Indennità per amministratore di sostegno: come funziona

Indennità per amministratore di sostegno, vediamo come funziona e quando chi si occupa degli interessi di una persona con disabilità può avere diritto a un rimborso spese. Cosa dice la legge, come si quantifica l’importo e come viene ritenuto da un punto di vista fiscale.
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11/12/23

Come funziona l’indennità per amministratore di sostegno? La questione suscita più di un dubbio e merita un approfondimento. Anche perché parlare di una indennità per una figura che, come stabilisce la normativa, non deve avere un compenso, si presta inevitabilmente a qualche ambiguità e inevitabili interpretazioni contrastanti. (scopri le ultime notizie su Legge 104, invalidità civile, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Chi è l’amministratore di sostegno

L’amministratore di sostegno è una persona designata per aiutare chi non è in grado di prendere decisioni autonomamente a causa di problemi di salute mentale o fisica. Questo ruolo è spesso svolto da membri della famiglia o persone care.

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Nessun compenso per l’amministratore di sostegno

In molti casi, l’amministratore di sostegno è un parente stretto o un amico della persona che ha bisogno di assistenza. In questo caso la legge è chiara: non è previsto alcun compenso. La ragione di questa regola è piuttosto semplice e legata al principio di equità e ragionevolezza.

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Immaginate di dover assistere un genitore anziano o un figlio con particolari bisogni. In questi casi, ricevere un compenso potrebbe apparire inappropriato. Questo perché si presume che l’aiuto fornito sia un estensione naturale dell’affetto e del legame familiare.

Ecco alcuni punti chiave:

  • Ruolo generalmente svolto da parenti o amici: l’assenza di un compenso è più accettabile quando chi svolge il ruolo è già motivato da un forte legame affettivo.
  • Principio di solidarietà: la legge vuole promuovere l’idea che aiutare i membri più vulnerabili della famiglia o della comunità sia un dovere morale e sociale, e non un’attività per la quale si dovrebbe essere pagati.

Quando c’è l’indennità per amministratore di sostegno

Ci sono però situazioni in cui l’amministratore di sostegno potrebbe avere diritto a un’indennità. Accade quando il ruolo viene assunto da un professionista o quando l’incarico è particolarmente complesso e richiede un impegno considerevole. In questi casi, l’articolo 379 del Codice Civile dà la possibilità al Giudice Tutelare di assegnare un’indennità.

Ecco alcuni criteri che il giudice potrebbe considerare:

  • Natura dell’incarico: se l’incarico comporta responsabilità notevoli, come la gestione di un grande patrimonio, si potrebbe giustificare l’assegnazione di un’indennità.
  • Competenze richieste: se sono necessarie competenze specifiche per svolgere il ruolo efficacemente, anche questo è un fattore che potrebbe giustificare un compenso.
  • Entità del patrimonio del beneficiario: un altro punto da considerare è quanto denaro o beni possiede la persona che viene assistita. Un patrimonio più grande potrebbe richiedere più lavoro e responsabilità da parte dell’amministratore di sostegno.

L’indennità non è un salario, ma un riconoscimento dell’impegno e delle responsabilità che l’incarico comporta. È sempre il giudice a valutare se l’indennità è dovuta e quale dovrebbe essere l’importo.

Qual è la natura dell’indennità

Prima di tutto, bisogna capire cosa significa “indennità” in questo contesto. La Corte Costituzionale e anche la Corte di Cassazione hanno detto chiaramente che l’indennità per amministratore di sostegno non è un salario o un pagamento per il lavoro svolto.

La sua natura è compensatoria, non remunerativa. Ciò significa che l’indennità serve per coprire spese e oneri che l’amministratore ha sostenuto. Per esempio, potrebbe essere un rimborso per le ore in cui l’amministratore non ha potuto lavorare altrove, o per le spese di viaggio fatte per assistere la persona.

In poche parole, questa indennità non è un pagamento per il tempo e l’energia spesi, ma una forma di rimborso. Non ha quindi la stessa natura di un salario o di un compenso professionale.

