscali

Le persone disabili che hanno ottenuto il riconoscimento dell’handicap ai sensi della Legge 104 e i familiari che li hanno a carico, hanno diritto ad acquisti agevolati di numerosi prodotti e servizi, e a numerosi sgravi fiscali.

Per quanto riguarda le agevolazioni fiscali, si tratta delle stesse agevolazioni riservate allemadri di figli disabili, tranne che per le detrazioni per figli disabili a carico, per cui ti rimandiamo alla lettura del paragrafo in cui ne abbiamo parlato.

FAQ (domande e risposte)

Quali vantaggi scolastici offre la Legge 104 ai bambini?

La Legge 104 riserva a bambini con particolari necessità una serie di agevolazioni scolastiche. Queste vanno da sostegni didattici speciali, all’adattamento di materiali e strutture, fino a tempistiche flessibili.

La Legge 104 fornisce sostegno ai bambini nati prematuramente?

Un bambino nato prematuro può beneficiare di agevolazioni previste dalla Legge 104 se presenta condizioni di salute che ne giustificano la richiesta. Una valutazione medica sarà necessaria per stabilirne l’effettivo diritto.

Come si applica la Legge 104 ai genitori separati?

Nel caso di genitori separati, la Legge 104 prevede che entrambi possano usufruire dei benefici per la cura del figlio, a condizione che sia dimostrata la convivenza con il minore.

È possibile ottenere la dimora temporanea per il congedo straordinario?

Sì, è possibile richiedere una dimora temporanea per beneficiare del congedo straordinario. Questa scelta potrebbe essere necessaria nel caso in cui l’assistito non viva stabilmente con te.

Posso assistere entrambi i miei genitori con la Legge 104?

Sì, è possibile assistere entrambi i genitori con la Legge 104. Tuttavia, è importante ricordare che i giorni di congedo previsti dalla legge non aumentano, indipendentemente dal numero di assistiti.

Posso usufruire della Legge 104 per assistere mia madre che vive all’estero?

Per usufruire dei benefici della Legge 104 è necessario che l’assistito risieda in Italia. Quindi, se tua madre vive all’estero, non sarà possibile richiedere il congedo straordinario.

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