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Indice
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Legge 104 e osteoporosi: è possibile?
Circa 5 milioni di italiani soffrono di osteoporosi, una patologia che provoca l’indebolimento delle ossa e l’alterazione del tessuto scheletrico. A soffrirne sono soprattutto le donne in post-menopausa (oltre l’80%).
Ma Legge 104 e osteoporosi sono compatibili? Chi soffre di questa patologia può fare domanda per la 104?
Vi ricordiamo che i benefici della Legge 104 si ottengono quando la malattia di cui si soffre genera una condizione di svantaggio sociale chiamato handicap. Se la condizione viene riconosciuta dall’apposita commissione medica, durante la visita di controllo a cui il paziente deve sottoporsi, allora avrà diritto alla Legge 104 e alle sue agevolazioni.
Per far sì che ciò avvenga, l’osteoporosi deve provocare una disabilità motoria tale da impedire o limitare notevolmente l’integrazione sociale, personale, familiare e lavorativa di chi ne soffre.
L’osteoporosi può colpire l’individuo senza provocare grossi problemi di natura fisica, oppure può generare una situazione di gravità o superiore a due terzi. Quando le conseguenze della patologia raggiungono alti livelli di gravità, tali da impedire una normale vita sociale, lavorativa e familiare, allora si avrà diritto alla Legge 104.
Per presentare domanda per la 104 è necessario seguire la classica procedura, che inizia con il rilascio del certificato introduttivo da parte del medico curante e prosegue con l’inoltro della domanda in forma telematica e con la visita medica che stabilirà la condizione di handicap (Legge 104, articolo 3, comma 1) o di handicap grave (Legge 104, articolo 3, comma 3).
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Legge 104 e osteoporosi: invalidità civile e accompagnamento
E per quanto riguarda il riconoscimento dell’invalidità? L’osteoporosi non è tra le patologie presenti nelle tabelle ministeriali. Per lo Stato, l’osteoporosi non è una malattia invalidante, nonostante sia una patologia degenerativa, non è riconosciuta come una malattia cronica, ma come un naturale processo di invecchiamento osseo.
Questo, però, non significa che in presenza di gravi forme di osteoporosi, che riducono la capacità lavorativa di un individuo, non si possa ottenere lo status di invalido civile e godere delle agevolazioni esistenti.
Inoltre, in caso di non autosufficienza a causa dell’osteoporosi, chi ne soffre può richiedere l’indennità di accompagnamento, se impossibilitato a camminare senza l’aiuto di un accompagnatore o non in grado di compiere azioni come mangiare, lavarsi, vestirsi senza assistenza.
Legge 104 e osteoporosi: cos’è l’osteoporosi?
Abbiamo visto come funziona per Legge 104 e osteoporosi e per l’invalidità civile. Vediamo, ora, cos’è l’osteoporosi.
Come detto, parliamo di una malattia dell’apparato scheletrico che riduce la densità minerale ossea e deteriora il tessuto scheletrico. Le ossa diventano più fragili del normale e il rischio fratture è più elevato.
Chi soffre di osteoporosi può subire gravi fratture ossee – soprattutto alle anche, ai polsi, alle spalle e alla colonna vertebrale – anche con traumi molto lievi (o in modo spontaneo), che generalmente non provocherebbero danni seri.
A soffrirne sono soprattutto le donne in menopausa o gli uomini in andropausa, ma l’osteoporosi può insorgere anche dopo aver assunto determinati farmaci (anti-epilettici, immunosoppressori, corticosteroidi) o da disfunzioni della tiroide.

Legge 104 e osteoporosi: osteoporosi e lavoro
Chi soffre di osteoporosi e a causa della patologia (o delle fratture subite a causa di essa) è impossibilitato a lavorare deve recarsi dal proprio medico curante, che valuterà la gravità della situazione e stabilirà se la malattia sia compatibile con lo svolgimento dell’attività lavorativa.
Il medico potrà assegnare qualche giorno di riposo al lavoratore, che sarà obbligato – come per le altre assenze per malattia – a rispettare gli orari per la visita fiscale.
- dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 per i dipendenti del settore privato;
- dalle 9 alle 13, e dalle 15 alle 18 per i dipendenti pubblici.
Durante le fasce di reperibilità ci si può allontanare dal proprio domicilio solo per sottoporsi a terapie o visite specialistiche o se l’assenza è una necessità.
Il medico curante potrà può certificare ogni ciclo di cure in modo separato oppure con un’unica documentazione. Se il lavoratore deve assentarsi dal luogo di lavoro potrà avere diritto a un’assenza retribuita (permesso per visita medica, se previsto dal CCNL).
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