Legge 104 lavoro notturno: facciamo chiarezza

Legge 104 e lavoro notturno: è possibile essere esonerati dallo svolgere lavori di notte, se titolari della 104? Ecco cosa dice la legge.
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11/12/23

Oggi vi parliamo di Legge 104 e lavoro notturno: è possibile essere esonerati? Facciamo chiarezza (scopri le ultime notizie su Legge 104, invalidità civile, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Cos’è il lavoro notturno?

Per lavoro notturno si intende l’attività lavorativa svolta per almeno 7 ore consecutive, fra la mezzanotte e le 5 del mattino.

Per lavoratore notturno, invece, si intende colui che esegue di notte, in via non eccezionale, almeno 3 ore di lavoro o che svolge, in via non eccezionale, almeno una parte del suo orario di lavoro, definita dal Contratto Collettivo, nel corso della notte.

Inoltre, per rientrare nella categoria “lavoratori notturni” è necessario lavorare almeno 80 giorni di notte. In caso di lavoro a tempo parziale, il limite è ridimensionato in proporzione al numero di ore svolte.

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Si può essere esonerati dall’obbligo di lavoro notturno?

A stabilire chi sono gli esonerati dall’obbligo di lavoro notturno è l’articolo 11, comma 2, del decreto legislativo numero 66 del 2003

Secondo la legge, alcune categorie di lavoratori non possono essere occupate di notte: tra questi ci sono i lavoratori con disabilità, che godono di particolari tutele.

La normativa, però, non prevede uno specifico esonero dal lavoro notturno dei lavoratori con disabilità, se non quelli previsti per la generalità dei lavoratori

Parliamo del giudizio di inidoneità al lavoro notturno, che viene emesso dall’Asl, dalle commissioni mediche di verifica o dal medico competente (articolo 41 del decreto legislativo numero 81 del 2008).

A tal proposito, l’articolo 11, comma 1 del decreto Legislativo numero 66 del 2003 prevede che l’inidoneità al lavoro notturno possa essere accertata tramite le competenti strutture sanitarie pubbliche, mentre l’articolo 14, comma 1 precisa che la valutazione dello stato di salute dei lavoratori notturni debba avvenire:

  • a cura e a spese del datore di lavoro;
  • oppure attraverso competenti strutture sanitarie pubbliche;
  • oppure tramite il medico competente, attraverso controlli preventivi e periodici (almeno ogni due anni).

Legge 104 e lavoro notturno: si può essere esonerati?

Tra i possibili beneficiari dell’esonero dal lavoro notturno ci sono i lavoratori titolari della Legge 104, sia se affetti da disabilità grave, sia se assistenti di persone con disabilità.

L’interpello numero 4 del Ministero del Lavoro, del 2009 spiega che l’esonero spetti soltanto se lavoratore risulti già titolare dei benefici della Legge 104 o se sia in possesso dei requisiti per goderne.

Il lavoratore caregiver ha diritto all’astensione dal lavoro notturno: l’azienda presso la quale lavora deve obbligatoriamente adeguarne i turni e l’orario di lavoro, in base alle sue assenze.

Per beneficiare dell’agevolazione lavorativa, come spiegato in apertura di articolo, è necessario che il lavoro notturno avvenga per almeno 7 ore di fila tra la mezzanotte e le 5 del mattino.

Se, ad esempio, il lavoratore è in servizio dalle 23 alle 6 del mattino, è considerato lavoratore notturno. Se, invece, presta servizio dall’una di notte alle 5 del mattino, non è considerato lavoratore notturno. In ogni caso, non si possono superare le 8 ore medie di servizio nell’arco delle 24 ore.

Chi non può chiedere l’esonero dal lavoro notturno?

L’esonero dal lavoro notturno non spetta a tutti. È negato ai/al:

  • dirigenti;
  • personale direttivo;
  • lavoratori aventi potere di determinazione autonoma del proprio tempo di lavoro (ad esempio, i lavoratori a domicilio, i prestatori di tele-lavoro, i lavoratori nel settore liturgico delle chiese e delle comunità religiose);
  • personale viaggiante del trasporto stradale, ferroviario, aereo, marittimo;
  • lavoratori a bordo di navi della pesca marittima. 

A chi presentare domanda per l’esonero dal lavoro notturno?

La domanda per l’esonero dal lavoro notturno va presentata al proprio datore di lavoro, allegando la certificazione dello stato di handicap, richiesta dalla persona con disabilità o da chi ne fa le veci, alla ASL di residenza.

Legge 104 e lavoro notturno
Legge 104 e lavoro notturno: in foto due operai impiegati in turni di notte.

Faq su Legge 104 e lavoro notturno

Cosa si intende per sorveglianza sanitaria obbligatoria?

In tutte le aziende in cui viene svolto lavoro notturno, il decreto legislativo 81/08 impone l’obbligo della sorveglianza sanitaria. Chi lo svolge è obbligato a sottoporsi ai controlli della sorveglianza sanitaria. Le visite incluse sono sempre a carico del datore di lavoro: se non le predisponesse rischierebbe multe fino a 5mila euro.

Quali altre categorie di lavoratori possono essere esonerate dal lavoro notturno?

Secondo l’articolo 23 del decreto legislativo del 26 marzo 2001, n. 151, sono esonerati dal lavoro notturno:

  • lavoratori minorenni, chi ha compiuto 16 anni di età può essere adibito a lavoro notturno solo eccezionalmente e per il tempo strettamente necessario, quando si verifica un caso di forza maggiore che ostacola il funzionamento dell’azienda nelle seguenti condizioni:
    • temporaneità del lavoro che non ammette ritardi;
    • indisponibilità di lavoratori adulti;
    • concessione al minore di periodi equivalenti di riposo compensativo entro 3 settimane;
    • comunicazione immediata all’ispettorato del lavoro;
  • le lavoratrici incinte fino al primo anno di vita del bambino.

Inoltre, anche alcune patologie del lavoratore possono essere motivo per l’inidoneità al lavoro notturno e quindi all’esonero da esso, ovvero:

  • tumori;
  • patologie dell’apparato neurologico;
  • diabete;
  • alterazioni della tiroide;
  • disturbi psichiatrici;
  • epilessia;
  • malattie gastrointestinali;
  • malattie cardiovascolari;
  • disturbi del sonno;
  • disturbi visivi;
  • patologie respiratorie croniche.

Si può andare in pensione prima se si svolge un lavoro di notte?

Sì, la normativa lo consente, nell’ambito della pensione per lavori usuranti, a patto che il lavoro notturno sia stato eseguito per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni prima della domanda di pensione, o per almeno la metà della vita lavorativa.

Bisogna distinguere tra chi lavora dalle 72 alle 77 notti all’anno e chi, invece, effettua dai 64 ai 71 turni notturni all’anno.

Chi lavora dalle 72 alle 77 notti in un anno può andare in pensione:

  • con un minimo di 62 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi (lavoratori dipendenti, Quota 98,7);
  • con un minimo di 63 anni e 7 mesi e con 35 anni di contributi versati (lavoratori autonomi, Quota 99,7).

Chi, invece, effettua dai 64 ai 71 turni di notte all’anno può andare in pensione:

  • con un minimo di 63 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi versati (lavoratori dipendenti, Quota 99,7);
  • con un minimo di 64 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi versati (lavoratori autonomi, Quota 100,7).

Infine, chi matura almeno 78 notti lavorate in un anno, può andare in pensione con Quota 97,6 (61 anni e 7 mesi di età, con 35 anni di contributi versati).

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