Punti chiave:

  • L’indennità è compensatoria, non un pagamento per il servizio.
  • Copre spese e mancati guadagni che non sono facilmente quantificabili.
  • Non segue le tariffe professionali di avvocati o altri professionisti.

Può interessarti sapere come si diventa amministratore di sostegno.

Come quantificare l’indennità

La legge italiana fornisce due parametri principali per determinare l’importo dell’indennità:

  1. L’entità del patrimonio della persona assistita
  2. La difficoltà dell’amministrazione

Se la persona assistita ha un patrimonio molto limitato, allora l’indennità potrebbe anche essere zero. Ad esempio, se qualcuno ha solo una piccola pensione, il giudice potrebbe decidere che non è giusto assegnare un’indennità all’amministratore.

Al contrario, se la persona assistita ha un patrimonio considerevole o i compiti dell’amministratore sono particolarmente complessi, l’indennità potrebbe essere più alta. In ogni caso, la decisione finale spetta al Giudice Tutelare.

Esempi pratici:

  • Se la persona assistita ha un reddito mensile di 800-900 euro, difficilmente ci sarà un’indennità.
  • Se la persona assistita ha un patrimonio significativo, l’indennità sarà più elevata, soprattutto se l’amministrazione richiede un impegno considerevole.

La legge lascia molta discrezionalità al giudice nella decisione dell’importo. Per garantire una certa uniformità, alcuni tentativi di creare modelli di calcolo più rigorosi sono stati fatti, ma non esiste una formula unica o standard.

In questo post ti spieghiamo come si revoca l’amministratore di sostegno.

Il Protocollo per determinare l’importo dell’indennità

Nel 2011, il Tribunale di Varese ha elaborato un Protocollo che fornisce delle linee guida su come calcolare l’indennità per amministratore di sostegno. Questo Protocollo ha cercato di fornire un metodo uniforme basato su vari fattori:

  1. Patrimonio mobiliare del beneficiario: l’indennità di base è calcolata in percentuale rispetto al patrimonio mobiliare del beneficiario, suddiviso in scaglioni. Ad esempio, per un patrimonio mobiliare tra 50.001 euro e 100.000 euro, potrebbe essere riconosciuta un’indennità del 2%, ovvero fino a 2.000 euro.
  2. Patrimonio immobiliare del beneficiario: c’è la possibilità di un ulteriore incremento dell’indennità di base che tiene conto del patrimonio immobiliare. Ad esempio, un patrimonio immobiliare tra 100.000 euro e 300.000 euro potrebbe portare a un aumento del 10% dell’indennità di base.
  3. Difficoltà di gestione: in casi di responsabilità o complessità elevata nella gestione dell’incarico, è previsto un ulteriore incremento dell’indennità.

Tuttavia, è importante notare che il Protocollo di Varese non è sempre applicato in modo rigido. Alcuni lo ritengono troppo “schematico”, ma offre comunque un utile punto di partenza per determinare l’indennità.

Come richiedere l’indennità

Per richiedere l’indennità per amministratore di sostegno, è necessario presentare un’istanza specifica, nota come istanza ex art. 379 c.c. Questa istanza deve essere depositata insieme al rendiconto annuale e dovrebbe includere:

  1. Entità del patrimonio: una descrizione sintetica del patrimonio del beneficiario.
  2. Difficoltà di gestione: dettagli su eventuali complicazioni o responsabilità associate alla gestione dell’incarico.
  3. Tempo impiegato: una spiegazione del tempo impiegato per le attività svolte, che potrebbe anche essere supportata da un “timesheet” dettagliato.
  4. Indennità precedenti: se applicabile, informazioni sulle indennità ricevute negli anni precedenti possono essere incluse per giustificare la richiesta di un importo diverso.

La presentazione di questa istanza è un passo cruciale per ricevere l’indennità, ed è quindi consigliabile procedere con attenzione e possibilmente con il supporto di un esperto.

Come inquadrare l’indennità ai fini fiscali

L’indennità per amministratore di sostegno solleva molte domande quando si tratta di tassazione. La sua natura è compensatoria, come stabilito dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di Cassazione. Ma cosa significa per le tasse?

