Invalidità leucemia mieloide cronica: agevolazioni?

Invalidità e leucemia mieloide cronica: quali agevolazioni spettano? Ecco come avviene la diagnosi e le varie percentuali di invalidità riconosciute dalla legge.
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11/12/23

In questo approfondimento vi parleremo di invalidità e leucemia mieloide cronica: quali agevolazioni spettano? (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Cos’è la leucemia mieloide cronica?

La leucemia mieloide cronica (LMC) è una malattia che si sviluppa nel midollo osseo e progredisce lentamente, a differenza della leucemia mieloide acuta che, invece, ha una progressione più veloce. In Italia si stimano, ogni anno, 650 nuovi casi tra gli uomini e 500 nuovi casi tra le donne.

La malattia compisce soprattutto in età avanzata: nel midollo osseo si originano cellule immature (staminali o blasti), da cui si sviluppano le cellule che costituiscono la parte corpuscolata del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine).

Se nel percorso che porta le cellule staminali a diventare “adulte” subentrano errori e mutazioni, può avvenire una trasformazione maligna che dà origine alla leucemia mieloide cronica.

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La malattia può rimanere asintomatica anche per anni, nella fase iniziale. A differenza della forma acuta, nella LMC viene preservata la capacità dei precursori dei globuli bianchi di differenziarsi in cellule mature.

Circa il 90% delle persone colpite da leucemia mieloide cronica presenta cellule tumorali con il cosiddetto cromosoma Philadelphia, formato dalla fusione anomala dei cromosomi 9 e 22. L’errore cromosomico porta alla formazione del gene BCR-ABL, che, a sua volta, produce una proteina di fusione responsabile della crescita incontrollata delle cellule tumorali.

La diagnosi spesso avviene per caso, con un semplice controllo o a causa di un’altra patologia. Se presenti, i sintomi spesso sono comuni ad altre malattie: debolezza, febbre, sudorazione notturna, perdita di peso, dolore o senso di “pienezza” al ventre, dolore alle ossa o alle articolazioni e milza ingrossata.

In alcuni casi possono essere presenti sanguinamenti, infezioni e stanchezza a causa della riduzione delle normali cellule del sangue che sono sostituite da quelle tumorali.

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Invalidità e leucemia mieloide cronica: quali percentuali?

Anche la leucemia, come tutti i tumori, è una malattia invalidante fino a quando non si guarisce.

In base alla gravità della malattia, sono associate diverse percentuali di invalidità che danno diritto a determinate agevolazioni di cui godere.

Sulla base di quanto indicato dalle tabelle ministeriali di valutazione allegate al D.M. Sanità del 5 febbraio 1992, si differenziano tre diverse percentuali di invalidità:

  • 11% nel caso di neoplasie a prognosi favorevole con modesta compromissione funzionale;
  • 70% per neoplasie a prognosi favorevole con grave compromissione funzionale;
  • 100% per neoplasie a prognosi infausta o probabilmente sfavorevole nonostante asportazione chirurgica.

Invalidità e leucemia mieloide cronica: quali agevolazioni?

Soltanto in caso di neoplasie a prognosi favorevole con modesta compromissione funzionale, non essendo riconosciuta una percentuale di invalidità pari o superiore al 34%, non si ha diritto allo status di invalido e ad alcuna agevolazione.

Le agevolazioni spettano in caso di neoplasie a prognosi favorevole con grave compromissione funzionale, che prevedono il riconoscimento di una percentuale di invalidità del 70%.

Con questo punteggio non si ha diritto a prestazioni economiche (assegno mensile per invalidi parziali o pensione di invalidità), non essendo raggiunta la percentuale minima del 74%, ma comunque è possibile fruire di altri tipi di agevolazioni, tipo:

Inoltre, come riconosciuto dalla Legge 104 del 1992, se riconosciuto disabile grave, il lavoratore affetto da leucemia mieloide cronica può fruire di 3 giorni al mese di permessi lavorativi retribuiti. Se si assiste il coniuge o un familiare con disabilità grave derivante dalla leucemia mieloide, si ha diritto a un congedo straordinario fino a 2 anni in tutta la carriera lavorativa.

Solo quando, purtroppo, la neoplasia ha una prognosi infausta o probabilmente sfavorevole, si ha diritto al 100% di invalidità.

Con questo punteggio, oltre alle agevolazioni prima indicate, si ha diritto alla pensione di invalidità civile (313,91 euro al mese, per 13 mensilità, con un reddito non superiore a 17.920 euro annui e un’età compresa tra i 18 e i 67 anni).

In caso di persona non autosufficiente a causa della leucemia mieloide cronica, si ha diritto all’indennità di accompagnamento (527,16 euro al mese, per 12 mensilità, a prescindere dall’età e dal reddito).

Invalidità e leucemia mieloide cronica
Invalidità e leucemia mieloide cronica: in foto alcuni campioncini di sangue e delle cellule malate.

Faq sulla leucemia mieloide cronica

Come si cura la leucemia mieloide cronica?

Già da diversi anni il trattamento standard per la LMC è rappresentato dai farmaci intelligenti: molecole che colpiscono in modo mirato il gene BCR-ABL presente nelle cellule malate e non in quelle sane. il farmaco più conosciuto e utilizzato è l’Imatinib, che ha rivoluzionato il trattamento della malattia e la sopravvivenza dei pazienti: si assume per via orale una volta al giorno e, in genere, riesce a tenere sotto controllo la malattia evitando la progressione verso la fase blastica.

Cosa fare nei casi più evoluti della malattia?

È possibile procedere con un trapianto di cellule staminali emopoietiche, capaci di generare le cellule del sangue, ma dipende dall’età e dallo stato di salute generale del paziente (è adatto a pazienti più giovani), dalle caratteristiche della malattia, dai fattori prognostici e dalle disponibilità di un donatore. Le cellule staminali possono essere prelevate dal sangue o dal midollo osseo dello stesso paziente (trapianto autologo) o di un donatore (trapianto allogenico).

È possibile prevenire la leucemia mieloide cronica?

Purtroppo non è ancora possibile definire strategie di prevenzione efficaci per la LMC perché non sono stati identificati fattori di rischio modificabili sui quali intervenire. L’unica raccomandazione utile è evitare, laddove sia possibile, l’esposizione ad alte dosi di radiazioni.

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