Legge 104 dipendenti pubblici

Legge 104 e dipendenti pubblici: come funziona per la fruizione dei permessi? Quanti giorni o ore spettano al dipendente pubblico? Ne parliamo in questo articolo.
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11/12/23

In questo approfondimento vi parleremo di Legge 104 e dipendenti pubblici: come funziona con i permessi? (scopri le ultime notizie su Legge 104, invalidità civile, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Legge 104 e dipendenti pubblici: come funziona per i permessi?

In tema di Legge 104 e dipendenti pubblici, a regolare le disposizioni sui permessi retribuiti è il decreto legge 112 del 2008, convertito in legge con modificazioni dal Parlamento.

Il decreto in questione contiene indicazioni sulle modalità di fruizione dei permessi retribuiti che spettano ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti pubblici/pubbliche con disabilità grave e ai lavoratori o lavoratrici caregiver, che assistono coniuge o familiari con disabilità grave.

Ai lavoratori dipendenti spettano fino a 3 giorni al mese di permessi retribuiti. Sono i Contratti Collettivi a indicare l’esatto monte ore dei permessi fruiti, per evitare che il dipendente pubblico scelga di fruire dei permessi nei giorni in cui l’orario di lavoro è maggiore.

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Ad esempio, prendiamo una amministrazione pubblica che prevede, una volta a settimana, una giornata di lavoro più lunga delle altre (ad esempio 8 ore). Se il dipendente fruisse dei permessi a giorni scegliendo sempre quella giornata lavorativa, per tre volte al mese, godrebbe di 24 ore di permessi (8 ore x 3 volte).

Con le disposizioni del decreto legge 112 del 2008, quello che era possibile in precedenza, non è più consentito.

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Permessi Legge 104 e dipendenti pubblici: chi decide il monte ore?

Il Dipartimento Funzione Pubblica, con la circolare numero 7 del 2008, ha precisato che qualora i Contratti Collettivi prevedessero l’alternanza tra permessi retribuiti a giorni e permessi retribuiti a ore, fissando già il limite massimo di ore godibili, le amministrazioni sono tenute a computare il massimo di ore fruibili nel mese di riferimento.

Ma quante sono le ore di permessi godibili in un mese? La maggior parte dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (ad esempio quelli per i dipendenti delle Regioni, dei Comuni e delle autonomie locali, così come il CCNL dei dipendenti ministeriali o per il comparto scuola) prevedono un limite massimo di 3 giorni di permessi retribuiti, frazionabili in non più di 18 ore al mese.

L’indicazione è stata ripresa anche dall’INPDAP con la circolare numero 34 del 10 luglio 2000: 3 giorni oppure 18 ore al mese.

Ricordiamo che, non tutti i Contratti Collettivi dei dipendenti pubblici prevedono un monte ore che corrisponde ai permessi espressi in giorni. In questi casi è difficile applicare la disposizione ministeriale.

Legge 104 e dipendenti pubblici: le formule di agevolazione lavorativa

L’articolo 33 della Legge 104 del 1992 prevede anche formule di agevolazione lavorativa diverse dalla fruizione dei 3 giorni di permessi al mese.

genitori di figli con handicap grave, fino al compimento del 3° anno del bambino o della bambina, hanno diritto a 2 ore di permesso giornaliero in alternativa alla prosecuzione dell’astensione facoltativa di maternità.

I lavoratori con handicap in situazione di gravità, invece, hanno diritto ai 3 giorni di permesso mensile (che ricadono sotto i limiti della Circolare 7/2008) oppure a 2 ore di permesso al giorno (una sola ora, se l’orario lavorativo è inferiore alle 6 ore), non limitate dalla circolare.

Chi può chiedere i permessi della Legge 104?

I permessi retribuiti della Legge 104 possono essere richiesti dal lavoratore o dalla lavoratrice dipendente pubblico/a portatrice di handicap grave, oppure caregiver di:

  • coniuge, il convivente, anche al di fuori del matrimonio ossia laddove vi sia una coppia di fatto (Legge n. 76 del 20 maggio 2016);
  • parenti e affini di primo grado;
  • parenti e affini di secondo grado, se il coniuge o i genitori dell’assistito abbiano più di 65 anni di età, siano a loro volta disabili oppure mancanti o deceduti.
  • parenti e affini di terzo grado, se il coniuge, i genitori o gli altri familiari dell’assistito abbiano più di 65 anni di età, siano a loro volta disabili oppure mancanti o deceduti.