La posizione delle Consulta e della Cassazione

Secondo le corti, l’indennità ha una natura compensatoria e non retributiva. Quindi, non dovrebbe essere soggetta a IVA o ad altre tasse come la Cassa Previdenziale per Avvocati (CPA).

Parere dell’Agenzia delle Entrate

Un parere dell’Agenzia delle Entrate di Bologna nel 2006 ha confermato questa interpretazione, dicendo che l’indennità non è tassabile né per l’IRPEF né per l’IVA o la CPA.

Controversie e dibattiti

Ma attenzione: una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate nel 2012 ha messo in discussione questa visione, almeno per gli avvocati che svolgono prevalentemente questa attività. Secondo la risoluzione, in questo caso, l’indennità diventerebbe un reddito di lavoro autonomo e quindi soggetto a tassazione.

Reazioni della giurisprudenza

La giurisprudenza ha reagito a questa risoluzione, cercando di fare delle distinzioni. Ad esempio, il Tribunale di Trieste ha suggerito che potrebbe esserci una parte dell’indennità che è tassabile e una parte che non lo è, a seconda del tipo di compito svolto dall’amministratore.

Vediamo in questo post cosa succede se l’assistito rifiuta l’amministratore di sostegno.

Cosa dovrebbe fare l’amministratore di sostegno?

In assenza di una linea guida chiara e definitiva, la scelta della soluzione più appropriata è a discrezione del singolo professionista. Se sei un amministratore di sostegno, è buona pratica consultare un consulente fiscale per capire come gestire al meglio la questione dell’indennità.

In sintesi, l’indennità per l’amministratore di sostegno è un territorio fiscally grigio. Fino a quando non ci saranno linee guida più chiare, è importante essere consapevoli delle diverse interpretazioni e agire di conseguenza.

A chi intestare la fattura: guida

Un tema che spesso genera domande è a chi intestare la fattura quando si tratta dell’indennità per amministratore di sostegno. Ecco alcune risposte chiare e dirette a questa domanda.

Chi riceve la fattura?

La fattura per l’indennità va intestata al beneficiario dell’amministrazione di sostegno, cioè la persona di cui ti stai prendendo cura. Questo perché l’indennità è intesa come un rimborso spese per l’amministratore, e quindi deve essere dedotta dal patrimonio del beneficiario.

Dove va la fattura?

Una volta emessa la fattura, questa dovrà essere inserita nel rendiconto patrimoniale che verrà presentato al giudice tutelare. Il rendiconto è un documento che fa il punto sulla gestione del patrimonio del beneficiario.

Cosa deve contenere la fattura?

La fattura deve avere tutte le informazioni standard come:

  1. Nome e cognome dell’amministratore e del beneficiario
  2. Data di emissione
  3. Dettaglio dell’indennità
  4. Eventuali altri costi
  5. Firma dell’amministratore

Tassazione e fattura

Quando si parla di indennità amministratore di sostegno e tassazione, le cose si complicano un po’. La legge è un po’ ambigua su questo punto. In alcuni casi, l’indennità non viene tassata, soprattutto se non rappresenta la principale fonte di reddito dell’amministratore. Ma se l’indennità diventa una parte significativa del tuo reddito professionale, potrebbero esserci delle implicazioni fiscali. Quindi è sempre buona idea consultare un esperto su questo argomento.

L’amministratore di sostegno è una professione?

L’amministratore di sostegno è una figura che si occupa di proteggere gli interessi di una persona che, per ragioni di salute mentale o fisica, non è in grado di farlo da sola. Ma è corretto chiamare questa attività una “professione”?

La legge è chiara su un punto: l’amministratore di sostegno svolge un ruolo pubblico, quasi come un dovere verso la società. Non è pensato come un mestiere per fare soldi. Ma la realtà è un po’ più complicata. Esistono persone, spesso avvocati o altri professionisti, che fanno gli amministratori di sostegno come parte del loro lavoro. Questi casi aprono la porta a molte domande. Se qualcuno svolge questo ruolo come attività principale, si avvicina molto all’essere una professione.

