Oggi vi parliamo di Legge 104 condivisa: come si suddividono i permessi fra più familiari dopo l’abolizione del referente unico? (scopri le ultime notizie su Legge 104, invalidità civile, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Legge 104 condivisa: cosa significa?
L’abolizione del referente unico, introdotto dal comma 3 dell’articolo 33 della Legge 104 e modificato dal decreto legislativo numero 105 del 2022, ha cambiato la procedura per l’assegnazione dei permessi retribuiti, per l’assistenza a familiari con disabilità grave.
I permessi lavorativi sono una delle agevolazioni previste dalla Legge 104/1992 e consentono al lavoratore o alla lavoratrice dipendente, pubblico/a o privato/a, di assentarsi da lavoro per assistere il coniuge o un familiare con disabilità grave (Legge 104, articolo 3, comma 3).
Prima del decreto legislativo 105/2022, la possibilità di richiedere e ottenere permessi lavorativi era riservata a un unico familiare.
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Dal 13 agosto 2022, con l’eliminazione del referente unico, il diritto a usufruire di permessi retribuiti è allargato a più persone, in modo alternato. Prima della suddetta modifica, l’alternanza tra beneficiari era riservata soltanto ai genitori caregiver di uno o più figli con disabilità grave.
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Quanti giorni di permesso con la Legge 104 condivisa?
Ma quindi il numero di giorni di permessi al mese è raddoppiato, triplicato o quadruplicato a seconda di quanti sono i beneficiari? Assolutamente no. Il limite massimo è sempre fissato a 3 giorni al mese.
Chi può beneficiare dei permessi con Legge 104 condivisa?
Per comprendere meglio come funziona la Legge 104 condivisa, prendiamo come esempio un fratello e una sorella, assistenti della mamma disabile.
I due figli, se entrambi lavoratori dipendenti, potranno richiedere giorni di permesso assentandosi alternativamente tra loro, per un totale di 3 giorni di permesso al mese.
Un altro esempio potrebbe riguardare il marito di una donna con disabilità grave, che non riesce ad accudire il coniuge da solo. Se il figlio ha i requisiti per farlo, può alternarsi col padre nell’assistenza alla donna, sempre per un totale di 3 giorni di permessi al mese.
Tra i beneficiari ci sono pure la parte di un’unione civile e il convivente di fatto? Assolutamente sì. Il decreto legislativo ha allargato la platea dei beneficiari anche a queste due figure, rispettivamente ai sensi dell’articolo 1, comma 20 e dell’articolo 1, comma 36 della legge numero 76 del 20 maggio 2016.
Ricapitolando, i permessi con Legge 104 senza referente unico possono essere richiesti da più lavoratori per assistere lo stesso portatore di handicap, seguendo quest’ordine di priorità:
- disabili in situazione di gravità;
- genitori, anche adottivi o affidatari, di figli disabili in situazione di gravità;
- coniuge, parte di un’unione civile e convivente di fatto;
- parente o affine entro il secondo grado;
- parenti e agli affini di terzo grado soltanto qualora i genitori o il coniuge o la parte dell’unione civile o il convivente di fatto della persona con disabilità grave abbiano compiuto i sessantacinque anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Come presentare domanda per la Legge 104 condivisa?
Non cambia, invece, la modalità di richiesta per la Legge 104 condivisa. Alla domanda va allegata la certificazione medica che attesta la natura dell’handicap e la necessità dell’assistenza.
È possibile inviare la domanda:
- accedendo al sito dell’INPS, autenticandovi con SPID, CIE o CNS.
- chiamando il numero 803.164, o 06.164.164 da cellulare;
- facendosi assistere da un qualsiasi patronato.
La domanda va inviata anche al datore di lavoro, che non può vietare la fruizione dei permessi lavorativi, ma può comunque chiedere al suo dipendente di programmare le assenze, se:
- non è compromesso il diritto di assistenza dei disabili;
- le giornate di assenza sono individuabili;
- i criteri di programmazione sono condivisi.

Faq sui permessi con Legge 104
Chi può prendere la 104 per due persone?
Con l’eliminazione del principio di alternanza riguardante l’assistenza a un familiare con Legge 104, il diritto viene esteso a più persone. Ora, diversi familiari possono usufruire, a turno, dei permessi per assistere lo stesso familiare disabile, come previsto dall’articolo 3 comma 3 della Legge 104, con un limite massimo di tre giorni mensili complessivi.
È possibile godere dei permessi lavorativi se il familiare disabile è ricoverato in ospedale?
L’articolo 3, comma 3 della Legge 104 spiega che, per avere diritto ai permessi retribuiti è necessario che il familiare da assistere non sia ricoverato a tempo pieno in una struttura ospedaliera pubblica o privata, che preveda un’assistenza sanitaria continuativa. Per “ricovero a tempo pieno” si intende quello applicato per tutte le 24 ore del giorno.
Quali sono le eccezioni che consentono di usufruire dei permessi lavorativi anche se il familiare disabile è ricoverato in ospedale?
Con la circolare numero 32 del 2012, l’INPS ha individuato tre situazioni che permettono al lavoratore di avere diritto ai permessi, anche se il familiare disabile è ricoverato in ospedale.
Questo avviene:
- quando il familiare disabile ricoverato a tempo pieno necessita di recarsi al di fuori della struttura che lo ospita per effettuare visite e terapie certificate;
- in caso di ricovero a tempo pieno di un disabile in situazione di gravità in stato vegetativo persistente e/o con prognosi infausta a breve termine;
- in caso di ricovero a tempo pieno di un disabile in condizione di gravità (non necessariamente minore) per il quale risulti documentato il bisogno di assistenza da parte di un genitore o di un familiare.
Qual è la differenza tra richiedere i permessi per intere giornate o ad ore?
Richiedere i permessi per intere giornate permette di ottenere un totale di 24 ore di permesso al mese, se si lavora 5 giorni alla settimana con un orario di 8 ore al giorno. Richiedere permessi ad ore, invece, consente di “spalmare” queste 24 ore per soddisfare esigenze specifiche. Un’opzione popolare è richiedere due ore di permesso al giorno. Anche se lavori 20 giorni al mese, avrai comunque 40 ore di permesso a disposizione, permettendoti di lavorare meno ore al mese e di sfruttare al meglio le agevolazioni previste dalla legge.
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