A condizione che il disabile da assistere non sia ricoverato in ospedale: salvo casi eccezionali non si avrebbe diritto ai permessi, in quanto la persona disabile non avrebbe bisogno di assistenza.

A chi richiedere i permessi retribuiti per dipendenti pubblici?

permessi retribuiti vanno richiesti al datore di lavoro, che nel pubblico impiego è il dirigente responsabile o un funzionario delegato a tale scopo. Il più delle volte la domanda va fatta pervenire presso l’ufficio del personale del proprio ente

Alla domanda va allegato il verbale di accertamento della condizione di handicap grave, in cui versa la persona da assistere. Vale anche il verbale provvisorio.

Il dipendente è chiamato a pianificare, con il suo datore di lavoro, un’agenda mensile in cui distribuire giornate e ore di permesso, senza condizionare, in negativo, l’organizzazione aziendale.

Il datore di lavoro non può rifiutarsi di concedere i permessi al dipendente, ma può chiedergli di venire incontro alle esigenze organizzative dell’azienda, che comunque non hanno la stessa priorità dello stato di salute del familiare da assistere.

Nel settore pubblico è importante l’interesse pubblico da tutelare. Ma anche in questo caso, la priorità, per ovvi motivi, pende a favore dell’assistenza del disabile grave.

Legge 104 e dipendenti pubblici
Legge 104 e dipendenti pubblici: in foto un dipendente pubblico al lavoro, seduto dietro la sua scrivania, davanti al computer.

Faq sui permessi retribuiti con la Legge 104

Dove sono rilevate le informazioni sui permessi retribuiti per dipendenti pubblici?

Le informazioni sono rilevate annualmente dal Dipartimento Funzione Pubblica, ai sensi dell’art. 24 della legge n. 183 del 2010, che prevede la costituzione di una banca dati per finalità di controllo e monitoraggio. I dati sono rilevati attraverso il sistema “PERLA PA” (sezione “Rilevazione permessi ex lege 104/92“) e riguardano le amministrazioni che, iscrivendosi nel sistema, hanno aderito alla rilevazione.

Quante persone si possono assistere con Legge 104?

Più persone aventi diritto possono alternarsi nell’utilizzo dei permessi previsti dalla Legge 104 per fornire assistenza alla stessa persona con grave disabilità. Inoltre, i congedi straordinari saranno concessi anche ai conviventi di fatto.

Cosa rischio se abuso della Legge 104?

L’abuso della Legge 104 comporta rischi e conseguenze sia dal punto di vista legale che lavorativo. Le conseguenze possono variare a seconda del contesto specifico e della gravità dell’abuso commesso. Ecco alcuni dei rischi che si possono correre:

  1. Sanzioni disciplinari: l’abuso dei permessi retribuiti di 2 anni può essere considerato un comportamento non conforme alle disposizioni aziendali o contrattuali. Ciò potrebbe portare all’applicazione di sanzioni disciplinari, come richiami scritti, sospensioni o addirittura il licenziamento, a seconda della gravità dell’infrazione e delle politiche aziendali.
  2. Recupero delle retribuzioni indebitamente percepite: se viene accertato l’abuso dei permessi retribuiti di 2 anni, l’azienda potrebbe richiedere il recupero delle retribuzioni corrisposte durante il periodo di congedo non dovuto. Questo può comportare una riduzione delle future retribuzioni o richieste di restituzione delle somme già percepite.
  3. Azioni legali: in caso di abuso grave e sistematico del congedo Legge 104, l’azienda potrebbe intraprendere azioni legali contro il lavoratore. Ciò potrebbe comportare il licenziamento per abuso Legge 104 e richieste di risarcimento danni.

Quando è possibile cumulare i permessi con la 104?

L’articolo 6 del decreto numero 119 del 2011, con il quale è stato aggiunto un periodo al comma 3 dell’articolo 33 della Legge 104, afferma che: “Il dipendente ha diritto di prestare assistenza nei confronti di più persone in situazione di handicap grave, a condizione che si tratti del coniuge o di un parente o affine entro il primo grado o entro il secondo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.”

Cumulo permessi 104: quando non è possibile?

La legge, allo stesso tempo, vieta il cumulo permessi 104 se anche solo uno dei due disabili sia un familiari o un affine di terzo grado. Neppure se il coniuge o il genitore del disabile non siano in condizione di prendersene cura.

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