È importante notare che anche se la legge non lo vede come una professione, ci sono corsi di formazione specifici. Gli ordini professionali spesso offrono queste formazioni. Quindi, mentre la legge può non considerarlo una professione, la pratica e la formazione professionale suggeriscono il contrario.

In questo post ti spieghiamo come ottenere la tutela legale per una persona con disabilità.

Amministratore di sostegno: un ruolo complesso e delicato

Non bisogna sottovalutare la complessità e la delicatezza del ruolo di amministratore di sostegno. Questa figura deve affrontare diverse sfide:

  1. Prendere decisioni importanti per la persona che assiste
  2. Gestire aspetti legali e finanziari
  3. Mantenere un rapporto costante e umano con la persona assistita

Un amministratore di sostegno deve avere una serie di competenze molto diverse: deve capire le leggi, gestire soldi e, soprattutto, deve avere un forte senso etico e di responsabilità.

Ecco perché, in alcuni casi, l’incarico viene affidato a professionisti con specifiche competenze. Questo è particolarmente vero quando ci sono complesse questioni legali o finanziarie da gestire. In questi casi, l’indennità assegnata può anche essere più alta, proprio per riflettere il livello di competenza e impegno richiesto.

Indennità per amministratore di sostegno: come funziona
Nella foto un amministratore di sostegno discute con una ragazza disabile

FAQ (domande e risposte)

È previsto un compenso per l’amministratore di sostegno?

La legge italiana stabilisce che, in generale, l’amministratore di sostegno non dovrebbe ricevere un compenso per il proprio operato. Questa scelta è fondata su principi di equità e solidarietà, considerando che spesso questo ruolo è svolto da parenti o amici della persona che necessita di assistenza.

Quando viene riconosciuta una indennità all’amministratore di sostegno?

L’indennità per l’amministratore di sostegno è una possibilità in circostanze specifiche. Secondo l’articolo 379 del Codice Civile, quando l’incarico è particolarmente complesso o viene assunto da un professionista, il Giudice Tutelare può assegnare un’indennità. Ad esempio, la gestione di un grande patrimonio o la necessità di competenze specifiche potrebbero giustificare l’assegnazione di un’indennità.

Cosa viene valutato quando si decide di assegnare una indennità?

Il giudice prende in considerazione vari fattori per decidere se assegnare un’indennità e di quale importo. Questi fattori possono includere:

  1. La natura dell’incarico: ad esempio, se comporta la gestione di un patrimonio significativo.
  2. Le competenze richieste: se l’incarico necessita di specifiche competenze professionali.
  3. L’entità del patrimonio del beneficiario: un patrimonio più grande potrebbe richiedere più impegno e responsabilità.

Se c’è una indennità l’amministratore di sostegno può essere definita una professione?

La presenza di un’indennità non trasforma automaticamente il ruolo di amministratore di sostegno in una professione. Secondo la legge, il ruolo dell’amministratore di sostegno è principalmente visto come un servizio di solidarietà e non come un’attività professionale. Tuttavia, quando l’incarico è assunto da professionisti e comporta un impegno significativo, la questione diventa più sfumata.

Bisogna dichiarare al fisco l’indennità ricevuta?

Dal punto di vista fiscale, l’indennità ha una natura “compensatoria” piuttosto che “retributiva”. Ciò significa che, in generale, non dovrebbe essere soggetta a tassazione. Tuttavia, se l’indennità diventa una fonte di reddito significativa, potrebbero esserci implicazioni fiscali. In queste situazioni, è sempre meglio consultare un consulente fiscale per un consiglio specifico.

A chi intestare la fattura. La fattura per l’indennità va intestata al beneficiario, ovvero la persona di cui l’amministratore si sta prendendo cura. Una volta emessa, questa fattura deve essere inclusa nel rendiconto patrimoniale presentato al giudice tutelare. La fattura dovrebbe contenere:

  • Nome e cognome dell’amministratore e del beneficiario
  • Data di emissione
  • Dettaglio dell’indennità
  • Eventuali altri costi
  • Firma dell’amministratore

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